Don’t Touch, l’amicizia tra il capo dei Di Silvio e l’onorevole Maietta

Pasquale Maietta

La loro storia sembra scritta da De Gregori. Questa volta però non c’entra il ciclismo e i due campioni non si chiamano Sante e Girardengo, ma Costantino Cha Cha Di Silvio e Pasquale Maietta. Il bandito e il campione. Il presunto capo di un’associazione per delinquere che a Latina dettava legge, dall’usura alle estorsioni, fino allo spaccio di cocaina, leader dell’omonima e potente famiglie di origine nomade, legata agli stessi Casamonica di Roma. E dall’altra parte un deputato di Fratelli d’Italia, tesoriere del partito alla Camera, recordman di preferenze nel capoluogo pontino, influente uomo di Palazzo e presidente del Latina Calcio. La passione che ha unito i due fin dalla giovinezza è stata proprio quella per il calcio, la febbre da pallone nata a Campo Boario. Un’amicizia profonda, che i percorsi di vita diversi non hanno rotto e che ora li vede entrambi indagati nell’inchiesta “Don’t touch”, con il bandito manette ai polsi e in carcere e il campione indagato a piede libero.

A far finire anche Maietta sul registro delle notizie di reato è stata la denuncia di un esponente del Pd di Latina, Matteo Palombo, “reo” di aver postato su Facebook parole sgradite all’onorevole e all’amico Cha Cha. Nel novembre scorso, dopo le false epigrafi affisse nel capoluogo pontino con il nome del giudice Lucia Aielli, intimidazione al magistrato che fece registrare una enorme catena di solidarietà verso quella donna che con la toga indosso quotidianamente fa la sua parte contro il malaffare, Palombo scrisse che tutti avevano espresso solidarietà alla giudice tranne un politico, che andava a passeggio insieme a un malavitoso. Palombo non fece nomi, ma la reazione partì. Maietta convocò Cha Cha allo stadio, al “Francioni” dove il campione diventato dirigente non aveva dimenticato l’amico bandito, facendolo lavorare per il club nerazzurri. Poco dopo Cha Cha era già alla ricerca del cellulare di Palombo, sul quale fece alcune telefonate e poi inviò messaggi tramite What’s App: “Sono quel criminale che pensi tu e passeggia con quel politico. Hai capito adesso chi sono, stupidino?”. L’esponente dem si recò in Questura, presentò una denuncia e Maietta è finito indagato.


Nell’inchiesta, però, accuse a parte, non è quello l’unico contatto che emerge tra il bandito e il campione. Quando spuntano fuori problemi, la squadra non brilla e i tifosi diventano insofferenti, pronti anche ad alzare le mani contro i giocatori, interviene Cha Cha. E Maietta, al telefono, con l’amico bandito: “Come devo fare? Dimmi come devo fare, fammi capire bene come devo fare”. Poi è sempre Di Silvio a ordinare anche chi entra e chi resta fuori dal “Francioni”. Cha Cha all’onorevole: “Oh, sto davanti la curva, non fa entra guarda .. gli meno là davanti … gli meno là davanti eh”. Un bandito che ha il rispetto anche dell’allenatore del Latina Calcio, Mark Iuliano, che lo chiama subito per una colazione offerta ai suoi familiari: “Sei stato gentilissimo. A dopo, un abbraccio, grazie ancora e a dopo”.

Tra gli ultras, intanto, c’è chi oltre alla sciarpa con i colori della squadra indossa quella con i fregi della mala, che alterna il tifo in curva alle azioni criminali emerse in “Dont’Touch”. La sede della tifoseria, quella di via Mameli, diventa così un rifugio dove nascondere cocaina e dove organizzare rappresaglie. L’altra faccia del calcio. Quella peggiore.