DAL 28 APRILE AL 1° MAGGIO A ITRI LA PERSONALE DI GIANNI DE FRANCESCO

*Gianni de Francesco*
*Gianni de Francesco*

Si inaugura domenica 28 aprile, per restare aperta fino a mercoledi 1° maggio, la personale di Gianni de Francesco, dal titolo “Determinato, non Determinato”. La manifestazione, che prenderà il via alle ore 11,00, patrocinata dal comune di Itri, si terrà presso la sala assemblee dell’istituto comprensivo in piazzale Rodari a Itri.

“L’arco evolutivo della mia pittura – commenta il medico pittore – è lungo cinquant’anni. Composto di stadi, nasce intorno ai 1958 quando ho appena tredici anni e dipingo il figurativo, realistico sotto tutti i punti di vista, tanto che gli elementi che costituiscono l’oggetto vengono messi lì sulla tela cosi come sono in natura senza modifica alcuna, neanche il cromo viene alterato.  Successivamente attratto dai colori e immerso nell’emotivo quotidiano,lascio definitivamente quel mondo filosofico per dare inizio ad un risveglio artistico espresso da creazioni tecniche e da colori. La preparazione di sagome disegnate ed intagliate fanno di me un costruttore di modellistica applicata alla pittura a spruzzo, che resta scolpita per molto tempo nella mia personalità, alternandola a realizzazioni di forme delimitate.


Soltanto nel 1990 svesto tutto ciò che creo di quella linea contornale, pennellando colori tenui e sovrapponendo velature su velature tra i bianchi vuoti ricavati. Vuoti entro i quali corre l’immaginazione del fruitore e dove il mezzo fotografico si discosta per fare spazio all’arte. Parlo della pittura informale, espressione viva per i suoi colori accesi, veloce nella distinta scrittura, suggestiva nel contenuto inventato. Un modo quasi immediato a volerla rappresentare, senza mai soffermarmi nei particolari e nello stesso tempo per trasmettere a chi legge un vuoto fantastico tra i forti colori delle grosse pennellate e le linee di una marcata geometria. Tale rappresentazione frenetica precede quella della sintesi di elementi significativi e geometrici, annullando quella morbida plasticità degli stessi, mantenendo pur vivo il colore che li distingue. Mi riferisco all’”Astrazione determinata” che nel 1998 il critico Luigi Castellano/Luca definisce il massimo dell’espressione pittorica, apice di un mio iter evolutivo di sensibilità che – conclude il medico con la passione del pennello – ne rivela la fermezza e la costanza presenti soprattutto nell’attività di Microbiologo”.