TENTA DI UCCIDERE IL GENERO, ARRESTATO A MINTURNO

*Giovanni Vitale*
*Giovanni Vitale*

È fuggito da Giugliano dopo un tentato omicidio ma gli uomini della polizia giudiziaria del commissariato di Formia, diretti dal vicequestore Paolo Di Francia, lo hanno individuato ed arrestato. Il fatto è accaduto lunedì scorso nei pressi del lago Patria vicino alla tomba di Scipione nel Comune di Giugliano. Erano le 14 e 30 circa quando Giovanni Civita di 60 anni, originario di Andria ma residente a Giugliano, spara ad una gamba, con una pistola beretta 765, ad A. M. C., queste le iniziali della vittima dell’aggressione, di 25 anni. Dopo averlo attinto col proiettile al polpaccio, lo picchia in testa con la pistola fino a distruggere l’arma, poi abbandonata sul posto. Immediata la fuga. Giungono sul luogo un’autoambulanza e gli uomini del locale commissariato i quali, dopo aver appreso il fatto dal 25enne, contattano i colleghi di Formia dove da subito pensano che l’aggressore potesse nel frattempo essersi nascosto.


Dopo alcuni accertamenti gli uomini del reparto di polizia giudiziaria vengono a conoscenza del fatto che l’uomo con la sua famiglia era solito affittare una casa a Tufo di Minturno in corso del Popolo e nella notte seguente all’aggressione violenta e al tentato omicidio, quella tra lunedì e martedì, raggiungono l’abitazione iniziando subito un’attività di appostamento. Una delle caratteristiche case del piccolo borgo incastonata nella fitta rete di vicoli. Una conformazione dell’abitazione tale da permettere all’uomo di udire immediatamente l’arrivo della polizia e fuggire da una scappatoia ricavata dalle mura all’interno della casa.

*Paolo DI FRANCIA dirigente commissariato di Formia*
*Paolo DI FRANCIA dirigente commissariato di Formia*

Una volta entrati, gli uomini del commissariato di Formia trovano infatti solo la figlia dell’uomo, vestita di tutto punto e pronta anch’essa alla fuga, e il nipotino di sei anni, ma individuano anche la via di fuga occultata da un mobiletto. In casa ci sono anche i documenti e i soldi che Giovanni Civita non è riuscito a portare con se durante la fuga. Decidono di andare via e tornare il giorno dopo, cioè ieri, attorno alle 19. Il pregiudicato 60enne intanto è rientrato per essere presente ad una festa tra bimbi alla quale partecipa il proprio nipotino. Oltre che verosimilmente per prendere i documenti, i soldi e altra roba da mettere in borsa e fuggire per un po’. Così all’arrivo della polizia la scena si ripete, ma questa volta dall’altra parte del cunicolo per la fuga c’è un poliziotto a bloccarlo e trarlo in arresto.

Giovanni Civita, peraltro già noto alle forze dell’ordine per una lunga carriera criminale fatta di rapine, associazione a delinquere, furti e ricettazione, che lo hanno portato a passare complessivamente trent’anni in carcere, metà della sua vita, è stato trasferito nel carcere di via San Bartolomeo a Cassino, dove resterà in virtù della convalida dell’arresto effettuata dal pubblico ministero della Procura di Cassino Barbara Affinita.

polizia-formia commissariatoPer quanto riguarda i motivi del folle gesto, inizialmente si è pensato anche ad una resa dei conti, un atto intimidatorio per affari di camorra, in virtù del fatto che la vittima dell’aggressione, residente a Napoli, è anch’egli noto alle forze dell’ordine per precedenti di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti e noto frequentatore di personaggi affiliati a clan di Casal di Principe e Pozzuoli. Solo in un secondo momento si è scoperto che il 25enne aggredito dall’arrestato aveva all’attivo già diverse denunce per violenza nei confronti della figlia di Giovanni Civita con la quale, in un rapporto complicato, ha avuto un bimbo. Quello stesso bimbo alla cui festa, nei panni del nonno amorevole, Giovanni Civita non è voluto mancare così da incorrere nell’arresto. La prognosi per le percosse e la ferita da arma da fuoco per la vittima è di 20 giorno salvo complicazioni.