Tragedia di Ventotene, le motivazioni alla condanna: “Le omissioni sono state tante e gravi e perduranti nel tempo”

*Un momento dell'ultima udienza presso il Tribunale di Terracina*
*Un momento dell’ultima udienza presso il Tribunale di Terracina*

Sono state depositate le motivazioni (che alleghiamo in formato PDF) che hanno portato alla condanna a due anni e quattro mesi di reclusione del sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso e del responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Pasquale Romano. Oltre che a un anno e dieci mesi di reclusione per l’ex sindaco Vito Biondo e per Luciano Pizzuti, dirigente del Genio Civile, nell’ambito del processo per la morte delle giovanissime Sara Panuccio e Francesca Colonnello avvenuta sulla spiaggia di Cala Rossano il 20 aprile 2010. Duplice omicidio colposo e lesioni gravissime le accuse nei confronti dei quattro imputati.

Una sentenza, nell’immediatezza della lettura della condanna, definita storica dalle parti civili, paragonata a quella mai arrivata per la tragedia del Vajont e motivata in centodieci pagine dal giudice Carla Menichetti che non manca di ricordare l’atteggiamento omertoso di alcuni dei testimoni, spesso isolani.


Si legge in alcuni passaggi: “le omissioni sono state tante e gravi e perduranti nel tempo”.

*Cala Rossano*
*Cala Rossano*

Relativamente poi alla dibattuta questione prospettata dalla difesa secondo cui la parte di spiaggia dove avvenne il crollo sarebbe stata di competenza del demanio marittimo e quindi della Capitaneria di Porto (pagina 29), non vi è dubbio secondo il giudice che la competenza sulla sicurezza spettasse all’amministrazione comunale, tanto è vero, si legge che “il giorno 21 aprile 2010 fu proprio il Sindaco di Ventotene che in base al D.Lgs.267/2000 ordinò la immediata interdizione dell’area “Spiaggia di Calarossano” interessata dal crollo, incaricando l’U.T.C. di disporne l’idoneo transennamento e di posizionare la relativa segnaletica”.

E, ancora, “con ordinanza n.16 del 6 maggio 2010 lo stesso Sindaco, in qualità di Ufficiale di Governo, ordinò con imperiosa urgenza la esecuzione dei lavori per la messa in sicurezza della parete rocciosa sottostante la strada comunale di Via Calarossano con la eliminazione di ogni situazione di pericolo per la pubblica incolumità, la circolazione e la balneazione”.

*I Carabinieri a Cala Rossano poco dopo la tragedia*
*I Carabinieri a Cala Rossano poco dopo la tragedia*

A pagina 44, inoltre, relativamente alla conformazione dell’isola e ai successivi incontri per stilare il Pai, scrive il giudice, “L’inerzia nel tempo del Comune di Ventotene, in persona dei suoi Sindaci e del responsabile dell’Ufficio Tecnico, l’omesso esercizio del diritto/dovere di far sentire la propria voce nelle sedi istituzionali in cui si affrontavano i problemi di tutela del territorio e delle persone, l’aver mancato tutti gli appuntamenti importanti, voluti dalla normativa statale e regionale per tenere sotto controllo il rischio idrogeologico ed aggiornare i siti da attenzionare e tutelare, in una parola l’essere venuto meno al rispetto di quel principio di interscambio informativo dinamico di cui si è fin qui discorso, costituisce negligenza grave e configura l’elemento soggettivo delle condotte omissive per cui si procede”

*Sara Panuccio*
*Sara Panuccio*

Sulle posizioni dei singoli imputati (da pagina 72),relativamente al crollo del 2004, che avrebbbe dovuto mettere in allerta dando la possibilità di analizzare il rischio e prendere provvedimenti tesi a impedire il ripetersi dell’evento, tra l’altro si legge: “L’Ing. Luciano Pizzuti, Dirigente nel 2004 e responsabile del procedimento era tenuto alla comunicazione all’Autorità di Bacino e l’ha omessa, come l’hanno omessa il sindaco Biondo ed il dirigente dell’Ufficio tecnico geom. Romano”.

*Francesca Colonnello*
*Francesca Colonnello*

Infine, considerate le molte testimonianze di dirigenti regionali, alcuni inizialmente indagati, il giudice: “Spetterà eventualmente al P.M. valutare ulteriormente il comportamento di tutti questi funzionari regionali, alcuni dei quali hanno dimostrato scarsa memoria anche sulle loro competenze ovvero sui rapporti tra uffici, e verificare se si possano configurare altre omissioni penalmente rilevanti”.

 

Sentenza Ventotene[1] (1) (1)

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