Metro leggera, Rinascita Civile: “La farsa continua”

Il comunicato dell’amministrazione comunale che relaziona sull’incontro avuto in Regione lunedì 26 gennaio è sconcertante“. Così Rinascita Civile che poi prosegue: “L’assunto su cui si basa è brutalmente semplice: i cittadini di Latina non sono particolarmente svegli, hanno la memoria cortissima e si bevono l’ultima trovata senza alcun problema.

Rinascita Civile insiste nel voler fare chiarezza, nel rispetto della realtà dei fatti e dell’intelligenza dei cittadini.


Il contratto con la Concessionaria Metrolatina S.p.A. è stato firmato in data 24 settembre 2007, senza che l’amministrazione comunale sentisse il bisogno di ottenere prima l’impegno della Regione Lazio alla corresponsione dell’esoso contributo chilometrico previsto dal Piano Economico e Finanziario (PEF) su cui si basa la realizzazione e gestione dell’opera.

La realizzazione del progetto di fatto non è mai partita, per motivi che nessuno ha mai chiarito, ma certamente non per la mancanza del contributo regionale, dato che tale contributo andrà erogato solo nella fase di gestione, ad opere ultimate e collaudate.

Tralasciando il mistero dell’ordine di fabbricazione dei veicoli in assenza di un verbale di inizio lavori, nonché del pagamento del primo Stato Avanzamento Lavori (SAL) e del successivo blocco del pagamento del secondo SAL da parte del Ministero dei Trasporti, arriviamo alle elezioni amministrative del 2011.

Nel corso della campagna elettorale tutti i candidati a sindaco (incluso quello che verrà eletto) prendono le distanze del progetto. A luglio 2011 Rinascita Civile chiede l’istituzione di una commissione mista (esperti nominati dai gruppi consiliari e dalle associazioni) che studi la via d’uscita meno onerosa dalla c.d. “convenzione capestro”. La commissione viene istituita nel settembre 2011 con esperti di nomina dei soli gruppi consiliari, si riunisce una volta e poi se ne perdono le tracce.

Arriviamo alla c.d. conferenza dei servizi del 10 dicembre 2013, convocata per chiarire l’impegno della Regione sul progetto. Dopo uno stucchevole rimpallo di responsabilità sull’invio/ricezione di documenti tra Comune e Regione, il 10 dicembre 2014, al convegno organizzato dal Rinascita Civile per conoscere le conclusioni raggiunte non si presentano né Comune, né Regione, né Ministero, tutti regolarmente invitati.

Ed eccoci ad oggi, 13 mesi abbondanti dopo la c.d. conferenza dei servizi: viene “concordata l’esigenza di istituire un tavolo tecnico – condizione necessaria per decidere se è realizzabile l’opera – che avrà l’obiettivo di verificare la sostenibilità e la fattibilità dell’opera.”

Un ottimo risultato, dopo oltre un anno di approfondito studio!

Per dimostrare, però, che non si è trattato di tempo perso, i nostri hanno concordato di limitare il lavoro del tavolo tecnico allo studio di una soluzione che preveda la realizzazione della sola Linea 1, dalle autolinee alla stazione ferroviaria.

Suggeriamo al tavolo tecnico, tra le altre incombenze tecnico-economiche, di verificare se non si tratti di una modifica sostanziale ai documenti contrattuali e al PEF, ovvero se la modifica proposta non necessiti dell’apertura di una nuova istruttoria, sia rispetto al finanziamento approvato dal CIPE, sia rispetto all’opera messa a gara.

Ma forse questo “dettaglio” non interessa, se l’intenzione dell’ennesimo rilancio fosse solo quella di perdere altro tempo. In attesa di prescrizioni? Per passare la patata bollente alla prossima amministrazione che uscirà dalle elezioni del 2016 (se ci si arriva)?

Certo, l’esperienza non fa presagire nulla di buono”.