Inchiesta “Porto Sicuro”, chiesto il rinvio a giudizio per gli indagati

Aree marine indicate dai comitati, e visibilmente, inquinate come dalle numerose denunce ed esposti
Un momento della conferenza stampa dell'agosto scorso: da sinistra il sostituto procuratore Mattei, l'ex procuratore capo Auriemma, l'ex comandante Cosmo Nicastro
Un momento della conferenza stampa dell’agosto scorso: da sinistra il sostituto procuratore Mattei, l’ex procuratore capo Auriemma, l’ex comandante Cosmo Nicastro (LINK VIDEO)

Richiesta di rinvio a giudizio per tutti i coinvolti nell’inchiesta “Porto Sicuro” che nell’agosto di un anno fa condusse la Capitaneria di Porto a denunciare il dirigente responsabile della Sede di Gaeta dell’Autorità Portuale Erasmo Spinosa, degli imprenditori Nicola Di Sarno e Andrea Di Grandi, del ragioniere Daniele Ripa di Castrocielo e al coinvolgimento di tre società: la Interminal, la Di Grandi Catania srl e la Elea Srl. E al sequestro di quasi un milione di euro, misura poi revocata in parte dal Tribunale del Riesame di Frosinone (ndr la Procura di Cassino ha fatto ricorso in Cassazione). Diciotto aprile la data in cui gli indagati compariranno di fronte al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cassino Roberto Gaudio che dovrà decidere se rinviarli o meno a giudizio.

Palazzo San Macuto
Palazzo San Macuto

A darne notizia, in una sede niente affatto casuale, è stato nel pomeriggio di oggi il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Cassino, Luciano D’Emmanuele nel corso dell’audizione tenutasi a Palazzo San Macuto di fronte la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati.


Ferro come appariva in banchina al porto di Gaeta nel periodo precedente l'inchiesta
Ferro come appariva in banchina al porto di Gaeta nel periodo precedente l’inchiesta

Quaranta minuti circa di cui oltre una decina secretati in cui il Procuratore Capo ha descritto l’attuale situazione nel proprio territorio circoscrizionale, soffermandosi sul porto di Gaeta ed entrando nello specifico nell’inchiesta di un anno fa.

“Gestione non autorizzata di rifiuti”, “falso ideologico”, “traffico illecito di rifiuti”, “violazione dell’autorizzazione allo scarico acque di prima pioggia”, “danneggiamento”, “getto pericoloso di cose” e “deturpamento di bellezze naturali”. “corruzione per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio” i reati contestati a vario titolo all’epoca ai quattro indagati. E, specificatamente al pubblico dirigente Spinosa, reiterati “abusi d’ufficio” nonché la “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”.

Il procuratore capo della Procura della Repubblica di Cassino Luciano D'Emmanuele
Il procuratore capo della Procura della Repubblica di Cassino Luciano D’Emmanuele

In merito poi alla situazione attuale è intervenuta la senatrice Paola Nugnes chiedendo specificatamente quale sia l’attuale situazione, in particolare relativamente al pet coke. E qui, rifacendosi a quanto già dichiarato alla stessa Commissione a febbraio dal comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta Alberto Meoli e dal capitano Daniele Capobianco, su traffici di ferro e pet coke al porto, il Procuratore Capo ha garantito l’attuale stato di sicurezza della zona portuale.

SOTTO L’AUDIO AUDIZIONE DEL 17 FEBBRAIO DAL COMANDANTE CP ALBERTO MEOLI E DAL CAPITANO DANIELE CAPOBIANCO IN COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SULLE ATTIVITA’ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SUGLI ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI