Dissalatore, stop anche dal Consiglio di Stato

Confermato dal Consiglio di Stato lo stop al progetto del dissalatore a Ventotene.
Dopo che Acqualatina, gestore del servizio idrico e società che dovrebbe realizzare l’impianto in località Porto Nuovo, presentò un’istanza per sottoporre il progetto a valutazione di incidenza ambientale, lo scorso 3 agosto la Regione Lazio ritenne che un impianto del genere non dovesse essere sottoposto a tale procedura, non rappresentando alcun rischio per l’ambiente. Quel provvedimento e quelli che lo hanno preceduto sono stati impugnati dall’Associazione albergatori di Ventotene, da Antonio Impagliazzo, Michele Bernardi e Antonio Santomauro, tutti impegnati nelle attività turistiche dell’isola.
I ricorrenti, in più occasioni, hanno dichiarato di ritenere l’impianto inutile, perché insufficiente e costoso, e soprattutto una minaccia al delicato ecosistema di Ventotene, sia per gli scarichi in mare che per le immissioni in atmosfera. Il Tar di Latina, a un primo esame del ricorso, venti giorni fa lo ha ritenuto fondato. I giudici hanno sottolineato che è opportuno sottoporre il progetto alla valutazione di impatto ambientale e, ritenendo che la Regione debba rivedere quanto prima il problema della VIA, evitando così inutili perdite di tempo sull’eventuale costruzione dell’impianto e ravvisando al momento il “danno grave e irreparabile”, hanno sospeso l’ok regionale dell’agosto scorso.
Acqualatina ha quindi fatto appello a Palazzo Spada. Ma il presidente della IV sezione del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, ha respinto la richiesta di congelare l’ordinanza del Tar ancor prima di discutere il caso in aula, nell’udienza fissata per il 6 aprile.
Ennesimo freno dunque ad Acqualatina, mentre il Tar esaminerà la vicenda nel merito il 21 settembre.