Il senatore atomico: Fazzone propone il ritorno alle centrali nucleari

Centrale nucleare di Borgo Sabotino

Una riattivazione delle quattro centrali nucleari italiane, compresa quella pontina di Borgo Sabotino, accompagnata dall’apertura di nuovi impianti dedicati alla trasformazione dell’energia atomica. Una proposta presentata nei giorni scorsi e contenuta nel disegno di legge numero 1063/2024, intitolato “Disposizioni per la riattivazione delle centrali nucleari esistenti sul territorio nazionale e la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia nucleare”. Un’iniziativa legislativa che vede come primo firmatario il senatore fondano di Forza Italia Claudio Fazzone, presidente della commissione Ambiente di Palazzo Madama.

«A oggi l’utilizzo di reazioni di fissione nucleare per la produzione di energia elettrica non è previsto dalla normativa nazionale», scrive Fazzone nel documento. «Le politiche di transizione energetica hanno, infatti, riportato in auge questa tecnologia, in quanto essa non rilascia fumi climalteranti e il combustibile ha un costo molto basso, vantaggi cui si contrappone, tuttavia, l’elevatissimo costo di realizzazione degli impianti, anche a fronte di una potenza a volte contenuta degli stessi. In tutto il mondo sono attualmente in funzione circa 440 centrali nucleari in trentadue Paesi; l’energia nucleare rappresenta il 10 per cento di tutta l’energia prodotta a livello mondiale».


Il  disegno di legge, si legge nel testo depositato, «ha l’intento di perseguire il miglioramento del sistema energetico italiano, che i tempi hanno reso ormai necessario e improcrastinabile, e al fine di consentire all’Italia di emanciparsi dalla dipendenza energetica dall’estero si pone l’obiettivo, unitamente all’utilizzo del fotovoltaico, dell’eolico e dell’idroelettrico, di introdurre l’uso pacifico e civile dell’energia nucleare di nuova generazione, preve­dendo la riattivazione degli impianti nucleari esistenti e la costruzione e la gestione di nuove centrali nucleari e del deposito nazio­nale per la sistemazione in sicurezza e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi».