Elezioni a Formia, Marciano: “Noi i migliori, non i meno peggio”

Il Comune di Formia

Un buon modo per fare informazione e per rendere un servizio ai lettori è anche quello di mettere a confronto le idee, i programmi, sentire la voce e il pensiero di chi si propone come amministratore. Per questo iniziamo con le interviste ai candidati primi cittadini di Formia che si sfideranno nelle urne il prossimo 10 giugno.

Claudio Marciano è stato il nome che ha ricompattato il Partito Democratico, uno dei sei pretendenti alla carica di sindaco. Marciano conosce bene l’amministrazione comunale di Formia, poiché è già stato assessore per circa dieci anni dal 2003 al 2008 e dal 2013 al 2017. Questa è la sua prima corsa alla carica di sindaco ed è sostenuto da due liste: quella del PD e quella di Formia Bene Comune, ma come ci ha spiegato: “Io non sono iscritto a nessun partito ma sono da sempre legato alla sinistra e ai suoi valori politici e culturali”.


Marciano ha 34 anni, nella vita  è dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione e insegna sociologia dell’innovazione dei processi culturali all’Università della Valle d’Aosta e allo Ied di Torino. Tra le iniziative politiche che implicitamente riconducono al suo nume, quella della raccolta differenziata e la creazione della Formia Rifiuti Zero, passando dall’apertura di sale culturali.

Claudio Marciano

Alla luce delle esperienze amministrative degli ultimi anni della sua parte politica, e, delle difficoltà nel fare sintesi nella fase preelettorale, come ha preso la notizia della convergenza sul suo nome?

Bene. Ho dato la mia disponibilità per un progetto politico progressista, con uno schema di alleanze senza ambiguità, un rinnovamento forte nella composizione delle liste e un programma fondato  sulla gestione pubblica dei servizi e la sostenibilità ambientale. È quello che stiamo facendo. Ho molto apprezzato lo spirito unitario di tutte le componenti, senza il quale il progetto non sarebbe stato possibile. Credo che aver ricompattato il PD su una linea di innovazione, e aver riunito in Formia Bene Comune gran parte della sinistra cittadina, assieme ad anime del mondo civico, ambientalista e cattolico di base, sia il primo successo della nostra campagna elettorale.

Se dovesse essere Claudio Marciano il prossimo sindaco di Formia, quale sarebbe il provvedimento che proverebbe a realizzare nei primi cento giorni?

Più di uno. Sicuramente una delibera di consiglio comunale per chiedere alla Regione di impegnarsi sulla delocalizzazione degli impianti di mitilicultura alla scadenza delle concessioni e per aprire un tavolo di concertazione per lo spostamento del pontile ENI dal Golfo. Idem, per quanto riguarda il piano tariffario di Acqualatina 2018, che non voteremo se non ci saranno gli investimenti sulla rete idrica per il sud pontino. Data la maturazione dei procedimenti, potremmo portare a casa in tempi rapidi sia il piano integrato di mobilità sia quello di zonizzazione acustica. Dovremmo certamente impegnarci nell’organizzare un’estate culturale degna di questo nome e di avviare la riorganizzazione completa della macchina amministrativa. Speriamo di non doverci mobilitare su un’ennesima crisi idrica. Entro la fine dell’anno dobbiamo portare in Consiglio l’adozione del PRG, perché è pronto e cambierà in meglio la città.

Ha fatto riferimento all’emergenza idrica e io la riporto alla scorsa estate. Lei valuta quella situazione come un fatto eccezionale o sul quale bisogna intervenire?

Non è eccezionale, è strutturale. La crisi idrica è stata prodotta dal collasso della rete di adduzione e conduzione, a causa della scarsità di investimenti e di manutenzioni. Bisogna intervenire, come è noto, attraverso il rifacimento della rete, in particolare impegnando sul piano degli investimenti 2018 dell’ATO, una cifra pari ad almeno otto milioni di euro per garantire il recupero di circa 250 lt al secondo su tutto il comprensorio. Si tratta di una scelta politica che grava sulla responsabilità di tutti i 38 Comuni dell’ATO, perché la gravità della situazione richiede sussidiarietà e solidarietà da parte di tutti. Formia, come sempre in passato, farà la sua parte per tutelare gli interessi dei suoi cittadini. Resta inteso che il processo di ripubblicizzazione deve andare avanti, e costituisce la vertenza principale del sistema idrico integrato.

Economia e turismo: la sua coalizione ha una ricetta a tal riguardo?

Bisogna aggiungere alla portata anche le parole cultura, ambiente e sport. Il futuro economico della città si gioca nel saper costruire interdipendenze tra questi settori, un tempo concepiti come isolati. Intendiamo costituire una fondazione pubblica aperta all’azionariato popolare che gestisca le strutture culturali, in primis Remigio Paone e Auditorium Foa, e si occupi di produrre ricerca e innovazione tecnologica sul patrimonio archeologico. Vogliamo approfittare dell’occasione data dal finanziamento comunitario sull’Atelier ABC presso la Torre di Mola per trasformare la città in un polo intermedio per l’industria culturale di Roma e Napoli. Dobbiamo sostenere gli sforzi compiuti dai privati sul rilancio del litorale di Vindicio per lo sport velico e costruire con loro le condizioni di massima accoglienza per ospitare eventi di spessore nazionale ed internazionale sul tema. Assieme alle associazioni di categoria, e utilizzando al meglio le reti di impresa e i relativi finanziamenti, dobbiamo migliorare il decoro urbano, la cartellonistica e l’offerta turistica online della città. Infine, bisogna estendere il raggio dell’innovazione verso levante e verso le colline: il festival Seminaria a Maranola è un modello. Nelle cosiddette “periferie”, che poi sono borghi e quartieri potenzialmente o già ora bellissimi, dobbiamo portare eventi culturali, strutture di accoglienza, e se c’è ruralità, riportare l’agricoltura, se c’è la montagna vicino, esaltare questo aspetto. Formia è una città diffusa, policentrica, dobbiamo ricostruire la sua narrazione territoriale sulla sua splendida complessità.

A PAGINA 2: PROGRAMMA PARTECIPATO E COLLOCAZIONE RISPETTO ALLA GIUNTA BARTOLOMEO