LATINA, WORKSHOP IN COMUNE PER IL PROGETTO “LIFE”

Si è tenuto nella giornata di oggi nelle sale del Comune di Latina, il 1° Workshop nell’ambito delle attività del Progetto LIFE + REWETLAND (www.rewetland.eu). Il progetto REWETLAND (Widespread introduction of constructed wetlands for a wastewater treatment of Agro Pontino), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma “LIFE+2008”, è un progetto dimostrativo e sperimentale, che prevede la redazione di un Programma integrato di Riqualificazione Ambientale nell’Agro Pontino, territorio caratterizzato da condizioni critiche di inquinamento dei corpi idrici, dovute principalmente all’attività agricola intensiva. Obiettivo del progetto è sperimentare e sviluppare una serie di trattamenti biologici per la riduzione dell’inquinamento diffuso da fitofarmaci e la bio-attenuazione dei carichi inquinanti attraverso l’impiego di strumenti di fitodepurazione diffusa quali fasce ecotonali, ecosistemi filtro e zone umide artificiali.

Il Comune di Latina è ente capofila del progetto a cui partecipano la Provincia di Latina, il Parco Nazionale del Circeo, il Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino e alla U-Space s.r.l. Nel Workshop si è proceduto alla condivisione delle scelte con tutti gli attori coinvolti nella gestione del territorio (istituzioni, enti, agricoltori e cittadini) e la collaborazione
interistituzionale tra gli enti preposti alla programmazione, la pianificazione e la realizzazione degli interventi.


Ad aprire i lavori il sindaco di Latina, Giovanni Di Giorgi, e il vice sindaco e assessore all’ambiente, Fabrizio Cirilli. “La salvaguardia del territorio rappresenta una priorità dell’amministrazione comunale – ha detto il sindaco – Stiamo attivando diversi progetti che possono attingere a risorse comunitarie e il Life ne è una dimostrazione. Questi interventi, inoltre, si aggiungeranno a quelli previsti dal progetto PLUS che punta alla riqualificazione del lido”.

Il progetto REWETLAND interverrà su tutto l’Agro Pontino (circa 700 kmq), operando perciò non su un singolo corso d’acqua, ma considerando l’intera rete dei canali di bonifica (2200 km) come un unico oggetto di intervento, cosa che presuppone un cambio radicale nelle tecniche attuali di manutenzione dei canali e in generale di gestione del territorio e del paesaggio.

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