Operazione “Sfinge”, definitive le condanne per i casalesi pontini

Condanne definitive, per mafia, nel processo “Sfinge”, quello ai cosiddetti Casalesi pontini, che avrebbero seminato per circa dieci anni il terrore tra Latina, Aprilia, Cisterna, Anzio e Nettuno.

Tre soldati della gang, Enzo Buono, Luigi Cotogno e Michele De Leo, si erano poi pentiti, confermando le accuse e per loro, processati separatamente, le condanne erano già definitive. Ora la Cassazione ha respinto i ricorsi di Maria Rosaria Schiavone, nipote del boss Sandokan e figlia del pentito Carmine, la donna che ha rinnegato il padre perché è diventato un pentito, soprannominata appunto “la Sfinge”, condannata a 16 anni e otto mesi di reclusione, e del marito della boss, Pasquale Noviello, condannato a 7 anni di reclusione, avendo già avuto una condanna pesante per l’agguato a colpi di kalashnikov. Nello specifico per lui la sentenza d’appello è stata infatti annullata soltanto per un paio d’accuse, per cui dovrà essere fatto un nuovo processo.


Definitiva la condanna per il soldato Francesco Gara, condannato a un anno e 4 mesi. Da rivedere, con un secondo processo d’appello, la condanna a quattro anni e mezzo di reclusione per Francesco Cascone, accusato soltanto di tentato omicidio proprio di due soldati dell’associazione mafiosa. E annullata invece perché il fatto non sussiste la condanna a cinque anni di reclusione di Mario Noviello, padre di Pasquale.