Eternit, ex Panapesca chiedono risarcimento… aspettando il supermercato

Hanno lavorato per tanti anni sotto una copertura in eternit. Lo sapeva anche la loro proprietà, la Panapesca, che nel 2000 effettuò un intervento tampone, con un costo davvero irrisorio, per incapsulare una tettoia che, invece, avrebbe meritato interventi di manutenzione e di riqualificazione a cadenza periodica. Lo si evince da un ricorso che una dozzina di ex dipendenti, di età compresa tra i 40 e i 50 anni, dello stabilimento Panapesca di Gaeta hanno inviato al giudice del Lavoro del Tribunale di Cassino per vedersi riconosciuto il rischio o, peggio, il danno per aver lavorato sotto una copertura in amianto.

panapesca_insegnaCome succede in queste circostanze il danno dopo la beffa: questi operai di Gaeta nel 2014 sono rimasti senza lavoro dopo la chiusura dello stabilimento di proprietà della società toscana specializzata nella lavorazione e surgelazione del pesce. In più uno di loro è scomparso per una presunta asbestosi, una forma tumorale che colpisce gli organi vitali di chi lavora a contatta con questi polveri pericolose.


Fabio Maria Vellucci
Fabio Maria Vellucci

Naturalmente la Panapesca è finita nel mirino dell’avvocato Fabio Maria Vellucci che, secondo quanto prevedono le leggi 257 del 1992 e 626 del 1994 sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, chiede un risarcimento di 100mila euro per ciascuno dei propri assistiti.

Questa clamorosa iniziativa legale anticipa, di fatto, il voto del Consiglio comunale di Gaeta che venerdì dovrà approvare il piano di riqualificazione dell’area di via Lungomare Caboto, pronta ad ospitare – è certo – un mega supermercato.

 

A PAGINA 2 ‘L’INTERVISTA ALL’AVVOCATO FABIO MARIA VELLUCCI: “PERICOLO ECOLOGICO NELL’AREA” ‘