Costi della politica: quanti soldi si spendono per le indennità dei consiglieri?

Lo scorso gennaio il consiglio comunale di Latina è costato, solo in gettoni di presenza 32.396,92 euro. Lo scrive la determina che assegna come ogni mese le indennità ai consiglieri comunali per ogni presenza che effettuano nelle commissioni consiliari o in consiglio comunale.

Il “gettone di presenza” e il tetto massimo raggiungibile

Ogni singola presenza vale un “gettone” di 92,96 centesimi come stabilito dalla legge che regolamenta la materia e che stabilisce le quote in base allo stipendio del sindaco e la popolazione del Comune in oggetto. Le norme in materia sono molte ma per comprendere i meccanismi fondamentali della norma è importante sapere che ogni singolo gettone vale la cifra già detta, ovvero 92,96 euro e che se ne possono accumulare un massimo di 15 che farebbe 1.394,4 euro. Cifra che però viene adeguata per corrispondere ad un quarto dello stipendio del sindaco (che ammonta a 5.466.18 euro netti) al ribasso (seppur di poco). Quindi il massimo che un consigliere comunale può guadagnare è in realtà 1.366,54 euro. C’è poi da considerare l’Irap al 8,5% (a carico dell’ente pagatore), quindi in definitiva la spesa per i gettoni di presenza per lo scorso gennaio a beneficio dei consiglieri comunali è di 29.858,92 euro netti più l’Irap di 2.538 euro. Appunto i già citati 32.396,92euro complessivi.


Di Giorgi spendeva di più ma…

Giovanni Di Giorgi

Tutti questi numeri fanno girare la testa? In realtà siamo solo al principio, perché prima di gridare al costo eccessivo della “casta”, sarebbe bene comprendere come andavano le cose prima e quindi tanto vale spulciare l’albo pretorio per gli anni precedenti nello stesso periodo. E si scopre rispetto al gennaio 2013, in piena era Di Giorgi, il Comune aveva speso oltre il 13% in più, sforando i 37mila euro. Ma già nel 2014 (solo l’anno dopo), la cifra si era molto ridotta, scendendo al di sotto dei 32mila euro. In effetti, se si guardano i numeri ci si rende conto che questo è il gennaio in cui si è speso di più in gettoni di presenza dal 2014 a oggi.

610mila euro durante l’era Coletta. Il consiglio costa 30mila euro al mese

Damiano Coletta

E ovviamente, una volta che si è fatta una panoramica degli ultimi anni non può non venire la tentazione di sapere quanto è costata la sola voce dei gettoni di presenza ai cittadini. Il dato è compilato e pubblico e noi non abbiamo dovuto fare altro che aggregarlo in modo da dare una panoramica complessiva. In questi 20 mesi (da giugno del 2016 a gennaio 2018 quindi) il costo complessivo in gettoni è stato 610.714,96 euro, un costo medio di 30.535 euro al mese, il che si traduce per i 30 consiglieri comunali (bisogna escluderne uno, ovvero Enrico Forte che essendo già consigliere regionale non percepisce gli emolumenti del Comune) 1.017,85 euro al mese solo per pagare la presenza dei politici nelle sedute ufficiali. Sono numeri più bassi rispetto al passato ma non di molto e si registra, come abbiamo visto, un rialzo dei costi. Nel 2016, il governo Coletta è salito in carica a giugno, per cui vengono contabilizzate 7 mensilità, tra l’altro nemmeno intere perché il primo mese di governo è costato solo 12mila euro circa, il secondo (luglio) 19 e già dal terzo in poi siamo arrivati a pieno regime con un costo perfettamente in linea con la media dei 30mila euro al mese.

I più presenti e i più assenti

Gennaio è stato un mese che ha confermato anche la tendenza dei più presenti e i più assenti con un ex equo tra la consigliera del Pd Nicoletta Zuliani (alla quale vengono accreditate anche le presenze non contabilizzate lo scorso mese per via della chiusura degli uffici nel periodo festivo) che congiuntamente al recordman di Latina Bene Comune Emanuele Di Russo totalizza 17 presenze. Vengono seguiti a ruota da un altro super presenzialista in consiglio e in commissione come Fabio D’Achille, che segue a ruota con 16 presenze per poi vedere il tris di LBC formato da  Celestina Mattei, Marina Aramini, Marco Capuccio con 15 presenze. La classifica degli assenteisti invece vede Antonino Leotta di Lbc con 6 presenze complessive, Francesco Giri sempre di Latina Bene Comune insieme al consigliere di Fratelli d’Italia Andrea Marchiella e in cima alla classifica degli assenti c’è stabile fin dalla scorsa consiliatura il consigliere comunale più votato in assoluto nella scorsa tornata elettorale del 2016 ovvero Giorgio Ialongo, che è il capogruppo di Forza Italia ma che guida anche stabilmente il treno degli assenteisti con una sola presenza in tutto il mese. Chi è assente non percepisce indennità, questo è chiaro. Come pure è chiaro che non esiste un altro dato, se non quello quantitativo, per valutare l’effettivo operato di un consigliere eletto al comune per valutarne l’andamento in consiglio.

La difficile certificazione di qualità per la politica

Nelle commissioni consiliari sono molto rari i momenti di votazione o di reale proposta e non esiste un registro consultabile delle reali attività svolte nella stragrande maggioranza delle sedute ufficiali della politica locale. Al tutto si aggiunga il fatto che il gettone è legato ad una non meglio precisata “presenza significativa” nelle riunioni che ovviamente nessuno controlla, permettendo così ad un consigliere di presentarsi ad un quarto d’ora (ma anche un minuto basterebbe) prima della fine della seduta per firmare, guardare il telefonino per un po’ per poi uscire dal palazzo con il suo bel gettone in tasca. Che senso abbia tutto questo è difficile a dirsi. E così, senza altri dati a supporto di questa libera valutazione, diventa ancora più difficile decidere se sia peggio partecipare a roboanti campagne elettorali per poi essere perennemente assenti nel lavoro quotidiano della politica o la mera presenza senza proposte o effettivo lavoro d’aula. I numeri però possono aiutare e poi ogni cittadino potrà trarre le proprie conclusioni.

A PAGINA 2 – I GETTONI DEGLI ULTIMI 20 MESI E LO STORICO DI GENNAIO DAL 2013