Acqua torbida e salute pubblica: l’esposto-fiume di associazioni e comitati

Acqua periodicamente torbida, non potabile, ritenuta potenzialmente rischiosa per la salute pubblica. E ora al centro di un lungo e dettagliato esposto-denuncia a firma di un gruppo di realtà civiche attive nel sud della provincia di Latina: l’associazione Cittadini per la Tutela dei Beni Comuni di Formia, l’associazione Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine, l’associazione Pendolari Stazione di Minturno Scauri, il Comitato spontaneo di Cittadini del Basso Lazio, il Coordinamento Acqua Sud Pontino e il Laboratorio Socio-Politico ‘San Giacomo’ di Gaeta. Quasi sterminato, il numero di destinatari dell’esposto, inviato in questi giorni al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare Sergio Costa; al Ministro della Salute Roberto Speranza; all’Istituto Superiore di Sanità; al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti; all’assessore ai Lavori Pubblici, Tutela del territorio, Mobilità della Regione Lazio Mauro Alessandri; alla Direzione Regionale Lavori Pubblici, Stazione Unica Appalti, Risorse Idriche e Difesa del Suolo; all’ARERA; all’Autorità nazionale anticorruzione; al Garante Regionale del Servizio Idrico Integrato Paola Perisi; all’arcivescovo di Gaeta Luigi Vari; al prefetto di Latina Maria Rosa Trio; alla Procura Regionale della Corte dei Conti; alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino; alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Latina; al Presidente di Acqualatina S.p.A. Michele Lauriola; all’Amministratore Delegato di Acqualatina S.p.A. Marco Lombardi; al suo Collegio sindacale; al presidente della Provincia di Latina e presidente ATO4 Carlo Medici; al Responsabile Segreteria Tecnica Operativa ATO 4 Umberto Bernola; al presidente dell’OTUC – Organismo per la Tutela degli Utenti e dei Consumatore del Servizio Idrico Integrato; al Direttore Generale dell’Asl di Latina Giorgio Casati; al Direttore Sanitario della stessa azienda, Luciano Cifaldi; al direttore del Dipartimento di Prevenzione Igino Mendico; al Dirigente dell’UOC Igiene e Sanità Pubblica Amilcare Ruta; al direttore Responsabile del Distretto Sanitario 5 Antonio Graziano; al dirigente Asl I fascia – Servizio Igiene, Alimenti e Nutrizione Patrizia Lucantonio; al presidente della Confcommercio Lazio Sud Giovanni Acampora; al presidente dell’Ascom ormia Giovanni Orlandi; per finire, a tutti i sindaci dell’ATO4.


DI SEGUITO L’ESPOSTO, RIPORTATO INTEGRALMENTE E AVENTE COME OGGETTO “POTABILITA’ DELL’ACQUA E SALUTE PUBBLICA” 

«Riscontro alla nota di Acqualatina prot. 2019O -17248 del 03/12/2019

Con la presente, intendiamo manifestare alle Istituzioni in indirizzo il nostro allarme in ordine alla situazione gravissima che i cittadini del Sud Pontino stanno vivendo a causa della presenza, accertata dall’ARPA LAZIO in data 27.12.2019 prot. 82418 (All.1), nell’acqua erogata da Acqualatina S.p.A., di batteri coliformi ed escherichia coli oltre a intensi fenomeni di torbidità dell’acqua potabile perduranti da ottobre 2019 (invero, ripe-tutamente segnalati da dicembre 2017).

Considerato che l’acqua potabile deve essere un’acqua che si possa bere senza pregiudizio per la salute, esprimiamo la preoccupazione della popolazione tutta relativamente alla qualità dell’acqua erogata nelle abitazioni, nelle scuole, nei pubblici esercizi (bar, ristoranti, pescherie, panetterie, ecc.) che a seguito di piogge, a volte più intense ma che devono ormai considerarsi abituali, fuoriesce dai rubinetti “… di colore marrone intenso e di consistenza fangosa con ogni probabilità attribuibile alla presenza di argilla, particelle colloidali, e microorganismi, tale da vietarne l’utilizzo sia per scopi igienici che per scopi alimentari.” (cit. Comune di Spigno Saturnia Ordinanza n. 73 del 21/12/2019 Divieto di utilizzo dell’acqua per uso alimentare e sanitario).

Riteniamo necessario portare all’attenzione delle SS.LL. che, nell’arco di 14 mesi (ottobre 2018 – dicembre 2019) il gestore, tramite comunicazioni via sms o informativa pubblicata sul suo sito internet, rappresentava alla cittadinanza che erano in corso fenomeni di torbidità a seguito delle quali alcuni Comuni del sud pontino emettevano ordinanze di non potabilità per periodi variabili da numerosi giorni a mesi (all. 2).

Considerato che nel solo Comune di Formia sussistono importanti delibere di Consiglio Comunale n.1/2008 e n.85/2012 che attestano la conoscenza della problematica e l’impegno da parte di Acqualatina alla risoluzione del problema.

Considerato, altresì, che al problema della torbidità si è aggiunto quello più grave accertato dalla ASL e Arpa Lazio, tramite analisi chimiche effettuate a campione sulle acque erogate dalle sorgenti Mazzoccolo e Capodacqua, della massiccia presenza di pericolosi batteri (inquinamento microbiologico) da cui è dipesa l’impossibilità di utilizzo dell’acqua per qualsiasi uso.

  • Anche in assenza di ordinanze AD HOC, la risorsa idrica si presentava ICTU OCULI inutilizzabile talché i periodi di mancata fruizione sono molto più lunghi di quelli strettamente collegati alle ordinanze.

2 Si vedano, EX MULTIS, le ripetute ordinanze del Comune di Formia: Ordinanza n.21 del 20/11/2018, n.26 del 15/12/2018, n.32 del 28/05/2019, n.77 del 03/11/2019, n. 92 del 26/11/2019, n.103 del 23/12/2019 revocata dopo 17 giorni; del Comune di Gaeta Ordinanza n.471 del 4/11/2019 revocata dopo 38 giorni).

3 L’acqua non potabile fa da tramite a molti batteri patogeni, virus e protozoi parassiti che entrano in circolo nel nostro corpo e causano malattie. Le persone che bevono acqua contaminata, si lavano o si bagnano con essa, possono entrare in contatto con questi

Considerato che fattura per la fornitura idrica non è una tassa, ma un canone corrispettivo di un servizio, per cui, laddove manchi la prestazione adempiuta correttamente, all’utente spetta la restituzione delle somme versate (ad esempio, per il canone di depurazione) ed il risarcimento per essere stato costretto ad approvvigionarsi a fonti alternative e più costose (si pensi alle bottiglie d’acqua del supermercato).

In tale contesto individuiamo alcune CARENZE E RESPONSABILITÀ:

  • ASL territorialmente competente

Non possiamo non sottolineare l’assenza totale di comunicazioni ufficiali da parte della ASL che non fornisce alcun riscontro con analisi chimico-batteriologiche a quanto comunicato dal gestore idrico, pur essendo stato più volte richiamato il suo intervento dai Sindaci del sud pontino (Comune di Spigno Saturnia, Comune di Formia), lasciando la cittadinanza e i sindaci stessi nell’incertezza sull’utilizzabilità dell’acqua per scopi igienico-sanitari. Tale situazione provoca timori per la salute, in particolare per i soggetti più deboli, quali bambini, anziani e ammalati, e induce all’acquisto e consumo di acque minerali imbottigliate, utilizzate persino per l’igiene personale, con un sovraccarico economico non di poco conto. Resta il dubbio su quanto avvenga negli esercizi commerciali e sul tipo di acqua utilizzata dai gestori, poiché le suddette acque rappresentano per loro una spesa aggiuntiva che finirebbe per gravare sui costi di gestione.

  • ACQUALATINA – Servizi sostitutivi e compensativi alla torbidità

Richiamiamo l’attenzione sulla dei Carta dei Servizi del servizio idrico integrato approvata nel 2002 che prevede la continuità del servizio, ammettendo, in caso di emergenza “la distribuzione di acqua potabile tramite autobotti e, ove possibile, con la consegna di sacche di acqua potabile”. Tali sacche non sono state mai consegnate e anche il rifornimento di acqua con autobotti, non è stato repentino né corrispondente alle necessità, pur se preannunciato con comunicati non veritieri e in alcuni casi la stessa qualità delle acque fornite in autobotte appariva, altrettanto torbida, acuendo notevolmente il disagio. Nel Comune di Minturno si è assistito, per di più, alla chiusura delle cosiddette “casette dell’acqua” che rifornivano gli utenti, al costo di 0,05 euro al litro, ugualmente di acqua non potabile

  • ACQUALATINA rispetto alle richieste dei cittadini, Sindaci e ASL

Nel dare specificamente risposta alla nota, a noi indirizzata, da Acqualatina S.p.a. (prot. 2019O -17248 del 03/12/2019) (all. 3) e alle affermazioni del suo Amministratore Delegato, riportate su alcuni quotidiani locali e nazionali in merito agli “interventi strutturali initinere e in grado di stabilizzare il servizio anche in caso di torbidità intensa” (cit. nota prot.2019O -17248 del 03/12/2019), riferiamo che il gestore, utilizzando in ogni comunicazione un identico testo (si veda da ultimo articolo del 29/12/2019 pubblicato su Messaggero), annovera, tra gli interventi in fase di completamento da utilizzare a tale scopo:

agenti patogeni che, in certe zone del mondo, possono anche portare alla morte. Febbre tifoide, colera, epatite A o E sono alcune del-le malattie che si rischia di contrarre attraverso il consumo di acqua non potabile.

  • Cass. sent. n. 2182/16 del 4.02.2016
  1. Campo pozzi “25 Ponti” (sito nel Comune di Formia) che consentirà, a detta del gestore ma in assenza di riscontri documentali tecnico-scientifico ed anzi in contrasto con gli studi esistenti, una volta completata l’opera con la realizzazione di 6 nuovi pozzi, di “fornire acqua esente da fenomeni di torbidità” ai Comuni di Gaeta e Formia per un totale di 200l/s, con un investimento complessivo di 5 milioni di euro ottenuto a seguito degli stanziamenti effettuati nel 2017, con OCDPC n.474/2017 del Presidente della Regione Lazio per la realizzazione di opere che avrebbero dovuto sopperire ad una ipotetica crisi idrica futura.

E’ gravissimo che, in merito a tali costose opere, i vertici di Acqualatina omettano di comunicare gli esiti negativi di un recentissimo studio tecnico-scientifico finalizzato alla progettazione di un sistema di monitoraggio dell’intrusione salina del Campo Pozzi nell’area 25 Ponti nell’ambito dei lavori di realizzazione del nuovo campo pozzi in località 25 Ponti nel Comune di Formia” affidato, dagli stessi, in data 06/04/2018, con procedura negoziata all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, al costo di euro 35.000,00 (cfr. all. 4).

Tale studio ha prodotto, tra l’altro, ben due importanti pubblicazioni, delle quali riportiamo una sintesi (studi condotti dal Prof. Sappa e collaboratori del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Roma “La Sapienza”): “Sono stati qui presentati i risultati di una valutazione della qualità delle acque sotterranee condotta nella regione costiera carsica degli Aurunci Occidentali (Italia Centrale), in quanto questi acquiferi carbonatici carsici ben rappresentano alcuni tipici caratteri idrogeologici della parte meridionale della Regione Lazio.

Sono stati analizzati campioni di acque sotterranee raccolti da due sorgenti e da due pozzi, sfruttati per uso idropotabile, per studiare i principali processi che controllano l’evoluzione idrogeochimica e le proprietà della qualità dell’acqua.

Il modello geochimico mostra che tutte le acque sotterranee appartengono alla facies idrogeochimica Ca-HCO3 (bicarbonato calcica), mettendo in evidenza una diversa mineralizzazione tra campioni di acqua delle sorgenti e dei pozzi.

Le sorgenti Mazzoccolo e Capodacqua di Spigno presentano caratteristiche geochimiche simili, relative al processo di dissoluzione del carbonato che si verifica nella falda acquifera.

Al contrario, la vicinanza alla costa del campo pozzi “25 Ponti”, i valori più alti di EC (electrical conductivity – Conducibilità Elettrica), e gli incrementi nei valori di concentrazione degli ioni sodio e cloro misurati nei campioni di acqua dei pozzi, indicano un potenziale fenomeno di intrusione dell’acqua di mare. Al fine di valutarne l’entità sono stati usati rapporti ionici, approcci grafici e specifici indici.

Nel pozzo di Tulliola, tutti i parametri geochimici analizzati cambiano nel tempo proporzionalmente alle portate di emungimento (crescenti), avvicinandosi ai valori ottenuti per i campioni del pozzo di Terenzia. Infatti, i due campioni di acqua prelevati nel pozzo di Terenzia, prima e dopo lo slug test (prova eseguita in maniera da produrre una istantanea variazione del livello statico in un pozzo e misurare, in funzione del tempo, il conseguente recupero del livello originario), mostrano la massima mineralizzazione (maggiore presenza di Na e Cl) molto probabilmente correlata all’intrusione di acqua di mare (per risalita del cuneo salino); ciò a dimostrazione degli effetti negativi dell’emungimento sulla qualità delle acque sotterranee (salinizzazione della falda) che al contrario, in condizioni indisturbate (assenza di emungimenti indotti), mostra caratteristiche chimiche simili a quelle delle sorgenti Capodacqua e Mazzoccolo.

I risultati ottenuti confermano che gli acquiferi carbonatici costieri sono molto vulnerabili, per cui necessitano di monitoraggio continuo e sistematico, al fine di realizzare uno sfruttamento sostenibile delle acque sotterranee ANCHE IN PERIODI DI EMERGENZA.”

In relazione a quanto evidenziato, ci chiediamo e Vi chiediamo, come possa Acqualatina S.p.A., rappresentata dal suo A.D. Marco Lombardi, continuare a proporre questa soluzione tecnica al problema TORBIDITA’, rappresentandola come indispensabile a cittadini, Enti e istituzioni pubbliche!

  1. Interconnessione Minturno – Cellole: per tale opera è stato stanziato un investimento iniziale di 3 milioni di euro grazie all’OCDPC n. 474/2017 del Presidente della Regione Lazio, a fronte di una spesa stimata di circa 7 milioni di euro.

Tale opera dovrebbe garantire, sempre secondo le apodittiche affermazioni di Acqualatina S.p.A., 160 l/s di “acqua non soggetta a fenomeni di torbidità“ a disposizione dei comuni di Minturno, Castelforte, Spigno Saturnia e Santi S.S. Cosma e Damiano.

Ebbene, anche in merito a tale opera, vorremmo fare alcune considerazioni.

I fondi stanziati con OCDPC n. 474/2017 del Presidente della Regione Lazio, in quanto emergenziali e legati alla presunta crisi idrica del 2017, dovevano dar luogo ad opere da ultimarsi in 180 giorni.

Tale periodo è infruttuosamente trascorso ma, per motivare e giustificare l’utilizzo di tali fondi a distanza di due anni, il gestore sostiene che verranno impiegate per risolvere il problema TORBIDITÀ.

Ma a quale costo?

L’acqua proveniente dalla condotta Minturno-Cellole viene ceduta dall’ATO5 Lazio, sorgente del Gari (Cassino), per un tot. di 4.000 l/s, ad Acqua Campania S.p.A. e alimenta l’acquedotto della Campania occidentale. Acqua Campania S.p.A. è tenuta unicamente al ristoro ambientale a favore del Comune di Cassino pari a 200 l/s al costo di 0,16 euro al metro cubo per un totale annuo di 1,2 milioni di euro.

Un’assurda triangolazione rispetto alla quale ancora non è stata resa nota la convenzione tra Acqua Campania S.p.A. e Acqualatina S.p.A. e dunque i costi a carico degli utenti.

Preme evidenziare che tali opere, provenienti da un piano predisposto in via emergenziale, potrebbero essere appaltate in deroga al D.Lgs. 50/2016 (CODICE DEGLI APPALTI), non garantendo dunque i principi di trasparenza e pubblicità, economicità, libera concorrenza e correttezza che opere di tali importi, ormai non più emergenziali, dovrebbero assicurare.

  1. Sorgente di Forma del Duca riattivata, in piena emergenza nell’agosto del 2017, per fornire circa 16 l/s di acqua a seguito di istallazione di un dearsenificatore.

Anche questa opera ha comportato un investimento per un impianto tecnologico volto a filtrare dall’acqua dall’arsenico, dal floruro, dall’alluminio e da altri metalli pesanti con costi elevati di istallazione e manutenzione rispetto alla quantità di acqua che realmente arriverà nelle case dei cittadini

Preme, infatti, sottolineare che tali interventi quand’anche si rivelassero la panacea di ogni male, si scontrerebbero con l’annoso problema della DISPERSIONE IDRICA6, ben noto ad Acqualatina S.p.A. sin dal suo ingresso nella gestione, tanto da aver sempre posto come prioritario l’obiettivo degli investimenti sul ripristino delle reti e riduzione delle perdite, con impegni di spesa adottati nei Piani d’Ambito sin dal lontano 2002 e ciclica-mente riproposto nel corso dei suoi 17 anni di gestione.

Ad oggi, tutte le promesse e i piani di investimento sono stati, invece, clamorosamente disattesi.

Da ultimo, in riferimento alla nota in oggetto, indirizzata alle nostre Associazioni di cittadini, Acqualatina S.p.A., in merito al già approvato Piano Operativo “Ambiente” Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per il periodo di programmazione 2014-2020, di competenza del MATTM, per i cui finanziamenti l’Ato4 ha recentemente approvato l’”Accordo di programma per la realizzazione di interventi di miglioramento del Servizio Idrico Integrato”, per un importo che ammonta ad € 4.115.600,00, quale cofinanziamento ed integrazione a quanto già previsto dal Piano d’Ambito, non possiamo non sottolineare che il gestore continua a fornire indicazioni generiche sulla tipologia di interventi destinati al Sud Pontino premurandosi solo di indicare nel dettaglio gli importi finanziati e quelli a carico della tariffa sulla quale ultima vengono sovraccaricati CIRCA 6 MILIONI DI EURO, come evidenziato dalla Determina. Un altro dato, inoltre, è possibile estrapolare da tale documento, ovvero che su 34.711.215,00 euro di investimenti in tutto il Lazio, l’Ato4 (Acqualatina) contribuisce con il 60% con la tariffa, caricando sulla stessa la percentuale più alta, mentre l’Ato2 (Acea) partecipa con il 40%, l’Ato1 (Viterbo) partecipa con il 25% el’Ato3 (Rieti) contribuisce con 0% in tariffa.

In CONCLUSIONE intendiamo ribadire che le nostre SORGENTI, in merito ai fenomeni di torbidità, sono state oggetto di studi geologici già dagli anni Ottanta successivamente ripresi da pubblicazioni anche nei decenni a venire. Studi che individuano, per le caratteristiche idrogeologiche dei Monti Aurunci, le sorgenti di Capodacqua e Mazzoccolo, sulla base dei valori medi annui di portata, come sorgenti molto costanti e offrono soluzioni e opere migliorative di captazione già sperimentate, alcune delle quali PERSINO A BASSO COSTO (rispetto alle faraoniche opere immaginate dalla prolifica mente degli Amministratori succedutisi in Acqualatina S.p.A.) che consentirebbero di risolvere definitiva-mente i problemi di torbidità di acqua e di gestione delle risorse idriche utilizzando i nostri massicci carsici come immensi “SERBATOI NATURALI DI COMPENSO” di cui disporre anche per far fronte alle emergenze. Soluzioni queste, suffragate da studi scientifici e realizzabili con metodologie all’avanguardia per immagazzinare le acque all’interno dei territori.

Sono forse soluzioni troppo economiche per il Gestore?

Ricordiamo che nel Piano trentennale degli investimenti Acqualatina prevedeva lavori da eseguire nei primi 6 anni di gestione per 2,5 mld di lire sulla sorgente di Capodacqua e 5,0 mld di lire sulla sorgente di Mazzoccolo. Nulla di ciò è stato realizzato!

Tutto ciò premesso,

CHIEDIAMO

al Presidente dell’ATO4 e ai Sindaci

di procedere, prioritariamente, con iniziative e opere volte a migliorare la captazione delle sorgenti Mazzoccolo e Capodacqua, inserendo tale tema nell’ordine del giorno della prossima Conferenza dei Sindaci e che la STO sovraintenda, con la dovuta oculatezza, alle proposte eventualmente avanzate dal Gestore o che si proceda alla nomina di un Commissario Straordinario che vigili su tutte le operazioni che la Società porrà in essere, dalle gare d’appalto alla verifica dell’esecuzione delle opere a regola d’arte;

– di deliberare, a mente dell’art. 154 comma 1 del D. Lgs. 152/2006 secondo cui “La tariffa costituisce il corrispettivo del SII ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito …”,la restituzione delle somme versate (anche a titolo di depurazione) e il risarcimento dei danni tutti per i periodi di mancata fruizione di acqua potabile previa significativa decurtazione, a titolo di ristoro per l’inadempimento contrattuale, delle somme non dovute per aver ricevuto fornitura di acqua inquinata non utilizzabile per scopi igienico-alimentari;

di riprendere i lavori già avviati nel 2016/2017 volti a dare attuazione al Referendum del 2011 che aveva tra i suoi obiettivi quello di uscire dalle ambiguità societarie; sottolineamo la necessità di prestare la massima attenzione al grave rischio dell’ACCAPARRAMENTO DELLE FONTI IDRICHE in mani private.

Ai Sindaci e Segreteria Tecnica Operativa (STO)

– di assolvere ai doveri di vigilanza e controllo sull’operato del Gestore che, grazie alla rappresentanza riconosciutagli dai cittadini, devono svolgere in seno alla Conferenza dei Sindaci mostrando la massima responsabilità nel decidere e definire la programmazione delle opere da realizzare e nel dettare le priorità.

Al Collegio Sindacale

di vigilare sull’osservanza della legge e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, valutando gli effetti dell’operato della società, anche per la sua intrinseca capacità di spostare l’equilibrio economico finanziario della società.

All’OTUC

di stabilire, attesa la conclamata inadempienza, i rimborsi dovuti agli utenti a carico del Gestore in quanto organismo che dovrebbe operare a tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti dei servizi pubblici locali e a garanzia della qualità, universalità e economicità delle relative prestazioni.

alla ASL di Latina

  • di eseguire costantemente (almeno mensilmente) le analisi chimiche necessarie a riscontrare i valori di torbidità e inquinamento dell’acqua e di comunicarle tempestivamente all’autorità amministrativa locale, a garanzia della cittadinanza non essendo sufficiente la gestione in autocontrollo affidata al gestore idrico spesso in-formato di quanto accade dagli stessi utenti, come attestano le numerosissime segnalazioni al servizio guasti e documentate dai protocolli rilasciati dallo stesso;
  • di essere portati a conoscenza dei protocolli di controllo ordinari e straordinari di natura igienico-sanitari adottati (tipi, frequenza ed esiti delle analisi effettuate) per ciascuno dei siti di campionamento analizzati;
  • che venga creata, da chi di competenza (ASL o Gestore), una pagina web dedicata in modo da poter avere accesso alle informazioni sullo stato della potabilità dell’acqua in maniera semplice, trasparente e tempestiva;
  • di poter fare affidamento sul controllo dell’acqua utilizzata negli esercizi pubblici per scopi igienico-alimentari;

ad Acqualatina S.p.A.

  • di fornire risposte serie, chiare, esaurienti e trasparenti alle richieste dei cittadini,Sindaci e ASL, evitando di utilizzare format standardizzati nelle sue comunicazioni, fossero esse rivolte ad Enti e Istituzioni o ad organi di stampa. Non possiamo accettare dal Gestore forme di comunicazione generiche, apodittiche e non in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale ed economica.

Da anni, infatti, i cittadini/utenti hanno acquisito competenza e conoscenza in ordine alle problematiche ambientali del proprio territorio e non possono accogliere soluzioni progettuali, non supportate da dati tecnici, che, ignorando le più recenti pubblicazioni scientifiche, in nome dell’emergenza, rischiano di condurre a scelte tali da compromettere gli equilibri idrogeologici naturali;

  • di voler procedere con gli indennizzi previsti dalla Carta dei Servizi e, in ogni caso,di voler annullare le fatture emesse dallo scorso mese di ottobre 2019 e impegnar-si a non emetterne di nuove, sino a quando l’acqua non tornerà definitivamente microbiologicamente pura ed utilizzabile per ogni uso umano.

In difetto di immediato riscontro, ci vedremo costretti a tutelare i diritti dei cittadini in sede giudiziaria, per ottenere il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non, subiti e subendi, a causa del marcato inadempimento contrattuale del gestore.

A tutte le altre Autorità in indirizzo

di volersi attivare, ciascuna per quanto di competenza, al fine di accertare le responsabilità collettive ed individuali di tutti gli attori del servizio idrico integrato, gestito in maniera disinvoltamente irrazionale e negligente e volto esclusivamente a trarre profitto da un bene assoluto quale è e deve restare l’acqua.

Restiamo a disposizione per fornire documentazione e prove utili all’adozione di provvedimenti, comunicazioni o interpellanze».