FORMIA, SOSPETTI SULLE 73 STABILIZZAZIONI IN COMUNE DEL 2008. SPUNTA UNA RELAZIONE MINISTERIALE

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*Il Comune di Formia*

O tutti o nessuno. Devono aver pensato proprio questo gli esclusi dalla enorme operazione stabilizzazioni messa a segno dalla passata giunta formiana di Sandro Bartolomeo. Perché è proprio per merito loro se solo oggi torna a galla ciò che per anni è stato artatamente celato da ben due amministrazioni di opposto colore. Ma cosa sta succedendo? È necessario fare un passo indietro.

A pochi mesi dalla scadenza della passata amministrazione comunale, e ad appena cinque dalle nuove elezioni che avrebbero sancito il ritorno alla fascia tricolore di Michele Forte, entra in vigore un provvedimento che stabilizza di fatto 73 elementi dell’organico comunale fino a quel momento attivi solo a convenzione per l’ente. Una maxi assunzione a tempo indeterminato che decorre dal primo gennaio del 2008.


Consci di quanto stava accadendo, già alcuni mesi prima che accadesse, gli unici tre geometri rimasti fuori chiedono al Comune di rientrare a far parte dell’operazione senza avere però alcuna risposta.

Qui inizia un lungo procedimento giudiziario dinanzi al Tar di Latina e al Consiglio di Stato che lentamente offre tutti gli elementi per ricostruire quanto accaduto. In sostanza l’ultima giunta Bartolomeo, appellandosi alla legge 296 della Finanziaria del 2007 in materia di stabilizzazioni, effettua 43 stabilizzazioni, 26 progressioni verticali e 2 concorsi esterni. Parliamo di architetti, ingegneri, geometri, assistenti sociali, commercialisti, avvocati, programmatori e persino necrofori. Ora quella stessa legge prevede che tali stabilizzazioni potessero essere effettuate solo per quei soggetti che avessero maturato almeno tre anni di lavoro anche non continuativo ma a tempo determinato.

*Sandro Bartolomeo*
*Sandro Bartolomeo*

Con la delibera 344 del 19 ottobre del 2007 31 persone diventano a tempo indeterminato. Ma c’è qualcosa che non torna perché molti di questi non hanno una collaborazione a tempo determinato ma sono professionisti che lavorano a convenzione e inoltre in alcuni casi hanno maturato solo pochi mesi di collaborazione invece dei tre anni prescritti dalla norma. Eppure vengono stabilizzati.

Altra stranezza riguarda l’assenza di un parere contabile che attribuisca all’operazione la fattibilità economica. Senza contare che soltanto con una successiva deliberazione di giunta, la 396 di circa un mese dopo, si effettua la rideterminazione della dotazione organica, cioè si fa posto per inserire chi è già stato stabilizzato. In realtà si doveva procedere facendo esattamente l’opposto in ordine cronologico.

Eppoi, ancora, altra anomalia procedurale riguarda il fatto che tali stabilizzazioni vengono programmate e inserite in delibera con decorrenza posticipata. Cioè vale a dire ti stabilizzo ora perché tanto tra 1 anno, solo per fare un esempio, avrai maturato i tre anni prescritti per legge, e quindi potrai essere stabilizzato, ma intanto già lo sei. Contorto in teoria, molto più semplice nella pratica. Ma le infrazioni al procedimento non finiscono qui perché infatti sempre secondo la famigerata legge 296, queste stabilizzazioni dovevano avvenire solo rispetto al 50 percento delle richieste. Vale a dire che se bisognava integrare 73 unità, la metà dovevano essere stabilizzate nel rispetto dei parametri contrattuali e temporali appena illustrati, e l’altra metà doveva essere assunta dopo l’indizione e lo svolgimento di un concorso esterno che, inoltre, doveva dare un sorta di diritto di prelazione, nella misura del 60 percento a chi era rimasto fuori dalle assunzioni vere e proprie.

*Il Ministero dell'Economia e delle Finanze*
*Il Ministero dell’Economia e delle Finanze*

Non bisogna dimenticare infine che sempre questa stessa legge finanziaria dettava come inderogabile il rispetto del patto di stabilità che però, evidentemente, data la portata della maxi-assunzione, a Formia nei due anni successivi è stato sforato. Un danno per l’intera comunità. Ma ad accorgersi di quanto stesse avvenendo, segnalando proprio le irregolarità appena citate, sono gli ispettori generali della ragioneria dello Stato del Ministero delle Finanza che, dopo aver effettuato una serie di ispezioni all’interno del Comune dal 26 maggio al 18 luglio 2008, stendono una relazione che sgombera il campo da ogni dubbio.

“La lettura di tale dichiarazione – si legge in uno dei passaggi più stringenti della relazione – evidenzia come, in palese contrasto con le norme di legge richiamate, il Comune di Formia avesse intenzione di procedere su un percorso di illegalità consolidato, che già in passato aveva portato ad escludere quale sistema ordinario di reclutamento il concorso pubblico”.

Insomma niente concorsi solo incarichi e nomine, come accaduto nel caso di un programmatore componente dello staff dell’ex sindaco Bartolomeo che, oltre a non avere i requisiti, non poteva incassare la stabilizzazione perché lo staff decade al cambio di sindaco. Gli unici concorsi esterni, come detto, sono stati due, ma in realtà si tratta di due collocamenti presi dall’apposito ufficio con i quali si sono individuati due dipendenti cimiteriali. Ma la cosa più strana riguarda il fatto che non sia partita alcuna indagine.

Solo la Corte dei Conti si è pronunciata negativamente, in un paio di occasioni, specificamente all’organico dei vigili urbani per i quali, con la giunta Forte, si effettuano cinque stabilizzazioni. La Corte contabile non solo contesta tali stabilizzazioni ma ricorda come già l’organico fosse sovradimensionato senza però alcun dietrofront del Comne. In questa vicenda che sembra fare il paio con quanto sta avvenendo in Provincia sulle assunzioni, la stranezza è rappresentata dall’atteggiamento omertoso della controparte politica che, invece di strumentalizzare a proprio vantaggio la relazione ministeriale, sembra averla usata meglio come uno strumento di minaccia da sventolare ai propri detrattori che in Consiglio si spingevano troppo oltre. Vuoi vedere che Michele Forte quando in Consiglio comunale in più di un’occasione ebbe a dire proprio contro Sandro Bartolomeo “ricordati cosa ho chiuso nei cassetti” si riferisse proprio alla relazione a alle stabilizzazioni?

 

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*Il Tar di Latina*

TUTTE LE TAPPE DEL PROCEDIMENTO GIUDIZIARIO
Da un punto di vista squisitamente giudiziario, l’operazione stabilizzazioni non è così lontana nel tempo, anzi potrebbe entrare nel vivo proprio nei prossimi mesi con una nuova udienza al Tar di Latina, l’ennesima. Ma anche in questo caso dobbiamo fare un bel passo indietro. Come detto tutto inizia quando, neanche fosse una macchina per fare contratti, il Comune di Formia coi suoi dirigenti porta davanti alla direzione provinciale del lavoro, con appositi moduli prestampati e compilati, tutti i papabili alle conciliazioni per le assunzioni.

Tranne i tre geometri da cui parte tutto che, nel novembre del 2007, chiedono lo stesso trattamento senza avere alcuna risposta. Quindi a ottobre 2007 c’e la delibera che sancisce le assunzioni, a novembre 2007 ci sono la ratifica di giunta delle conciliazioni e la richiesta disattesa dagli esclusi. Sempre a novembre il Comune fa posto nei 286 ruoli disponibili per piazzare chi ha nel frattempo già assunto. Si arriva così al primo ricorso al Tar di Roma che trasferisce la competenza a quello di Latina. I tre geometri ricorrenti chiedono, oltre al giudizio di merito, anche la possibilità di accedere agli atti come previsto dalla legge. Una richiesta che dal Comune inspiegabilmente non esaudiscono. Nell’aprile successivo il Tar dichiara un difetto di giurisdizione sia nel merito delle stabilizzazioni che sull’accesso agli atti.

Così si va al Consiglio di Stato che contesta la decisione di eccezione del Tar e il 18 gennaio 2011 cassa la sentenza chiedendo al Tar di pronunciarsi. Quindi passano tre anni dal primo ricorso del 2008 e solo nel febbraio del 2012 il Tar obbliga il Comune di Formia a fornire tutti gli atti richiesti dai ricorrenti. Nonostante ciò l’ultima diffida del legale dei tre esclusi arriva nel giugno dello scorso anno perché i documenti arrivano alla spicciolata e l’ostruzionismo, insomma, continua.

*La Corte dei Conti*
*La Corte dei Conti*

Per quanto riguarda il tema vero e proprio delle stabilizzazioni, nel luglio scorso il Tar emette una sentenza non definitiva con la quale obbliga per integrazione di contraddittorio i ricorrenti a pubblicare sul sito del Comune, eppoi sulla stampa, la versione dei fatti che chiama in causa i dipendenti comunali. La sentenza però ha dei difetti di notifica e così è nuovamente il Consiglio di Stato che, dopo un’istanza di correzione rigettata dal Tar, sospende la sentenza a dicembre e ne chiede una nuova versione nel gennaio scorso. Venerdì scorso è stata così presentata una nuova istanza e si attende l’udienza del 9 maggio prossimo quando, in caso di nuovo rigetto, il Consiglio di Stato potrebbe nuovamente intervenire e annullare il provvedimento. Una vera e propria battaglia giudiziaria fatta, di lotte di competenza, sentenze, annullamenti, lungaggini burocratiche e ricorsi che dura ormai da 5 anni e non sembra destinata a concludersi a breve.

Un capitolo a parte merita poi la relazione del Ministero che, dopo essere stata consegnata nell’ottobre del 2008 al Comune di Formia resta nel dimenticatoio e solo grazie all’intervento di un vigile urbano non stabilizzato riprende un nuovo corso. Quando cioè lo stesso vigile dopo aver chiesto al Comune di visionare il documento senza alcuna risposta scrive alla Prefettura di Latina per avere giustizia e in effetti la Prefettura recepisce e scrive a sua volta alla segreteria comunale per sollecitare la richiesta del vigile poi esaudita. Anche perché ad essere in possesso della relazione otre al Comune di Formia c’è anche proprio la Prefettura oltre che la Procura regionale della Corte dei Conti.

Ma se il buon giorno si vede dal mattino, che qualcosa non andasse nel verso giusto se ne accorse per primo proprio il Tar di Latina che prima che tutta la vertenza giudiziaria iniziasse annullò alcune procedure concorsuali illegittime.

 

I CASI LIMITE DELLA MAXI OPERAZIONE

*Il sindaco Michele Forte*
*Il sindaco Michele Forte*

Ma ad entrare nel dettaglio della vicenda emergono particolari che non fanno altro che confondere ancor di più le idee sulla procedure adottate nella maxi-stabilizzazione. È il caso di tre situazioni in particolare. Perché tra gli stabilizzati figurano ad esempio anche 3 persone, un architetto, un ingegnere e un funzionario amministrativo che, pur facendo parte dell’ufficio consortile del Prusst, quindi un organismo intercomunale, vengono tuttavia assunti anch’essi proprio a Formia nell’ambito delle stabilizzazioni con la delibera 458 del 31 dicembre del 2007.

Altra stranezza riguarda poi i contratti di due aspiranti al contratto a tempo indeterminato che, fino a prima della loro assunzione a tempo indeterminato, dividevano un intero turno quotidiano con due collaborazioni part-time. Con l’operazione di stabilizzazione quei due part time diventano due full time così da avere un incremento del 100percento di organico in quel particolare settore. Così come va ricordato il ruolo di un vigile urbano in particolare che, stabilizzato con l’amministrazione Bartolomeo, sempre col famigerato istituto delle assunzioni “postdatate”, torna a essere precario proprio con l’avvento della giunta Forte. Ma come ricorda il Ministero nella sua relazione, evidentemente la pratica concorsuale non è prevista al Comune di Formia che opera, ed ha già operato, nell’illegalità.

paletta-polizia-municipaleE infatti è lo stesso Forte che torna sui propri passi e stabilizza nuovamente questo vigile, peraltro in un periodo controverso del suo mandato quando, solo pochi mesi fa, ha rischiato in più di un’occasione di cadere. Insomma una serie di tira e molla strumentali che evidentemente a qualcuno non piacciono. Come potrebbe essere il caso delle ben 26 progressioni verticali riconosciute ad elementi in organico contestualmente all’operazione stabilizzazioni.

Viene da chiedersi se queste ‘promozioni’ non siano state riconosciute per scongiurare malumori da parte di chi pur essendo da molto tempo prima in organico si è visto passare davanti dei ‘privilegiati’ con relativa facilità.