I polli ubriachi, la Corea, gli “inesperti” Salvini e Di Maio: l’ex senatore Razzi, “lavato con Perlana” – VIDEO

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Dissacrante, sagace, provocatorio, ma anche puro nel disvelare con genuinità pezzi di sé che gli conferiscono una dimensione umana che esula il personaggio e restituisce la persona. L’ormai ex senatore Antonio Razzi ha mostrato un concentrato di sé nel libro “ Un Senatore Possibile” di Graus editore, presentato al Lido Sirene di Scauri lo scorso 30 agosto. L’evento, moderato da Marcello Rosario Caliman grazie all’organizzazione di un giovane militante in politica, Kevin Pimpinella, è stato l’occasione per scandagliare i retroscena di un vissuto politico ma anche confidenziale.


Il primo a prendere la parola è stato l’onorevole Gianfranco Conte. “Questo libro è stato giusto ed opportuno perché ci ha fatto conoscere il senatore Razzi nella sua complessa personalità”, ha spiegato. “E’ un libro che ha dei passaggi molto nobili e commoventi: riscopriamo l’Italiano che si è costruito da solo ed anche la sua capacità di autoironia. Questo libro rappresenta Antonio in maniera straordinaria: rappresenta un uomo che ha saputo vivere una situazione di imbarazzo con intelligenza, quella che gli è stata creata da Crozza nell’identificarlo come un Senatore impossibile. Lui ha perso però quell’accento svizzero che lo ha reso oggetto di parodia. D’altra parte un emigrato, come Antonio ama definirsi, perde un po’ il contatto con la lingua d’origine e diventa difficile parlare bene l’italiano. Questa iniziale défalliance che lo ha caratterizzato ha portato Crozza a farne una macchietta, ma di certo lui non lo è. Si tratta di un uomo che viene da un’esperienza di emigrante ed ha potuto raccontare la sua vita e le sue esperienze all’estero, come di quando a 17 anni è partito con una valigia di cartone impiegandosi in un’industria tessile in Svizzera ricoprendo cariche importanti che lo hanno portato poi ad essere presidente della locale Associazione degli Abruzzesi e ad identificarsi con la comunità italiana in Svizzera tanto da esser eletto con il sistema delle preferenze, cosa non semplice. Nel 2006 infatti in Italia c’è stato il sistema elettorale che non premiava persone elette con le preferenze bensì persone messe nelle liste poi proposte con l’elettorato. Si tratta di persone di varia natura che spesso entrano in Parlamento avendo come unico merito quello di esser indicati da qualcuno. Se invece si parla di parlamentari come Antonio, eletti col sistema di preferenze, occorre averne rispetto. Fare il parlamentare è complicato; si necessita di buona volontà, competenze e partecipazione e di certo Antonio sotto il profilo della partecipazione è irreprensibile: presente laddove necessario, sempre pronto per il cittadino. Leggendo il suo libro molto discorsivo e diretto mi ha colpito l’Antonio da giovane dove racconta che si mangiava carne solo due volte l’anno, spesso non si riusciva a coniugare il pranzo con la cena e dove su spinta della famiglia sia avviato in Svizzera col grande desiderio però di comprare una Vespa, per rimorchiare! In Svizzera è riuscito a realizzarsi con impegno e dedizione avendo l’occasione di candidarsi nelle liste degli Italiani all’Estero. E’ stato eletto con l’Italia dei Valori, allora Partito in grande spolvero, e da lì in poi si sono susseguite tutte le vicende che hanno visto fare di Antonio una macchietta da Crozza rappresentandolo come un personaggio deteriore che invece non è. Non è stato pagato da Berlusconi per passare dal Partito L’Italia dei Valori a quello di Forza Italia, cosa dimostrata per tabulas e non perde occasione poi per riferirci della sua vita di parlamentare”.

L’attenzione però è focalizzata ancora un momento sull’uomo ed il senatore abbandonandosi ai ricordi svela tratti della sua giovinezza fatta di dolore e sacrificio senza mai perdere il connotato naturale dell’ironia: “Spesso sono stato preso in giro perché non so coniugare i congiuntivi, tanto che Crozza mi disse di farmene uno tutto mio ed amen! Io non ho studiato perché a 17 anni sono andato in Svizzera, nel 1960″, ha detto Razzi. “Ricordo che nel 1954 c’erano le prime televisioni a colori e per me erano scatole magiche. La televisione non la si poteva vedere se non in qualche locale però dovevi consumare almeno una gazzosa. Ogni volta mi chiedevo che senza mangiare mi gonfiavo con tutte quelle gazzose ma la televisione la volevo vedere! Se si consumava la gazzosa si vedeva il carosello, se si voleva vedere un film bisognava consumare un chinotto oppure una spuma. E’ vero che la carne si mangiava due volte l’anno, aspettando il Natale e la Pasqua; io però avevo studiato un piano per mangiarla una volta in più. Davo i resti di pane imbevuti col vino cotto ai polli. Il pollo si ubriacava ed andava a destra e sinistra nel cortile così io chiamavo mia madre, glielo facevo vedere e lei per paura che avesse qualche malattia ed infettasse gli altri, lo uccideva e lo mangiavamo. Sono andato a lavorare perché non avevamo molti soldi come facevo a studiare? Hanno fatto un programma su La7 dove invitarono me, Di Maio e Di Battista ad una gara sui congiuntivi, 20 domande sui congiuntivi.Venne la presentatrice da me e mi disse che io ero stato il più bravo perché ne avevo sbagliato solo 3 allora dissi che era grave perché loro che ne avevano sbagliato 7, erano giovani ed avevano studiato! Io ho lavorato in ​Svizzera perché dovevo far mangiare i miei fratelli. Si emigrava per fame. Quando arrivai in Svizzera dopo aver fatto il viaggio in treno in piedi da Pescara, fui visitato nudo tutto vergognoso a gurdarci l’uno con gli altri, controllato da tutte le parti pure i denti come i cavalli! E’ un’esperienza di vita che posso raccontare e quando mi chiedono se ho mai lavorato io rispondo che ho timbrato la cartella oltre 500.000 volte e poi chiedo: voi quando avete timbrato la cartella? Ho sempre lavorato ed in Svizzera non mi hanno regalato niente. Ho fatto mille lavori come il cameriere, il cuoco, il venditore di macchine, ho lavorato in banca e questo dopo le mie 8 ore in fabbrica. Sono stato capo dei pompieri 15 anni”.

Mosso da un impeto di maggiore chiarezza riguardo l’essere il ‘politico’ svela il significato della foto di copertina del suo libro: “Nella foto sul libro sono a dorso nudo con una cravatta. Il primo significato è che sono un operaio che ha dovuto mettere la cravatta perché al senato senza cravatta non si entra. Il secondo significato è che mi sono spogliato di tutto e quindi spogliato di tutto vi racconto la mia vita. Il terzo significato è che un operaio come me non entrerà più a fare il senatore perché non è un luogo per operai. E’ stato un caso particolare. Il libro l’ho scritto perché Crozza mi ha fatto nero, ma io sono pulito, non c’ho scheletri negli armadi. La gente pulita non va bene perché non è ricattabile. Io non sono ricattabile ecco perché non sono stato ricandidato, io sono pulitissimo lavato con Perlana! Io voglio fare del bene infatti con la canzone ‘E fammi cantare’ ho raccolto del denaro per un ragazzo che pur avendo studiato non trovava lavoro e si era messo a fare le consegne del pane a Pescara. Il primo giorno di lavoro fa un incidente e rimane paralizzato. Ci voleva una clinica a Zurigo per cercare di riabilitarlo a camminare o a muovere le braccia perché potesse mangiare. Solo io me ne sono interessato. Faccio del bene ed anche il mio cuore sta bene. Fare del male è brutto. Quando sono stato da Berlusconi lui mi ha chiesto: Antonio ma tu non mi chiedi mai niente? Ed io gli ho risposto che io non voglio niente, solo lavorare e basta. I soldi regalati sono maledetti, i soldi sudati sono benedetti. Quando uno vuole la pace va, se invece non la vuole, manda qualcuno”.

Inevitabile l’interesse sul rapporto Razzi/ Berlusconi dove, l’ex senatore fa palese il suo rammarico per la mancata ricandidatura: ”Quando mi chiedono se sono arrabbiato con Silvio perché non mi ha ricandidato io rispondo che sono avvelenato! Se avessi fatto qualcosa di losco, di brutto posso pure capire però io potevo essere il fiore all’occhiello per Forza Italia. Pure io voglio sapere perché, un chiarimento non c’è stato. Ho chiamato tante volte ad Arcore, Palazzo Grazioli, poi basta, non sto mica a pregare i Santi! Spesso mi chiedono della telefonata che Silvio mi ha fatto prima di subire l’intervento al cuore. Ero sul treno tratta Pescara-Roma Tiburtina quando squilla il telefono e Zangrilli mi passa il Presidente che mi dice che sta per andare in macelleria e che i macellai lo aspettano ed io gli rispondo: Presidente vai tranquillo che ringiovanisci pure di 10 anni! Poi ho parlato col sindaco del mio paese e gli ho chiesto di far suonare la banda se l’intervento andava bene e così è stato. Sono rimasto deluso da un uomo che sa come vincere una partita di calcio mettendo in campo persone importanti. Io grazie a Crozza sono diventato ancora più popolare, apprezzato pure e lui lo sapeva. Non doveva candidare persone che non fanno crescere il partito che manco la moglie li ha votati, come è successo in Abruzzo! Io invece sono amato un po’ dappertutto e lui non mi candida?”.

Oramai incontenibile fiume in piena si abbandona alle considerazione riguardo il summit tra Corea del Nord ed America, tra Kim Jong Un e Trump, sostenendo che è stato lungimirante e che dietro quell’incontro impossibile c’è stato anche una parte del suo merito con tanto di suggerimento al vice di Kim preoccupato sulle sorti dell’incontro ad esser ottimista e a mostrare che la Corea del Nord l’impegno alla pace lo aveva promulgato lasciando poi la palla all’America. La pace è quella che era voluta di fondo da entrambe le Nazioni. Indomito, fiero di non aver peli sulla lingua lascia un interrogativo finale suggerito dall’onorevole Conte: ma Antonio Razzi ci è o ci fa? Ai posteri l’ardua sentenza. Il merito suo merito, però, è stato forse quello di disvelare una verità: la semplicità è la forma della vera grandezza.

DI SEGUITO, LE INTERVISTE FATTE NEL POST PRESENTAZIONE 

A PAGINA 2 – VIDEO: “SALVINI-DI MAIO? SO’ RAGAZZI”. E VOLA IN COREA “CONTRO LA TENSIONE NUCLEARE”

A PAGINA 3 – VIDEO: “LA NOTORIETÀ ARRIVATA CON CROZZA? L’HA SFRUTTATA PER FARE DEL BENE”