Confcommercio interroga Governo e Corte dei Conti sulla “Quota variabile” applicata dall’Enel

bolletteConfcommercio Imprese per l’Italia Provincia di Latina, nei giorni scorsi ha inviato una nota formale, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Dott. Matteo Renzi, al Ministro per lo Sviluppo Economico, Dott. ssa Federica Guidi, ed al Presidente della Corte dei Conti, Dott. Raffaele Squitieri, con la quale è stato rappresentato il caso di un operatore commerciale titolare di un pubblico esercizio bar sito nella città di Formia a cui nella fattura ENEL relativa al mese di gennaio u. s. su un consumo complessivo di energia elettrica pari ad € 488,52 sono poi applicati importi aggiuntivi pari ad € 442,34 a titolo di “Quota variabile”.

Nella stessa fattura si legge una comunicazione che “a partire dal 1 gennaio 2014 è stata introdotta dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas con la Delibera 24 ottobre n. 467/2013/R/EEL una nuova componente tariffaria denominata AE che andremo ad addebitare nella voce Quota Variabile…” .


Alla luce di quanto Deliberato dalla Autorità per l’Energia, dal primo gennaio scorso tutte le imprese (e famiglie) sono gravate di un costo aggiuntivo sulla base dei consumi effettuati che – stando alle informazioni acquisite dalla nostra Organizzazione – arriva a sfiorare il 60% del costo complessivo di una bolletta. Tale costo, seppure in misura minore, poiché minore è il consumo di energia elettrica, grava sulle utenze domestiche, e quindi su tutte le famiglie italiane.

Detti costi, infatti, sono calcolati come corrispettivi di quote aggiuntive che la stessa Autorità per l’Energia definisce A2, A3, A4, A5, AS ed – ultima arrivata – AE. Se sono ignoti a tutti noi, utenti finali, i motivi e le ragioni che hanno spinto lo Stato a demandare alla Autorità per l’Energia il potere di deliberare autonomamente (e senza controllo?) il costo aggiuntivo di nuove imposte – che noi potremmo senz’altro qualificare come “tasse” -; sono del tutto oscure le modalità di definizione delle stesse e le motivazioni per cui si applicano queste nuove “tasse”.

Confcommercio provinciale di Latina chiede al Governo ed alla Corte dei Conti:

• Perché le imprese, e gli utenti in generale, sostengono costi così onerosi a titolo di “quota variabile”?

• Da quanti anni viene applicata la “quota variabile”?

• Ed in quale misura vengono eventualmente ripartite?

• Quanto reddito è stato sottratto, in tal modo, alle imprese, agli operatori commerciali appesantendo ulteriormente i loro costi di gestione e mettendole in condizione di non poter effettuare investimenti sulla propria attività?

• Quanto reddito è stato altresì sottratto alle famiglie, riducendo in tal modo la loro capacità di spesa, ovvero di risparmio?

• Quale utilizzo si fanno delle risorse che genera la “quota variabile”?

• Da chi vengono introitate: dal soggetto emittente la fattura, ovvero dal soggetto gestore del servizio di erogazione della corrente elettrica, o da chi altri?

• Come mai nessuno ha stabilito un tetto, o un limite, alla cosiddetta “QUOTA VARIABILE” e che nessuno senta il dovere di intervenire quando l’Autorità per l’Energia ed il Gas assume decisioni che incidono così pesantemente sui costi di gestione delle imprese e sulle famiglie?

Sono domande legittime e banali che avanziamo per comprendere le ragioni di questi costi, che a noi paiono ingiustificati, e che per le imprese diventano sempre più insostenibili, come lo sono per le famiglie nei tempi in cui registriamo il più basso livello dei consumi dal dopo guerra e la pressione fiscale più alta d’Europa.

Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Latina, alla luce di quanto esposto, invita pertanto il Governo e la Corte dei Conti ad assumere i provvedimenti d’urgenza che portino lo Stato Italiano e le Autorità competenti a rivedere la applicazione dei costi riferiti alla QUOTA VARIABILE nelle bollette relativa al consumo di energia elettrica e che l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha già deliberato e qualificato con i codici A2, A3, A4, A5, AS ed AE.