Nuovi orari dei treni a Minturno – Scauri: beffa di fine anno

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Nelle ultime ore del 2016 un’altra grana è scoppiata sull’infinita querelle che vede da mesi contrapposti sul nuovo piano orario invernale da una parte il comitato dei pendolari di Minturno-Scauri, la Confconsumatori provinciale di Latina ed il coordinamento interassociativo “Terranima”, la Regione Lazio e Trenitalia dall’altra.

Il tempo di accogliere come una vittoria l’aumento, deciso dalla Regione, del numero dei treni, da 20 a 26, che dal 2 gennaio partiranno dallo scalo di Minturno in direzione Roma senza interscambio presso quello di Formia che i pendolari hanno appreso, da fonti interne a Trenitalia, una sgradita e pessima sorpresa. I sei convogli aggiunti nella tratta in direzione della capitale sono stati sottratti, di fatto, nei collegamenti verso sud e, dunque, di Napoli. Si tratta di tre treni la mattina e altrettanti di pomeriggio. Questo provvedimento, inatteso, ha mandato su tutte le furie i pendolari che ieri sera hanno deciso di incontrarsi, in assemblea, presso una pizzeria sull’Appia a Marina di Minturno.


Un “voltafaccia” – è stato subito chiarito – di cui non è stato mai fatto cenno nei diversi incontri istituzionali organizzati negli ultimi giorni alla Regione Lazio e, per di più, alla presenza del sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli… Questo è un “taglio” di non poco conto in quanto i pendolari – lavoratori e studenti – diretti a Napoli – dal 2 gennaio dovranno recarsi in auto o a bordo dei mezzi pubblici nelle stazioni ferroviarie più vicine, quelle di Formia e di Sessa Aurunca.

L’assemblea di ieri, intanto, ha rinnovato, ancora una volta, una posizione “propositiva” nei confronti della Regione Lazio e di Trenitalia: di raccogliere in un’unica piattaforma rivendicativa tutte le istanze provenienti da tutti i comitati dei pendolari operativi lungo la rete Roma-Napoli per essere sottoposta alla Regione Lazio e finalizzata a migliorare (alcuni pendolari, per esempio, sono soddisfatti dell’istituzione di diversi treni regionali veloci) la disciplina oraria in vigore dall’11 dicembre. Se questa istanza “conciliativa” non dovesse essere accolta, a quel punto si chiederebbe – nei modi e tempi dovuti – la riproposizione del vecchio regime orario in vigore sino a 20 giorni fa.