Dirigenti “col trucco” in Regione, dieci pontini indagati

La sede della Regione Lazio

AGGIORNAMENTO IN CODA –  L’INCHIESTA NON C’È PIÙ: ARCHIVIAZIONE PER TUTTI

Dalle indagini sul “re della monnezza”, all’inchiesta sui dirigenti regionali farlocchi, per buona provenienti dalla Provincia di Latina. Uno stuolo di alti funzionari in naftalina, essendo sospesi dai loro incarichi dal 2014 su disposizione della Giunta Zingaretti, che secondo l’ipotesi investigativa avanzata dalla Procura di Roma per anni, dal 2005 al 2014, avrebbe ricoperto ruoli apicali in maniera indebita.


Le folgoranti carriere degli interessati sarebbero state costruite “a tavolino”, secondo il pubblico ministero capitolino titolare del fascicolo, Alberto Galanti. Carriere sbocciate alla Pisana “senza il rispetto delle norme di legge” e “senza corso pubblico”, garantendo per gli indagati progressioni e “una indebita retribuzione con stipendi dirigenziali”. Stipendi oscillanti tra i 70 e i 100 mila euro all’anno, per un presunto buco erariale complessivo da milioni di euro.

Raniero De Filippis
Raniero De Filippis

Diciotto, i destinatari degli avvisi di garanzia, notificati nei giorni scorsi per le ipotesi di reato, a vario titolo, di truffa, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Ben dieci, i pontini.

Il nome più altisonante è senz’altro quello del fondano Raniero De Filippis, già direttore del servizio Ambiente e per anni tra i plenipotenziari della Regione. Almeno fino al suo coinvolgimento nei due filoni di “Cerronopoli”, l’inchiesta (doppia) sul monopolio dei rifiuti del Lazio che secondo le accuse sarebbe stato mantenuto dall’ex gestore della discarica di Malagrotta, l’avvocato Manlio Cerroni. Ed è proprio dai procedimenti giudiziari sul “re della monnezza” e i suoi accoliti, che ha preso le mosse la nuova indagine, scaturita in un filone autonomo.

AGGIORNAMENTO 26/02/2018 – L’INCHIESTA NON C’È PIÙ: ARCHIVIAZIONE PER TUTTI

Alla fine è andata incontro all’archiviazione, l’indagine sui presunti dirigenti della Regione Lazio “col trucco”, che nel maggio del 2016 portò alla notifica di 18 avvisi di garanzia.

Secondo le ipotesi investigative portate allora avanti dalla Procura di Roma, scaturite incidentalmente dai procedimenti sul “re della monnezza” Manlio Cerroni e la cosiddetta “Cerronopoli”, per anni diversi funzionari avrebbero ricoperto ruoli apicali in maniera indebita. Nulla di tutto ciò, però. 

Ad ottobre 2017 è appunto giunto per tutti gli indagati, a partire dal fondano Raniero De Filippis, il decreto di archiviazione, firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale penale di Roma Bernadette Nicotra. In pieno accordo con lo stesso pubblico ministero titolare del fascicolo, che già nel maggio del 2017 aveva presentato richiesta in tal senso.

“Pienamente condivisibili le argomentazioni svolte dal pm nella sua completa ed esaustiva richiesta di archiviazione”, la sottolineatura della dottoressa Nicotra nell’avallare la richiesta di archiviazione.