Omicidio dell’avvocato Piccolino, prima interrogazione parlamentare

Mario Piccolino
Ivana Simeoni
Ivana Simeoni

Pubblichiamo l’interrogazione parlamentare al ministro degli Interni Angelino Alfano con cui la senatrice Ivana Simeoni chiedo l’intervento del Governo per aiutare a far luce sull’omicidio dell’avvocato Mario Piccolino e un intervento per far fronte alla grave situazione di criminalità diffusa che ha caratterizzato il sud pontino in questi ultimi anni.

Angelino Alfano
Angelino Alfano

Premesso che in data 29 maggio 2015 l’avvocato e blogger Mario Piccolino é stato ucciso a sangue freddo con un colpo di arma da fuoco di piccolo calibro nel suo studio in via della Conca a Formia;


l’omicidio ha scosso l’intera comunità della zona del sud pontino per via dell’estrema ferocia e della modalità che fa pensare ad una vera e propria esecuzione; ad aggravare questa situazione concorre il fatto che l’avvocato Piccolino è stato coinvolto in passato in spiacevoli episodi, come quando nel 2009 Piccolino fu aggredito nel suo studio con un crick da un esponente di una nota famiglia legata alla criminalità organizzata, o ancora quando, nel 2012, trovò teste di pesce tagliate e lasciate sul suo uscio di casa;

considerato che al momento le indagini sono in procinto di iniziare e solo al termine di queste gli inquirenti saranno in grado di stabilire la matrice dell’omicidio dell’avvocato Piccolino. Tuttavia è un dato di fatto che l’estensione del sud pontino sia una zona ad alto tasso di infiltrazione della criminalità organizzata e pertanto le forze dell’ordine si trovano davanti al difficilissimo compito di individuare se le cause dell’omicidio descritto in premessa siano da imputare al fenomeno mafioso oppure a crimini di altra natura;

considerato altresì che per confermare l’importante permeabilità del basso Lazio ai fenomeni legati alla criminalità organizzata, basta scorrere le cronache degli ultimi anni:

nel 2010 la Dia di Napoli ha smantellato un’organizzazione criminale attiva soprattutto nella zona di Fondi che controllava il settore ortofrutta e trasporti, mentre nel 2014 il Nucleo di polizia tributaria di Roma e gli agenti della squadra mobile di Latina hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare disposte dal gip Napoli smantellando una vasta organizzazione che agiva tra la zona di Formia e di Caserta gestendo un traffico di auto verso la Germania e che faceva capo al clan camorristico dei Casalesi;

nel 2012 il procuratore di Tivoli, Luigi de Ficchy, già sostituto della Direzione distrettuale antimafia, a proposito dell’agguato sulla spiaggia di Terracina, nel quale è stato ucciso il boss degli Scissionisti Gaetano Marino ha dichiarato: “Il basso Lazio ha una tale densità criminale, da sempre, che stupirsi ancora è inammissibile. Camorra e ‘ndrangheta, in quella zona, sono radicate, così come i clan della criminalità locale. Investono e hanno centri di potere, controllano l’economia. La situazione più difficile è proprio quella della provincia di Latina. Le aree di interesse e le zone vengono spartite tra gruppi criminali . Non è un caso che si discutesse di istituire una sezione distaccata della direzione investigativa antimafia proprio lì.”;

nonostante le condizioni eccezionali dovute dalla forte presenza di criminalità organizzata della zona del sud Pontino (lo stesso capo della DDA di Roma dottor Pignatone ha denunziato l’alta permeabilità del territorio alle mafie), nel 2013 è stato chiusa la sezione distaccata del Tribunale di Latina presente a Gaeta che forniva un forte deterrente alle attività illecite dei clan camorristici;

considerato inoltre che a prescindere dal risultato delle indagini sull’omicidio Piccolino é chiaro che nella zona del sud Pontino si concentra un tipo di criminalità che per complessità ed intensità non ha paragoni nel resto del Paese;

a causa della spending review, del blocco dei turn over e del taglio indiscriminato e costante delle risorse le forze dell’ordine e le Questure di tutta Italia si trovano in situazione di grossa sofferenza, per non dire di emergenza;

a quanto risulta allo scrivente la Questura di Latina non fa eccezione a questa regola, anzi si trova in situazione di grave carenza di mezzi e di personale;

non è ulteriormente tollerabile che il nostro Paese, inteso come istituzione, lasci il proprio territorio in balìa della criminalità organizzata e della malavita per mere esigenze economiche;

la politica dei tagli continui ai servizi pubblici viola i principi fondamentali della Costituzione e mette a repentaglio la stessa natura di stato civile: il rispetto ad ogni costo dell’art. 81 sul bilancio pubblico non può mettere a repentaglio la sicurezza nazionale e la vita dei nostri cittadini;

si chiede sapere quale misure intenda mettere in atto il Ministro in indirizzo al fine di porre argine alla situazione emergenziale del sud pontino che ad oggi subisce una fortissima infiltrazione da parte della criminalità organizzata e per questo necessita di forze eccezionali per il contrasto all’illegalità; quale siano le effettive condizioni dei mezzi e del personale messi a disposizioni delle forze dell’ordine in Provincia di Latina ed in particolare se la Questura di Latina sia fornita di tutte le risorse necessarie per far fronte alla difficilissima lotta alla criminalità organizzata”.