Un laboratorio di scrittura per le detenute del carcere pontino

Lunedì prossimo sarà una giornata davvero particolare per le donne rinchiuse nel carcere di Latina. Grazie alla disponibilità della direzione della casa circondariale, nel pomeriggio si ritroveranno in una saletta per assistere alla proiezione del film Sezione femminile, del regista Eugenio Melloni e prodotto da R2Production di Riccardo Badolato. Il titolo già fa intuire il soggetto, la condizione che devono vivere le donne in carcere, certamente non facile ancor più per le recluse pontine della sezione di alta sicurezza. Questo speciale evento è stato reso possibile dal gruppo della Caritas diocesana che svolge il servizio di volontariato carcerario nella struttura di Via Aspromonte, dove gestisce lo sportello di ascolto per i detenuti.

«Questa esperienza che faremo domani è scaturita da un’altra iniziativa che come Caritas stiamo portando avanti nel carcere», ha spiegato Pietro Gava, coordinatore del servizio, «si tratta di un progetto con cui riusciamo a offrire un laboratorio di lettura e scrittura, che al momento per esigenze organizzative la direzione del carcere ha autorizzato solo per la sezione femminile».


In sostanza, i volontari hanno voluto creare un ponte comunicativo letterario tra l’interno e l’esterno dell’istituto penitenziario per mettere in comunicazione questi due mondi apparentemente così diversi, scegliendo la lettura come attività di comprensione del mondo e favorendo allo stesso tempo la connessione con partner di ogni tipo: istituzioni, altre associazioni, librerie, editori, scuole, lettori. «Siamo convinti che la cultura è una leva strategica per favorire l’inclusione sociale, contrastare le disuguaglianze e le discriminazioni. Pensiamo che la lettura e la scrittura possano essere occasione di crescita», ha concluso Pietro Gava. Le detenute hanno accettato ben volentieri questa esperienza tanto da dare anche un nome al loro gruppo: il cerchio magico. La proposta è arrivata da una delle recluse, ispirandosi all’omonimo gioco che il figlio faceva alla scuola dell’infanzia: si entrava nel cerchio e si parlava delle proprie emozioni. Come andare oltre un muro almeno grazie alla fantasia.