Omicidio a Formia, Ris dei carabinieri in arrivo in via Giovenale

L'auto dei R.I.S. sul luogo dell'omicidio

Quella che si apre oggi è una settimana decisiva per risolvere i numerosi misteri che aleggiano intorno alla morte di Giuseppe Langella, il 52enne ex dipendente di una ditta di Formia specializzata nella rimozione di auto incidentate e in divieto di sosta trovato cadavere venerdì mattina all’interno di un’elegante villetta che occupava da due anni in via Giovenale a Formia.

La villetta di via Giovenale presidiata dai carabinieri
La villetta di via Giovenale presidiata dai carabinieri

LE INDAGINI – Dagli ambienti investigativi della Compagnia dei Carabinieri è stato confermato l’arrivo – probabilmente nella giornata odierna – dei colleghi del Ris, il reparto investigazioni scientifici dell’Arma, chiamati a passare di nuovo al setaccio l’immobile preso in affitto dalla vittima da quando si era separato dalla moglie originaria di Itri. Il sopralluogo del Ris sarebbe stato concordato con il magistrato titolare delle indagini , il sostituto procuratore Chiara D’Orefice, che vuole vederci davvero chiaro su quanto sarebbe avvenuto l’altra mattina tra Langella e l’amico che viveva con lui, Andrea Tamburrino, di 41 anni. I due sarebbero stati protagonisti di buon mattino di una lite che, provocata   a quanto pare da ragioni economiche sulla onerosa gestione della villa di proprietà di un avvocato di Afragola, è poi sfociata in tragedia. Langella è stato vittima di un incidente domestico, di un’accidentale  caduta lungo le scale che collega l’ingresso al primo piano della villetta? Oppure i fatti si sarebbero svolti diversamente? I Carabinieri del Ris dovranno arricchire l’”interessante” quadro probatorio già rilevato dai militari della Compagnia di Formia e del Nucleo operativo del comando provinciale di Latina cercando di stabilire come Langella si sia provocata quell’ecchimosi sulla testa che si è rivelata fatale.


Giuseppe Langella (foto Facebook)
Giuseppe Langella (foto Facebook)

TAMBURRINO DI DIFENDE – Un oggetto contundente o la conseguenza – come detto – della caduta? Questa seconda ipotesi è stata sempre caldeggiata dalla difesa di Andrea Tamburrino che, sempre ricoverato presso il reparto chirurgico dell’ospedale “Dono Svizzero”, ha ricevuto ufficialmente sabato sera un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato di omicidio. Tamburrino, appena le sue condizioni, fisiche e psicologiche, lo permetteranno, chiederà di essere ascoltato dal pm inquirente che, peraltro, ha già letto quanto dichiarato ai Carabinieri alcune ore dopo il suo arrivo in ospedale con una ferita al collo. Si tratta di un leggero taglio che si è procurato – secondo la sua versione  – per il dispiacere avuto dopo aver visto a terra Langella privo di vita.

Ospedale Santa Scolastica a Cassino
Ospedale Santa Scolastica a Cassino

MARTEDI’ L’AUTOPSIA – Le indagini sul suo decesso potrebbero conoscere, comunque, una svolta decisiva nella giornata di martedì quando è in programma, presso l’obitorio dell’ospedale “Santa Scolastica” di Cassino, l’autopsia  sul cadavere del corpulento 52enne autotrasportatore. L’esame dovrebbe svolgerlo lo stesso medico legale, il dottor Alessandro Mariani, che ha effettuato venerdì mattina i primi accertamenti scientifici sul cadavere di Langella. La stessa difesa di Tamburrino domani deciderà se nominare o meno un perito di parte per partecipare all’autopsia e formalizzerà la richiesta di allegare agli atti del processo le interviste realizzate, subito dopo il decesso di Langella, da un’emittente televisiva e da un noto portale d’informazione ad alcuni vicini della coppia residente all’interno della villa “Eleonora”. Si tratta di dichiarazioni che hanno evidenziato come il 52enne autotrasportatore e Tamburrino fossero davvero “due ottimi amici”.

Ma i fatti di venerdì mattina dimostrerebbero il contrario. Purtroppo.