ITRI: LAPIDE FUNERARIA DEL TARDO MEDIOEVO RINVENUTA AI PIEDI DELLA STATUA DI PADRE PIO

Mistero fitto, a Itri, sulla collocazione di una lapide di marmo risalente alla fine del 1300, sul piedistallo dove è situata la statua di Padre Pio, nell’omonimo piazzale. Il reperto, lungo 55 cm e alto 82 cm, era stato notato da più di qualche passante che aveva interpretato la sua presenza come un abbellimento del catafalco murario sopra il quale trova posto la statua del santo di Pietrelcina. A dare, invece, un allarme preoccupatissimo, è stato lo storico locale Alfredo Saccoccio che, incuriosito per l’insolita presenza di una testimonianza storica ghiotta anche per i ladri, ha allertato l’opinione pubblica. Stimolati dall’iniziativa del Saccoccio, l’assessore comunale Francesco Fargiorgio e il titolare della casa editrice “Odisseo”, Domenico Fabrizio, hanno materialmente recuperato il prezioso reperto e lo hanno portato nell’ufficio della Polizia Locale, con preghiera di far giungere notizia del fatto al sindaco Giuseppe De Santis, al fine di far inventariare la lapide ed eventualmente farla collocare, per ora, nell’aula consiliare e, in un futuro prossimo, in un’eventuale area museale comunale che dovesse andare a sorgere.

Fitto il mistero sulla provenienza del blocco marmoreo. Molti dicono di averlo notato ma nessuno è in grado di chiarire chi può averlo collocato ai piedi della statua di Padre Pio. Addirittura, in coincidenza con i lavori per restaurare la facciata della chiesa di San Michele Arcangelo, qualcuno aveva scambiato quel pezzo di marmo per una lapide che si trova nella chiesa e che sarebbe stata asportata, ipotesi, questa, subito smentita dal rapido controllo presso la chiesa. Il primo a dare notizie tecniche sul reperto è stato lo storico Alfredo Saccoccio.


“Il testo latino è quello di un’epigrafe funeraria ed è redatto in caratteri “unciali”. Ritengo l’opera risalente al tardo medioevo, anche perchè vi ho letto la data del 1° marzo 1396. Benchè mutila – ha poi aggiunto Saccoccio – si evince il riferimento ad un arcipresbite, tale reverendo Francesco (a Itri l’attuale bar Centrale è stato realizzato nei locali un tempo convento di San Francesco). Leggo anche – conclude lo storico Saccoccio – “sua pecunia”, vale a dire che la stele è stata commissariata, a proprie spese, dalla persona cui fa riferimento il testo. Altri particolari, dei quali sono documentato e convinto, li fornirò nel corso di un apposito incontro ad hoc. Per ora invito a vigilare contro il rischio di un trafugamento della lapide di cui ancora continuiamo a ignorare del tutto la dinamica del posizionamento e l’autore dell’insolita esposizione”.

Tante, infatti le congetture in merito. Come al solito, voci da bontemponi hanno commentato il fatto con il riferimento al furto della statua di padre Pio avvenuto il 13 giugno dello scorso anno. “L’incolto ladro – si sente dire in giro – dopo essersi accorto di aver rubato, il 13 giugno, un simulacro dallo scarsissimo valore commerciale, in quanto aveva scambiato la statua in vetroresina per una statua in rame, trovandosi adesso per le mani un altro oggetto trafugato, ritenendolo, proprio per la sua ignoranza, di poco valore, lo ha depositato, a mo’ di offerta votiva, ai piedi del santo cui aveva arrecato sacrilega offesa, quasi per espiare il fio della sua colpa. Non aveva capito, il tapino, che, questa volta, l’oggetto del suo furto aveva un discreto valore economico, per cui, disfacendosene, ha perso l’occasione per incamerare qualche soldino proveniente dalla sua eventuale vendita a un appassionato o a un collezionista”.

Tornando alla cronaca seria della esatta valenza storico-artistica della lapide, è stata contattata la dott. Marisa de’ Spagnolis, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga, giunta nella serata di venerdi a Itri, affinchè alla luce della sua indiscussa padronanza della materia nel campo dell’archeologia e della sua particolare preparazione nel campo dell’epigrafia latina, potrà fornire elementi che dettaglino nei minimi particolari l’origine e la funzione della lapide, di cui resta, comunque, l’irrisolta e misteriosa dinamica che l’ha portata a comparire ai piedi del santo la cui seconda statua era stata collocata sul piedistallo il 23 settembre del 2011, a tre mesi dal furto della prima immagine scultorea, insediata, a sua volta, il 2 maggio del 1999.