***video***OMICIDIO A SANTI COSMA E DAMIANO: UCCISO A COLPI DI PISTOLA UN 30ENNE


AGGIORNAMENTO – Non sono per niente facili le indagini dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Formia e della Stazione di Santi Cosma e Damiano per fare piena luce sull’omicidio verificatosi ieri sera, poco prima delle 23, in  via Vellota, una strada di campagna che collega il centro abitato di San Cosma a via Porto Galeo e, dunque, alla Variante Formia-Garigliano. A perdere la vita, falciato da una valanga di proiettili di una pistola calibro 9, è stato Fiore Pandolfo, 30 anni, parente del più noto Luigi, pregiudicato e coinvolto nell’operazione anti-camorra “Anni Novanta” degli stessi Carabinieri contro l’attività del disciolto clan Mendico. Ma in questo gravissimo fatto di sangue la criminalità organizzata non c’entra ma la contesa di una ragazza del posto, nipote – a quanto pare – di un altro pregiudicato.

*Mirko Pascale*

L’autore del delitto, Mirko Pascale, di 23 anni, pare non tollerasse da tempo l’interessamento per questa giovane anche da parte del fratello della vittima. Ieri sera la svolta in questa complicata vicenda sentimentale: Pascale si è messo alla ricerca sul territorio di San Cosma e Damiano del rivale in amore per chiarire definitivamente i suoi propositi. In difesa del fratello – secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri – sarebbe accorso Fiore Pandolfo. La vittima, a bordo di un’Audi A3, avrebbe inseguito il suo assassino, a bordo di una Fiat 500, speronandone l’auto in via Vellota, ipotesi che non trova riscontro nei rilievi effettuati proprio sull’autovettura. I due sarebbero quindi scesi dalle auto. E qui le ricostruzioni si differenziano. Seconda la difesa di Pascale, rappresentata dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, i colpi di pistola, legalmente detenuta, sarebbero stati sparati da una distanza ravvicinata per paura e per difendersi. Insomma Pascale avrebbe sparato per legittima difesa, preoccupato del fatto che Pandolfo fosse anch’egli armato.


*Fiore Pandolfo*

Di certo l’autore dell’omicidio è inizialmente fuggito abbandonando la sua Fiat 500 circa un chilometro più avanti verso Minturno. Infine dopo mezz’ora e avere incontrato degli amici che abitano in quella zona si è costituito presso la stazione dei Carabinieri di San Cosma e Damiano accompagnato dal suo legale di fiducia mentre i soccorsi per Pandolfo dei medici del 118, dei Vigili del Fuoco di Gaeta e di alcuni passanti risultavano purtroppo inutili. Il 23enne veniva arrestato per omicidio su disposizione del sostituto procuratore Daria Monsurrò che l’ha interrogato per l’intera notte per poi essere associato presso il carcere di Latina. Il corpo crivellato di colpi di Pandolfo, la cui famiglia è assistita legalmente dall’avvocato Alfredo D’Onofrio, veniva trasferito nell’obitorio del cimitero di Formia dove, probabilmente domani, sarà sottoposto ad autopsia. Le indagini dei Carabinieri, coordinati dal Maggiore Pasquale Saccone e dal tenente Emanuele, proseguono per stabilire il traffico telefonico intercorso tra la vittima e l’omicida prima dei colpi di pistola e altri aspetti, uno su tutti: all’omicidio hanno presenziato altre persone, amici e conoscenti dei due? Si tratta di un interrogativo tutt’altro secondario.