FORMIA SERVIZI: VENTI INDAGATI PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA

*Sost. Procuratore Raffaella Falcione*

***AGGIORNAMENTO***Il mondo politico di Formia è in fibrillazione – e non può essere diversamente – dopo la conclusione delle indagini da parte del sostituto procuratore Raffaella Falcione sulla gestione, della fallita Formia servizi, la società mista istituita con scarsi risultati per sovrintendere alla sosta a pagamento in città.
Nell’elenco delle venti persone indagate per bancarotta fraudolenta ci sono ex dirigenti ed revisori dei conti della fallita Formia servizi
collocabili in entrambi gli schieramenti politici che hanno avuto a che fare, dal 2004 in poi, con l’ex società mista. Il Pm Falcione, dopo le indagini svolte dalla Guardia di Finanza, ha già fissato la prima tranche di interrogatori per dieci indagati per il 10 febbraio quando, accompagnati dai rispettivi indagati, dovranno chiarire le rispettive posizioni in merito alle consulenze d’oro, agli appalti espletati senza gara pubblica e ad una pianta organica decisamente gonfia rispetto alle
reali mansioni svolte dall’ex spa. E dovranno chiarire non poche cose l’ex amministratore delegato Massimo Vernetti – accusato di percepire indennità d’oro e di aver distratto fondi su altre società campane di cui era amministratore e socio – i vari presidenti che si sono succeduti, Patrizia Averaimo, Giacomo De Luca, Sergio Lanna e Salvatore Testa, i diversi consiglieri d’amministratori – Giuseppe Cannavale, l’attuale consigliere di opposizione Giuseppe Masiello, Mario Galasso,
Loredana Pugliese, Franco D’Arco, Alessandro Mauro, Gianluca Giattino, Silvestro Costa e Rossella Gallo e chi avrebbe dovuto vigilato sui conti dell’ex Formia servizi, gli ex revisori Erasmo Scipione, Vincenzo Palmaccio, Pierfrancesco Di Paola, Antonio D’Urso e Alessandro Zannella.
Se il capo dei servizi ispettori del Ministero dell’economia Vitò Tatò ha tracciato un quadro a tinte fosche nei bilanci dell’ex Formia servizi, la dottoressa Falcione arriva a sostenere che i vertici che è stato utilizzato parte del mutuo di scopo acceso per la costruzione del parcheggio multipiano di piazzale delle Poste per sostenere costi di gestione non veritieri e incongrui. Il primo a comparire alle 9.30 del 10 febbraio nell’ufficio sarà Salvatore Testa, l’ultimo presidente della Formia servizi di nomina Pdl, in difesa del quale e del suo predecessore Sergio Lanna arriva l’assessore alle società partecipate del comune di Formia, Raffaele Manna, il quale, evitando di entrare o di interferire nel merito delle indagini in corso, sostiene che la Giunta di centrodestra dal 2008 in poi, di fronte ad una criticità finanziaria di tale gravità, aveva dovuto rinnovare il consiglio d’amministrazione in maniera da avere un quadro più trasparente e corretto delle attività di gestione per riportare la società sui binari della legalità, del contenimento delle spese e della riduzione dei costi aziendali. L’avvocato Lanna – ricorda Manna – fu costretto a dimettersi a caldo proprio per aver riscontrato e denunciato una serie di illegalità interne ricevendo a riguardo una denuncia per abuso di potere, estesa a tutto il Cda, da parte dell’amministratore delegato Massimo Vernetti. Le decisioni adottate dal nuovo Cda portarono all’ uscita di scena di
Vernetti consentendo al nuovo presidente Salvatore Testa, sostituto di Lanna – di portare avanti in maniera collegiale la gestione della società e garantire il servizio pubblico della sosta. Due esempi: Il piano economico finanziario e lo schema economico di bilancio presentato il 17 giugno 2010 dall’allora amministratore Vernetti furono approvati inizialmente dalla sola parte privata per poi essere successivamente rielaborati, riformulati ed approvati il 13 agosto 2010 dal nuovo Cda e dall’assemblea dei soci. Manna infine polemizza con il centro e con il Partito Democratico: erano come l’orchestra che suonava mentre il Titanic, la Formia servizi, affondava. Di questi tempi poi…

Scritto da Saverio FORTE