Centrale nucleare, terminata demolizione degli schermi dei boiler

Sogin ha terminato martedì i lavori di demolizione degli schermi dei generatori di vapore (boiler) dell’edificio reattore della centrale nucleare di Latina. Si conclude così un passaggio significativo per il decommissioning dell’impianto pontino che ha avviato, di fatto, le attività di smantellamento dell’edificio reattore.

Gli schermi erano le sei strutture in calcestruzzo armato che isolavano dall’esterno le condotte superiori di collegamento fra i boiler e l’edificio reattore. Ogni schermo era costituito da due parti, spiegano dalla società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi: un elemento superiore orizzontale, collegato all’edificio reattore, di circa 145 tonnellate e uno inferiore verticale, in uscita dai boiler, di circa 50 tonnellate. Per la loro rimozione, Sogin ha adottato la tecnica della demolizione controllata con taglio in quota, a circa 50 metri d’altezza, mediante disco diamantato.


“Una volta sezionato, ciascun blocco, di circa 2 tonnellate, è stato movimentato a terra, con gru a torre appositamente installata. In seguito – continuano da Sogin – si è proceduto al trasferimento dei blocchi in un’area attrezzata per separare il ferro dal calcestruzzo. Questa soluzione ingegneristica ha garantito la massima sicurezza nello svolgimento dei lavori e il minimo impatto per le strutture”.

I lavori hanno prodotto complessivamente circa 1.200 tonnellate di materiale che, dopo gli opportuni controlli radiometrici, verranno allontanate dal sito e inviate a recupero, nell’ambito della strategia di economia circolare perseguita da Sogin.

Complessivamente, dicono le stime degli addetti ai lavori, lo smantellamento della centrale di Latina produrrà circa 319mila tonnellate di materiali. Di queste, saranno inviate a recupero circa 297mila tonnellate (il 93%), per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo.