VIDEO – Piano Sociale di Zona, è “guerra” tra Comuni

In foto il sindaco di Campodimele Roberto Zannella e quello di Sperlonga Armando Cusani

Nei giorni scorsi la riunione dei sindaci ha dato vita ad una discussione e poi al voto che ha portato all’approvazione a maggioranza (e non all’unanimità) del documento del Piano Sociale di Zona.

Sul piede di guerra i sindaci di Sperlonga Armando Cusani e quello di Campodimele Roberto Zannella che questo pomeriggio hanno deciso di tenere una conferenza stampa dinanzi al Comune di Fondi per esprimere il proprio dissenso e spiegare il perché del proprio voto contrario.


Il distretto socio sanitario di riferimento è quello LT4 che vede Fondi come Ente capofila e poi vede parte anche Terracina, San Felice Circeo, Monte San Biagio, Lenola e proprio Campodimele e Sperlonga.

Nel corso della conferenza stampa i due sindaci dei due piccoli comuni hanno spiegato come è andata la riunione – ovviamente dal proprio punto di vista – e hanno lamentato da parte dei sindaci degli altri Comuni la volontà di non voler spendere soldi per servizi giudicati essenziali. 

IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA

“Abbiamo approvato un Piano Sociale di Zona per il biennio 2021-2023 che si basa sul consuntivo di quest’anno” ha tuonato il primo cittadino di Sperlonga Cusani.

Un piano sanitario senza anima né cuore che non aiuta le persone in difficoltà e non risolve i problemi del distretto” avevano annunciato già prima dell’intervento odierno Cusani e Zannella.

Oggi, i due hanno rilanciato. Come si può vedere anche dal video, è stato più volte messo in evidenza come a loro modo di vedere la cosa la situazione è importante in quanto nel documento non sarebbero garantiti principi di solidarietà e sussidiarietà.

Per tale motivo Cusani e Zannella hanno spiegato come la loro campagna si svolgerà su due linee parallele: da una parte chiedere alla Regione di revisionare il Piano approvato a maggioranza, dall’altro proseguire con una mobilitazione nei centri più importanti del distretto affinché tutti siano maggiormente informati. “I cittadini devono avere maggiore consapevolezza sul tema – ha accusato il sindaco di Sperlonga – per poter chiedere alla classe politica di fare di più”. Devo pensare che i nostri colleghi sindaci questo piano in profondità non l’hanno letto – ha anche detto Cusani – perché non posso pensare che l’abbiano letto e non si siano accorti che non è soddisfacente per le esigenze del territorio”.

 

LA POSIZIONE DEI SINDACI DI MONTE SAN BIAGIO, FONDI, SAN FELICE CIRCEO E TERRACINA

In foto i sindaci di Carnevale, Maschietto, Schiboni e Tindari

Di seguito la nota, arrivata a ridosso della conferenza stampa dei colleghi Cusani e Zannella e che ha visto i sindaci di Monte San Biagio, Fondi, San Felice Circeo e Terracina esprimersi con una posizione condivisa, rivendicando il voto messo in discussione dai primi cittadini di Sperlonga e Campodimele.

«Condivisione, ascolto, trasparenza e, soprattutto, partecipazione attiva dell’intero territorio interessato: sono solo ed esclusivamente queste le premesse che hanno portato all’approvazione lo scorso 12 ottobre 2021 del Piano Sociale di Zona 2021-2023 del Distretto Socio Sanitario LT4, frutto del lavoro di tavoli tematici a cui hanno lavorato tecnici, assistenti sociali ed esperti di tutti i comuni interessati».

I sindaci di Fondi, Terracina, Monte San Biagio e San Felice Circeo difendono il PSdZ, rispediscono al mittente le accuse lanciate questo pomeriggio in Piazza Municipio e ricostruiscono la genesi di un documento di fondamentale importanza per la programmazione delle politiche sociali dell’intero distretto.

«Un documento – ribadiscono i primi cittadini Beniamino Maschietto, Roberta Tintari, Federico Carnevale e Giuseppe Schiboni – che, partendo da un’attenta e dettagliata fotografia del territorio e dalla necessità di garantire i livelli essenziali delle prestazioni sociali nei sette comuni interessati, è riuscito a formulare una proposta personalizzata in base alle reali esigenze dei cittadini».

In che modo? Dando vita ad una massiccia campagna di comunicazione finalizzata a massimizzare gli standard di inclusione. Tutti, dalle associazioni ai privati cittadini, hanno infatti avuto la possibilità di partecipare ai tavoli di lavoro tant’è che tantissime realtà, dalla Caritas all’intero paradigma di sigle sindacali, dai politici alle organizzazioni sociali di ogni forma e tipologia, vi hanno effettivamente preso parte. Ancor prima dei tavoli, sono stati accolti suggerimenti da parte dei cittadini tramite un questionario online la cui promozione è stata oggetto di una campagna promossa, oltre che tramite i social, dall’emittente Radio Show Italia 103.5. I lavori sono infine stati interamente pubblicati, oltre che sul sito ufficiale del distretto, sul canale YouTube del Comune di Fondi e, passo dopo passo, comunicati dal Comune capofila (Fondi) alla parte politica, tecnica e dirigenziale degli altri sei comuni interessati (Campodimele, Lenola, Monte San Biagio, San Felice Circeo, Sperlonga e Terracina).

Il risultato – come riportato anche nella premessa del Piano – è un documento di programmazione dinamico, che sarà quindi monitorato e aggiornato nel tempo, il cui obiettivo è quello di porre le basi per politiche sociali integrate, in ottica di welfare di prossimità, definendo obiettivi strategici e priorità d’intervento capaci di fornire servizi di qualità, in un contesto di risorse finanziarie scarse e domanda crescente.

«Mente con l’intento di mentire – proseguono i quattro sindaci – chi, sapendo che ai lavori hanno avuto voce in capitolo cittadini, associazioni di volontariato, assistenti sociali ed esponenti di ogni schieramento, definisce il corposo documento approvato, per motivazioni meramente politiche e personalistiche, un “piano sanitario senza anima né cuore, che non aiuta le persone in difficoltà e non risolve i problemi del distretto”. A tal proposito vale la pena ricordare che chi oggi contesta questo piano ha più volte parlato, durante la conferenza dei sindaci, di voler privatizzare i servizi sociali o, comunque, di voler ricorrere a forme giuridiche, come le fondazioni o le srl, che collidono con la natura pubblica dei servizi sociali e che, oltre a piegarsi più facilmente a interessi personalistici, non sono conformi a quanto consentito dalla normativa nazionale e regionale».

Il documento, al contrario, è stato redatto nello scrupoloso rispetto delle linee guida fissate dalla Regione Lazio, dando la priorità, con il coinvolgimento di tutti i comuni interessati e con la partecipazione dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Latina, a quelli che erano gli obiettivi realisticamente raggiungibili (meglio descritti nell’infografica).  

«Il PSdZ – concludono – rappresenta un punto di partenza per attivare un processo innovativo, che possa replicarsi e migliorarsi nel futuro. Nel documento approvato, quindi, c’è tanta analisi del territorio, pieno rispetto delle normative, moltissima condivisione e poca politica. Chi afferma il contrario lo fa solo per interessi politici o personalistici che nulla hanno a che vedere con le reali esigenze dei cittadini chiamati in causa».

 

MANCA ALL’APPELLO LENOLA

All’appello manca il Comune di Lenola che, a quanto pare non avrebbe preso parte al tanto discusso voto della riunione dei sindaci che ha sancito la spaccatura con da una parte i primi cittadini di Sperlonga e Campodimele e dall’altra quelli di Fondi, Terracina, San Felice Circeo e Monte San Biagio. Oltre all’assenza al voto, al momento non c’è neppure una posizione presa sul tema, in quanto il primo cittadino Fernando Magnafico non ha firmato il documento con i “sindaci maggioritari” che hanno approvato il documento, né era presente o è stato citato dai colleghi Cusani e Zannella durante la conferenza stampa.