Acqualatina, dai sindaci ok all’aumento delle tariffe delle bollette

Venerdì mattina presso la sala consiliare della Provincia di Latina si è tenuta la Conferenza dei sindaci dell’Ato 4. Due, i punti all’ordine del giorno: ‘Approvazione del Metodo tariffario Idrico per il terzo periodo regolatori MTI-3’ e ‘Specifiche di definizione sulle manutenzioni straordinarie’. Il risultato finale? A quanto pare aumentano le tariffe delle bollette idriche a carico dei cittadini, seguendo in sostanza la diffida dell’Arera. Un’approvazione quasi plebiscitaria: 17 comuni favorevoli, 2 astenuti (Formia e Castelforte) e un voto contrario (Ventotene; aveva votato no anche Bassiano, ma il primo cittadino è stato dichiarato assente per essere andato via prima della ratifica a causa di questioni di salute). Assenti i rappresentanti di Aprilia e Cisterna.

“Settanta per cento di dispersione idrica a livello provinciale, in crescita rispetto agli anni precedenti, terzo posto a livello nazionale per perdite, la risposta di Acqualatina, con voto quasi unanime dei sindaci della provincia di Latina oggi nel corso della Conferenza dei sindaci è aumentare le tariffe, ovvero quello che chiunque saprebbe fare: + 4,9% per il 2020, + 5% per il 2021, + 1,87% per il 2022, + 0,37% per il 2023. Altro che crisi economica, quella al massimo riguarda gli utenti che ancora una volta saranno costretti a pagare di più a fronte di servizi non all’altezza“. Queste le parole della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Gaia Pernarella, tra i primi a commentare la decisione.


La consigliera regionale Gaia Pernarella (M5S)

“Un provvedimento che il 1° febbraio, in piena pandemia – prosegue Pernarella -, era stato solo rinviato e che oggi invece passa nel quasi silenzio generale che sarà rotto quando le bollette più salate inizieranno ad arrivare nelle case dei cittadini. Quanto andavamo affermando e chiedendo allora, ancora di più vale oggi: se le morosità riscontrate sono sia pubbliche che private, perché far pagare i debiti degli enti pubblici inadempienti ai privati cittadini? Perché lasciare che loro paghino due volte un disservizio? Non è possibile accettare che la soluzione ai problemi causati dalle proprie deficienze si risolva con l’aumento delle tariffe peraltro contribuendo all’utile di una società che nel bilancio 2019, l’ultimo a oggi pubblicato, ha dichiarato un guadagno di 11 milioni di euro. Senza dimenticare il punto 2 dell’ordine del giorno anch’esso candidamente approvato dall’Egato 4 ovvero la revisione delle ‘specifiche di definizione sulle manutenzioni straordinarie’: in sostanza vengono abbassati i metri di condotta lineari da riparare, per passare dalla manutenzione ordinaria a quella straordinaria, dai 10 metri fino a ieri previsti a 5 metri. Se consideriamo che la manutenzione ordinaria rientra nella tariffa mentre la straordinaria incide sul piano degli investimenti e quindi è quella che fa aumentare di anno in anno la tariffa, è ben facile capire chi ci perde: sempre i cittadini. Che ancora una volta – conclude l’esponente pentastellata – non sono tutelati dai propri sindaci”.