SPIGNO SATURNIA, OMICIDIO COLELLA: LETTERA DI UN PADRE A UNA FIGLIA

*Elio Colella*

Riceviamo e pubblichiamo da Elio Colella, padre di Valentina uccisa a Spigno Saturnia il 15 marzo scorso:

“Cara Valentina, figlia mia, è papà che ti scrive… Da quando ci hai lasciato, la mia vita e quella di tua madre è finita nel nulla, in una buca senza fine.


L’unica cosa che mi tiene legato alla vità è la speranza di avere giustizia, di far pagare al tuo assassino la giusta pena.

Non è possibile che a distanza di sei mesi, un lurido vigliacco che con disegnata premeditazione ti ha colpita a morte, con la sua pistola d’ordinanza non abbia ancora ricevuto una pena certa. Ha compiuto un gesto, ucciso una figlia, ammazzata una mamma in maniera così orribile e voluta, che non possono e non devono esserci attenuanti.

Un giorno un amico per consolarmi un po’ mi ha detto: “Dio sceglie i fiori più belli per il suo giardino”, ma io gli ho risposto che a portarti via da me e dalle persone che ti amano non è stato Dio ma un assassino, un piccolo uomo che ti ha sparato alle spalle.

Cara Valentina, amore mia, ovunque tu sia (voglio pensarti fiore meraviglioso tra i fiori più belli in paradiso), dammi la forza, perchè solo tu puoi darmela. Indicami la strada perchè solo tu puoi darmi quella giusta per continuare a vivere.

A volte ho la brutta sensazione che purtroppo spesso diventa certezza che la giustizia non sia di questo mondo. Si cerca sempre di aggirarla, di aggiustarla a piacimento dei più forti e astuti, dei raccomandati del diavolo. Ora figlia mia, ti prego, fa che io ti possa sentire sempre accanto a me, tanto vicina da sostenermi in questa dolorosa e difficile battaglia di verità e giustizia.

*Valentina Colella*

Ogni luogo, ogni cosa e soprattutto tua figlia Martina ci parla di te. E’ devastante, lacerante, continuare a vivere la tua assenza. Non è accettabile, non è naturale che un figlio muoia prima di un padre, di una madre in maniera così violenta e ingiusta. Spesso mi assale la rabbia, la disperazione e anche se capisco che non è cristiano, auguro a tutte quelle persone, genitori, amici, avvocati e difensori a oltranza di vivere solo un istante, un momento dell’immensa sofferenza che stiamo provando io, tua madre, tua figlia e tutti quelli che ti amano.

Vorrei potervi donare un attimo, un lampo di quello che si sente, del peso soffocante che preme sul petto. Qualche minuto delle tante notti insonni, degli incubi infiniti, dei numerosi sussulti e tremolii durante il poco e inutile sonno. Vorrei tanto farvelo provare così che possiate capire, conoscere questo immane dolore.

Io credo, amore mio, che quando un figlio compie atti così violenti e premeditati, si dovrebbe e il tempo c’è stato, chiedere perdono, supplicare il perdono, e allo stesso tempo scontare la giusta pena.

Un giusto e sano cristiano deve dare l’esempio attraverso azioni e condotte esemplari. E’ facile predicare agli altri di essere cristiani ma purtroppo è molto difficile metterlo in pratica.

Io, cara Valentina, combatterò con tutto me stesso questa dura ed estenuante battaglia legale: per me, per te, ma anche per tutti quelli che hanno subito simili tragedie affinchè la giustizia e la certezza della pena possano almeno dare un minimo sollievo, il giusto riconosimento a chi subisce questi lutti indicibili, poichè tutte queste persone sono dei grandi invalidi civili.

Nonostante tutto voglio credere comunque nella giustizia. Sperare che ci siano uomini che non si facciano manipolare.

Cara figli mia, devo crederci ed è la sola ragione di vita che ho: la legge deve essere veramente uguale per tutti. Un omicidio è un omicidio, un atto efferato e non ci possono essere attenuanti e riduzione di pena per il più grave dei peccati.

Dio tra le tante cose ci ha comandato: non dire falsa testimonianza, non usccire… Ebbene qualunque sia la giustizia degli uomni sarà lui alla fine il nostro giudice supremo, lui nostro rifugio e nostro sollievo.

Nessuno potrà fuggire, nessuno potrà sfuggire alla giustizia divina poichè nel suo giardino c’è posto soltanto per i fiori più belli e profumati e sicuramente non ci sarà posto per gli assassini senza pentimento, per tutti quelli che non si saranno sinceramente pentiti dinanzi a Dio e agli uomini e che non avranno scontato la giusta pena. Per tutti loro non ci sarà perdono.

Per gli esecutori ma anche per tutti quelli che saranno complici, attraverso atti e dichiarazioni false, pressioni e raccomandazioni per mutare o alleggerire una verità, ci sarà una dura e santa giustizia divina.

Voglio sperare e credere che già la giustizia degli uomini faccia il suo corso e che tanti si ravvedano ritornando sulla retta via. Lo devono soprattutto a te cara figlia mia.

Addio figlia mia, è papà che ti scrive ma anche mamma, tua figlia Martina e tutti quelli che ti vogliono bene e chiedono giustizia”.

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LA VICENDA

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