SVILUPPI OPERAZIONE SUD PONTINO, I CASALESI FAVORIVANO I PRODOTTI AGRICOLI DELLE AZIENDE DI COSA NOSTRA

Erano stati scarcerati dopo un arresto nel corso di una indagine sul trasporto di frutta dalla Sicilia ai mercati del centro-sud Italia effettuato da ditte vicine al clan dei casalesi in accordo con la mafia siciliana. Ma la Cassazione ha accolto il ricorso dei pm napoletani, e i fratelli Antonio e Massimo Antonio Sfraga sono stati di nuovo arrestati a Petrosino, nel trapanese, per rispondere in concorso con appartenenti a cosa nostra e ai casalesi di concorrenza illecita aggravata dal metodo mafioso. Gli Sfraga, per gli inquirenti vicini a un gruppo di imprenditori legati al boss Matteo Messina Denaro, commercianti di ortofrutta, secondo i magistrati napoletani garantivano il monopolio del trasporto verso Fondi e altri mercati meridionali del prodotto a ditte del clan casertano e in particolare alla società “La Paganese”; i casalesi offrivano in cambio alla mafia sbocchi sui mercati laziali e campani per prodotti di ortofrutta di aziende di fiducia di cosa nostra. “Cosa nostra” e “sasalesi” collaboravano quindi nella “concreta gestione di imponenti interessi economici collerali al trasporto su gomma di prodotti ortofrutticoli distribuiti nei maggiori mercati del Centro Sud Italia fra cui quello di Fondi a Latina. In particolare i casalesi attraverso una rete di rapporti sempre più intensi, avevano allargato la propria area di influenza – si legge in una nota a firma del procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho – anche in Sicilia mediante accordi diretti con cosa nostra, con uomini di fiducia del sodalizio siciliano a sua volta vicini a un gruppo di imprenditori che ruotano attorno alla famiglia Messina Denaro, commercianti di ortofrutta molto influenti in Sicilia Occidentale che garantivano alle aziende di trasporto controllate dalla mafia casertana il monopolio del trasporto della frutta verso i mercati della Sicilia Occidentale. Il clan casertano, in cambio, offriva a Cosa Nostra, ampi sbocchi sui mercati campani e laziali dei prodotti ortofrutticoli siciliani commercializzati dalle imprese di fiducia dell’associazione mafiosa”.