Lotta al virus Hiv, Latina aderisce a “Fast-Track Cities”

Il Comune di Latina al lavoro contro la diffusione del virus HIV. Oltre alle iniziative già intraprese, lo farà anche con un nuovo strumento strutturato, ancora poco diffuso (solo 200 città nel mondo e 4 in Italia già operative), ma nel quale l’amministrazione di Latina Bene Comune crede fermamente e che ne giorni scorsi è stato posto all’attenzione dei consiglieri della commissione Welfare.

“Si tratta di Fast-Track Cities, un percorso volto a raggiungere, entro il 2030, una profilassi pre-espositiva per le persone che sono a rischio di esposizione (offrendo una pillola)”, spiegano dal gruppo consiliare di Lbc. “Si tratta di un progetto che coinvolge la comunità ed entra a far parte nel quadro di interventi e sensibilizzazione della Rete Città Sane, già avviato da questa amministrazione e di cui è referente la consigliera Luisa Mobili. Le esperienze più efficaci ci sono state a Parigi, una delle prime città aderenti. Gli obiettivi, ambiziosi, prevedono: il 90% di persone affette da Hiv ‘agganciate’ e rese consapevoli della propria condizione, l’annullamento della discriminazione e della disapprovazione.


In sostanza, il 90% delle persone con Hiv dovrà essere reso consapevole del proprio stato; a questo stesso 90% andrà garantito l’accesso alle terapie antiretrovirali puntando ad ottenere il 90% di soppressioni virologiche, stato che rende le persone con HIV non infettive.

I tre parametri entro il prossimo decennio dovranno salire al 95%: un obiettivo che l’Onu considera determinante, assieme alla prevenzione primaria, per sconfiggere l’Aids entro il 2030. A questi target la convenzione affianca un quarto obiettivo fondamentale, da raggiungere prima possibile: “zero stigma” nei confronti delle persone con Hiv.

Prevista, infine, una stretta integrazione con i servizi per lo screening e la cura di tutte le altre infezioni sessualmente trasmissibili, delle epatiti virali e della tubercolosi.

A Latina l’ospedale segue circa 600 persone HIV positive, delle quali il 99% non è più contagioso; ci sono però forse altre circa 300 persone che sfuggono ancora alla conoscenza del proprio stato. Sono i dati emersi nel corso della commissione. Dati non allarmanti, ma che vanno tenuti sotto controllo.

È stato creato – continuano da Lbc – anche un centro per le gravidanze per donne sieropositive ed un ambulatorio PreP (profilassi pre-esposizione) che collabora con diverse associazioni del territorio per diffondere la conoscenza”.

“Tutto quello che stiamo facendo è la cornice di quanto questa amministrazione ha da sempre seguito e sostenuto, garantendo adesso anche un luogo fisico alla rete di rapporti intessuta in questi anni”, spiega Chiara Grenga, vice presidente della commissione Welfare. “L’adesione a Fast-Track Cities è netta da parte dell’amministrazione – ha aggiunto in commissione l’assessora Patrizia Ciccarelli – che si impegna responsabilmente in un percorso ambizioso e sfidante. Gli spazi che stiamo acquisendo dall’Ater al Nicolosi, creeranno un presidio e allo stesso tempo un luogo neutro per offrire un più facile accesso all’informazione, alla prevenzione e alla conoscenza”.

“Il beneficio di un’attività di sensibilizzazione, diffusione, prevenzione come quella proposta a cui l’amministrazione dà tutto il suo sostegno – afferma il consigliere Emanuele Di Russo, presidente della commissione – è per tutta la comunità e richiede la responsabilità e un accompagnamento fraterno oltre che sanitario e scientifico di tutti. Fast-Track cities va inteso come un acceleratore di buone pratiche che sul nostro territorio trovano già buon riscontro e che proprio per questo, con una definitiva“terapia d’urto”, possono raggiungere l’annullamento del problema entro il 2030”.