Carrozzone Ismef, contabilità illegale e licenziamenti nel giorno del matrimonio: risarcimento da 50mila euro

Nelle intenzioni di chi lo ha voluto e fondato, in primis Gianfranco Conte, l’Ismef doveva essere un’eccellenza per la formazione nel mondo della nautica. Alla fine si è rivelato l’ennesimo mezzo flop. Una sorta di carrozzone all’italiana. E infatti ora iniziano ad emergere alcuni fatti che ne ricostruiscono le violazioni e la pratiche illegittime. L’Istituto Mediterraneo di Formazione per le Professionalità Nautiche è stato condannato con ordinanza del giudice Dott.ssa Annalisa Gualtieri, del Tribunale di Cassino, sezione Lavoro, al pagamento, in favore di una lavoratrice della “indennità risarcitoria ex art. 18 c. 5 Stat. Lav.  pari a 18 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, oltre spese legali, per un totale di circa 50mila euro”.

La donna è stata licenziata al rientro da un lungo periodo di malattia, per presunti episodi di mobbing, senza alcun tipo di preavviso ed in violazione di quanto previsto al riguardo dal contratto collettivo nazionali di categoria. Ma oltre al danno anche la beffa di ricevere il provvedimento di licenziamento la stessa mattina nella quale la lavoratrice stava celebrando il proprio matrimonio. Immediata l’impugnazione del licenziamento da parte della lavoratrice, difesa e rappresentata dagli avvocati Daniele Lancia e Luca Cupolino di Formia.


Daniele Lancia
Avvocato Daniele Lancia

Perciò è arrivata la condanna. Ma pur dichiarando risolto il rapporto di lavoro tra l’istituto e la lavoratrice, ha condannato per non aver rispettato il cosiddetto “obbligo di repechage”, il datore di lavoro al pagamento di una somma complessiva di circa 50mila euro, così quantificata anche a causa del grave ritardo nella definizione della prima fase del cosiddetto Rito Fornero, addebitata al comportamento processuale del datore di lavoro, il quale ha in più occasioni, depositato copiosa documentazione (circa 3.000 pagine) difforme da quella richiesta dal Giudice, tanto che la stessa è stata poi dichiarata inammissibile.

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Avvocato Luca Cupolino

CONTABILITA’ ILLEGITTIMA. Una documentazione che per il giudice – su indicazione della difesa – non sarebbe dotata in ogni caso di alcun valore probatorio in quanto trattasi, in gran parte, dei bilanci dell’istituto che presentano correzioni a penna, nonché tenute in violazione delle norme più elementari relative alla redazione, alla tenuta ed alla validità delle scritture contabili.

Ci si chiede, quindi, il motivo per cui gli enti preposti al controllo dei finanziamenti dell’Istituto nonché quelli che facevano da tramite ricevendo i vari documenti (stando a quanto dichiarato dalla stessa ISMEF in particolare Capitaneria di Porto di Gaeta, Comando Generale delle Capitanerie e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) non abbiano sollevato alcun tipo di contestazione circa la validità e legittimità di tale documentazione.

DA ONLUS A SOCIETA’ (?). Inoltre, nonostante il nome dell’Istituto riporti la dicitura ONLUS, e lo stesso sia iscritto nel Registro anagrafe Onlus della Regione Lazio, durante il procedimento giudiziario è stato depositato un provvedimento siglato tra il predetto Istituto e la Regione, nel quale la ISMEF ONLUS ha autocertificato alla Regione di essere una impresa “ai sensi dell’art. 2082 c.c.” al fine di poter accedere alla CIG (cassa integrazione guadagni), qualifica incompatibile con quella di una ONLUS.

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L’ex Sieci

VENDITA DEI BENI PUBBLICI PER SALDARE I DEBITI. Tra l’altro, in corso di causa si è potuto appurare che l’Istituto aveva messo in vendita gran parte dei beni aziendali acquistati mediante finanziamenti pubblici, compresi beni strumentali alle attività formative dell’Ente e finanche beni di cancelleria ed arredamenti di uffici, tanto che tale attività di vendita è stata oggetto di un formale esposto alla Capitaneria di Porto di Gaeta, prima, ed al Comando Generale delle Capitanerie di Porto con sede in Roma, dopo. Sempre in corso di causa l’Ente ha dichiarato di aver proceduto alla vendita di tali beni al fine di far fronte ad alcune spese tra cui la retribuzione dei dipendenti, in difformità di quanto previsto dalla convenzione stipulata con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che invece prevede che i beni acquistati mediante i finanziamenti dovranno essere devoluti, alla chiusura dell’Ente, ad altri soggetti svolgenti le medesime funzioni. Difformemente da quanto dichiarato in quel periodo sui giornali dai soggetti facenti parte dell’organico e del direttivo della ISMEF ONLUS, in corso di causa l’Ente ha sempre sostenuto di non avere, da tempo, a disposizione alcuna somma di denaro, tanto da aver “cessato” l’intera attività formativa già alla data di dicembre 2014. Tale cessazione è stata invero sconfessata dalla stessa documentazione depositata in udienza, e l’Ente risulta tuttora esistente ed attivo.

LICENZIAMENTI D’ORO. In verità ad essere licenziato nella stessa data della C.F. è stato anche un altro collega della lavoratrice, il quale però è stato oggetto di una preventiva procedura di conciliazione richiesta dallo stesso Istituto, ottenendo tra l’altro, a titolo di TFR per un unico anno di lavoro, una somma spropositata pari a quasi 20.000 Euro, tenendo presente che il TFR si calcola dividendo per 13,5 la retribuzione annuale di ogni anno di lavoro, come si può ricevere 20mila euro per un unico anno di lavoro….??.

SEDE FANTASMA. Infine, la discutibile condotta dell’Istituto viene in tutta evidenza quando nel registro anagrafe Onlus della Regione Lazio, la sede legale risulta essere ancora quella di Roma, presso Palazzo Grazioli (ex residenza di Silvio Berlusconi), che invero non è più occupata dalla ISMEF ONLUS tanto che in occasione della notifica del provvedimento giudiziario il portiere dello stabile ha recentemente dichiarato che l’Istituto risulta trasferito. Insomma un Ente che collabora con Ministeri e Enti Pubblici, risulterebbe irreperibile.

A PAGINA 2 ‘GIANFRANCO CONTE PRESENTA L’ISMEF’