FORMIA, 19 DIPENDENTI DELL'EX CRAVATTIFICIO POMPEJ FANNO ISTANZA DI ACCESSO AL PASSIVO: CHIEDONO 200MILA EURO

*L'ex cravattificio Pompej - Formia*
*L’ex cravattificio Pompej – Formia*

Dopo aver lavorato una vita all’interno del cravattificio Pompej, e in seguito al fallimento dell’azienda, ora 19 ex dipendenti formiani, degli oltre 25 in analoghe condizioni, hanno fatto istanza di accesso al passivo per vedere onorato il proprio credito. Per alcuni casi si arriva oltre i 10mila euro tra trattamento di fine rapporto e ratei di tredicesime. Un ammontare complessivo di circa 200mila euro.

Vicenda travagliata quella del cravattificio, per molto tempo operativo a Formia prima che, nella sua fase calante quando già si trovava in via Olivastro Spaventola, fu delocalizzato ad Ausonia con una eclatante operazione di spostamento della proprietà. Una fase calante iniziata già qualche anno fa e che ha portato al fallimento ma contro la quale negli ultimi anni diverse amministrazioni comunali hanno cercato di porre un argine. Già nel 2006 infatti alcuni lavoratori poterono fuoriuscire dall’azienda che viveva i primi accenni di crisi grazie ad un bando sui cantieri scuola, ottenendo così attivazione di procedure di stabilizzazione all’interno dell’organico comunale nelle varie squadre operative e per la manutenzione.


Il 13 marzo scorso il tribunale di Cassino ha dichiarato fallita la società a responsabilità limitata. Ora però questi lavoratori, tramite lo studio legale Ferraro e Lancia, hanno fatto richiesta di ammissione allo stato passivo della procedura fallimentare in qualità di ex lavoratori e quindi come creditori privilegiati.

E il 21 giugno prossimo è stata fissata la prossima udienza del procedimento proprio al tribunale di Cassino. Ma non è detto ovviamente che quanto richiesto sia alla fine riconosciuto o, comunque, anche rispetto al verificarsi di una vittoria legale non corrisponde sistematicamente l’ottenimento del credito.

A quel punto non resta che un’unica alternativa, quella di rivolgersi al fondo di garanzia per il Tfr predisposto dall’Inps. Un fondo, cioè, dove l’ente previdenziale, in vertenze lavorative come nel caso della Pompej, attinge per poter riconoscere il trattamento di fine rapporto a lavoratori che pur vantandone il diritto non lo vedono tuttavia riconosciuto