“Vittime del dovere”, a Latina il convegno per ricordare chi è morto per lo Stato

“Sappiamo che è morto da eroe e per salvare gli altri. E questo ci ha spronato ad andare avanti e a farci amare la divisa”. Così i genitori di Gianluca Catenaro, il caporal maggiore deceduto 22 anni fa in Spagna durante un addestramento congiunto italo-spagnolo, hanno ricordato il tragico episodio. Insieme a loro vedove, figli e parenti di persone che hanno dato la loro vita per lo Stato e che oggi sono stati i principali protagonisti del convegno “Le norme e gli aspetti giuridici-pensionistici e le vittime del dovere” dell’Unione nazionale mutilati, che si è tenuto al Park Hotel Service di Latina.

Oltre a ridare voce ai familiari e ai parenti delle vittime del dovere, il convegno è servito anche per fare il punto sugli aspetti giuridici e normativi, oltre a quelli pensionistici delle vittime del dovere, come ha sottolineato più volte nel corso del dibattito il presidente dell’UNMS, Antonino Mondello. “Oggi non abbiamo voluto solo ricordare il passato dell’Unione e i risultati raggiunti, ma abbiamo voluto porre delle solide basi per il futuro. Gli invalidi per servizio non sono tutelati. Voglio ricordare, infatti, che resta l’unica categoria che non ha ancora un proprio rappresentate nelle commissioni specifiche, penso ad esempio ai comitati di verifica o negli ospedali”.


Anche il questore di Latina, Giuseppe De Matteis, ha sottolineato come: “I mutilati e gli invalidi oggi dovrebbero essere considerati una risorsa più che una memoria storica. Da loro – ha spiegato – si evince la civiltà di un paese. Nessuno, infatti, sceglie volontariamente di subire una grave mutilazione permanente, ma per amore del proprio lavoro si impara ad accettare anche questo”.

Un ricordo particolare è stato rivolto a Roberto Mancini, il vicecommissario della Polizia di Stato, che per primo indagò sulla Terra dei Fuochi e morto dopo aver contratto un grave tumore. “Spero che le sofferenza che Roberto ha dovuto sopportare – ricorda in una lettera la vedova Monica Dobrowolska Mancini – non cadano nel nulla e possano servire come esempio a chi oggi porta avanti con orgoglio i valori e gli ideali che erano anche di mio marito”.

A intervenire sul tema anche il vice presidente nazionale dell’Unms, Salvatore Leopardi; il responsabile ufficio legislativo Unms, Maurizio Mirto; l’oncologo Giovanni De Luca; il vice procuratore generale della Corte dei Conti presso la Procura regionale del Lazio Massimo La Salvia e di Giuseppe La Marra, avvocato amministrativista del Foro di Latina. Il convegno è stato organizzato dal Consiglio regionale Unms Lazio, presieduto da Vincenzo Cipullo, insieme ai responsabili della sezione territoriale di Latina, del presidente provinciale, Luigi Cimmino e del vice presidente, Angelo Di Rito.