Il legame del basso Lazio con i Casalesi nella relazione della Dia

La relazione del secondo semestre del 2016 della Direzione investigativa antimafia che scandisce il legame tra ciascuna Regione e la criminalità organizzata. Analizzando la situazione esistente nel Lazio ricorda la vicinanza con la Campania, ma anche con la Capitale che fanno del Lazio uno sbocco strategico per i clan camorristici che nel tempo si sono insediati nelle province di Roma, Frosinone e anche Latina.

In particolare il basso Lazio conserva il legame con il clan Casalesi. A settembre scorso, la Dia di Napoli ha proceduto alla confisca di 11 milioni di euro nei confronti di un imprenditore edile legato al clan il cui patrimonio era distribuito tra Teverola, Aversa e Santi Cosma e Damiano.


La Direzione investigativa antimafia ha fermato l’attenzione in particolare sul settore dei giochi e delle scommesse, anche questo primario interesse del clan dei Casalesi. A riguardo viene ricordata l’esecuzione nei primi giorni di agosto, da parte della Guardia di Finanza, di una misura di prevenzione patrimoniale emessa dal tribunale di Frosinone nei confronti di un imprenditore campano, già destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in quanto parte integrante di un’organizzazione criminale campano-laziale, espressione anch’essa degli interessi dei casalesi e attiva anche nel settore delle scommesse illegali online. Tra i beni sequestrati figurano anche unità immobiliari situate a Formia e quote societarie con sede a Latina.

Risulta inoltre evidente la proiezione del clan Mallardo fuori dal territorio campano, finalizzato nel reinvestimento di denaro nella Capitale.