SANTI COSMA E DAMIANO, OMICIDIO PANDOLFO: LA DIFESA DI PASCALE RINUNCIA AL RIESAME

*Mirko Pascale*

La richiesta era chiara anche se ardita: la modifica del quadro accusatorio che è alla base dell’efferato delitto. E’ quanto avrebbe voluto chiedere in un mirato ricorso presentato al Tribunale del Riesame la difesa di Mirko Pascale, il 23enne aspirante vigilantes di Suio reo confesso dell’omicidio di Fiore Pandolfo, ucciso con 12 colpi di pistola nella tarda serata del 18 febbraio scorso in via Vellota a San Cosma e Damiano.

E, invece, questa mattina il legale del 23 enne, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, ha rinunciato a discutere davanti i giudici del Tribunale del Libertà il ricorso contro la convalida del Gip Guido Marcelli dell’arresto dell’aspirante vigilantes avvenuta al termine dell’interrogatorio tenutosi nel carcere di via Aspromonte a Latina. Chiara la strategia processuale dell’avvocato Cupo con questo ricorso al Riesame: venire a conoscenza del carteggio accusatorio che inchioda, oltre alla sua confessione, Mirko Pascale ma anche del contenuto degli interrogatori di coloro che hanno avuto a che fare con il 23enne di Suio dopo i 12 colpi di pistola sparati in via Vellotta la sera del 18 febbraio.


Mirko Pascale – è vero –  si è sempre assunto al responsabilità penale dell’omicidio del suo ex amico Fiore Pandolfo ma la sua difesa vuole correggere il movente che sarebbe alla base del delitto: insomma avrebbe ucciso il fratello maggiore del suo rivale in amore, Lucio Pandolfo, per paura in seguito ad una presunta aggressione fisica subita dalla vittima. La difesa di Pascale avanza un solo ragionamento: la pista sentimentale legata alla contesa di una ragazza di 23 anni di San Cosma non c’entrerebbe, ma i 12 colpi di pistola sarebbe figli solo dalla paura, da un quadro psicologico di sudditanza. La parte civile della famiglia Pandolfo, rappresentata dagli avvocati Gianfranco Testa e Alfredo D’Onofrio, ritiene, invece, che ci siano indizi  sufficienti a sostenere la tesi della premeditazione.

Intanto è sempre più probabile che il magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Daria Monsurrò, dopo la conclusione delle indagini, chieda lo svolgimento del giudizio immediato per Pascale by-passando l’udienza preliminare davanti il Gup del Tribunale di Latina

LA VICENDA

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