Formia Viva 2018 sul dopo Bartolomeo: “Non ci resta che piangere“

“Le dimissioni di un sindaco, al di là di qualsiasi giudizio politico in merito, non sono mai di per sé una notizia da festeggiare e questo è tanto più vero per Formia, città già economicamente sfibrata da una crisi senza precedenti e moralmente mortificata per essere già assurta alle cronache nazionali in occasione del pasticciaccio Piccolino”-

Il movimento “Formia Viva 2018” si  esprime sulla situazione politica di Formia del dopo Bartolomeo.


“Non è affatto piacevole per l’immagine della città, in generale, e dei suoi amministratori, in particolare, la dichiarazione di un fallimento politico-amministrativo così clamoroso; fallimento che a livello regionale e provinciale relegherà ancor di più nell’angolo la nostra Formia.

Un fallimento per di più anticipato da un’amministrazione controllata targata Pd – Forza Italia confusamente accroccata e scioltasi come nevischio al sole alle prime avvisaglie delle prossime scadenze politiche; infatti sembra del tutto riduttivo la semplicistica motivazione di un ‘dispettuccio personale’.

Nè tantomeno c’è da gioire al pensiero dell’arrivo di un commissario prefettizio, che al massimo si limiterà alla sola ordinaria amministrazione, mentre i morsi della crisi economica, anche per le tante altre cause di ordine più generale, continueranno ad azzannare gli incolpevoli commercianti e cittadini e… l’acqua continua a non scorre dai rubinetti!

Per inciso, che la rete idrica formiana sia, dai tempi di Ninotto Desiato, sempre stata un colabrodo non può essere la scoperta dell’ultimo anno in un clima elettorale già avvelenato; tanto perché i rimedi a vista sembrano quasi miracolosi  e le soluzioni amministrative di lunga gittata sono amministrativamente particolarmente complesse.

Ma, tornado al merito, una prima dolorosa considerazione, a dispetto di una semplicistica, liquidatoria disamina limitata ai soli  ultimi cinque anni, è che a Formia non si è stati in grado per decenni di risolvere nessuno dei  nodi storici che avrebbero consentito un destino ed uno sviluppo sicuramente diverso e migliore per la città.

Cosicché il primo, improbo sforzo è quello di cercare di capire quali sono stati gli errori ripetutamente commessi per azzardare a ipotizzare come evitarne altri per il futuro.

Certamente i due storici sindaci, che si sono alternati nell’ultimo ventennio, si sono caratterizzati, nel bene e nel male, per una gestione eccessivamente monocratica all’interno delle rispettive coalizioni e per una costante, dirompente discontinuità con il rispettivo predecessore.

Ecco un primo perché , a nostro avviso, nessuna delle grandi questioni che affliggono la città  potrà continuare ad essere affrontata e risolta in maniera di parte e ancor di più con solitaria modalità di decisione.

E  servono ancora oggi questi continui di rimpalli di responsabilità? Basta con polemiche e litigate, perché l’uscita di scena dei due storici sindaci può aiutare a ridurre le distanze e agevolare una pacificazione collettiva.

Ma i due sindaci sono stati  i soli colpevoli per non aver realizzato quanto promesso ?

Non vi è stata, forse, intorno a loro anche l’incapacità, l’insipienza e l’ignavia di tanti amministratori della cosa pubblica  degli ultimi decenni ?

Non è, forse, perché  i sindaci sono stati caso mai, eufemisticamente per caso, anche in balia di consiglieri che più che all’abusata pantomima del “bene della città sono stati continui questuanti?

Non è forse questo uno dei motivi principali perché a Formia la pedemontana e il piano regolatore sono ancora nel libro dei sogni? Non è anche per questo che il  colore dei grafici urbanistici ha appassionato di più persino dei colori sportivi? Non è stata la cabala dei numeri ad impedire la soluzione di sconci come la Salid, la D’Agostino, la realizzazione del porto delle nebbie, il pastrocchio della colonia Di Donato e chi ne ha… più ne aggiunga?

E… per tutto questo si sente, per caso, in giro il bisogno di chiedere scusa alla città per un continuo, inarrestabile e, quasi, ineluttabile declino?

E poi, certamente la normativa vigente, senza vincolo di mandato,  favorisce il proliferare di cambi di casacca: in politica non è moralmente etico che chi viene eletto in uno schieramento vada da un’altra parte! Non esiste un vincolo giuridico, ma sottoscrivere almeno un vincolo morale su un pubblico manifesto sarà possibile?

Solo ‘regole ferree’ preventivamente sottoscritte e pubblicate potrebbero costituire il deterrente per porsi al riparo dei questuanti annidati da tutte le parti.

Non capire questa lezione , appiccicare tutto e il contrario di tutto pur di vincere, significa non aver capito che riproporre le stesse modalità di gestione non porterà a nulla di buono; significa non aver capito che si sarebbe dal giorno dopo in attesa dei prossimi commissari  prefettizi che arriverebbero  a ripetizione; perché ai due sindaci è assegnato almeno il punto di aver saputo quasi sempre reggere per decenni l’urto dei ‘peones’.

La casa brucia e nessuno può pensare di essere l’unico pompiere giusto in grado di spegnere l’incendio che ci sta bruciando tutti insieme, siamo già da questo punto di vista stati tutti scottati; e allora solo tutti insieme e alla luce del sole di Formia, anteponendo questa volta sì ‘il bene della città’ su tutto, possiamo quanto meno nutrire un  minimo barlume di speranza per il futuro.

Ripetiamo tutti insieme, anche ai tanti che ancora giocano sugli equivoci o mal celatamente mascherano ambiziosi progetti personali, perché solo tutti insieme si potranno avere i numeri, non solo per vincere, ma per governare.

E ancora, ripetiamo, alla luce del sole di Formia perché non ci si deve nascondere nel ricercare per tempo  le regole migliori per una sana gestione e le possibili convergenze programmatiche con chiunque voglia condividere questo percorso; non ci spaventa il buio oltre la siepe perché adesso, come per il passato, c’è solo tanto buio e ad oggi …’non ci resta che piangere!'”.