”BUSTARELLE” PER LA PATENTE, SETTE TESTIMONI CONFERMANO LE ACCUSE

*Polizia Stradale ieri mattina in azione*
*Polizia Stradale ieri mattina in azione*

Intercettazioni telefoniche e ambientali, sopralluoghi della polizia stradale, filmati, sequestri di documenti. Ampio il materiale raccolto in tre anni di indagini dagli investigatori impegnati nell’inchiesta “Pay to drive”, partita da un servizio di “Striscia la notizia” in un’autoscuola di Sezze e culminata con l’esecuzione mercoledì scorso di quattordici misure cautelari, ipotizzando la costituzione di un’associazione per delinquere all’ombra della Motorizzazione, che dava a chiunque la patente purché pagasse la mazzetta. Nel procedimento seguito dal sostituto procuratore Olimpia Monaco e poi passato al collega Giuseppe Bontempo, che conta 169 indagati, un aspetto rilevante lo hanno però avuto le testimonianze raccolte dalla polizia giudiziaria, a partire da quelle di titolari di autoscuole estranee al “sistema”. Sette i responsabili di tali attività commerciali che hanno confermato agli inquirenti i sospetti su quanto accadeva agli esami per la patente e fornito particolari, gli stessi che, a causa degli illeciti, avrebbero perso anche il 40% della clientela.

polizia stradale videoLa titolare di un’autoscuola di Sabaudia, come evidenziato dal sostituto procuratore Monaco nella richiesta di misure cautelari, ha riferito alla Polstrada che “negli ultimi cinque anni aveva riscontrato una notevole riduzione della clientela, per lo più di origine indiana, che si rivolgeva con più frequenza alle autoscuole di San Felice Circeo, Terracina, Fondi e Formia, pur trattandosi di soggetti residenti a Sabaudia”. Il motivo? “Presso la sua autoscuole non avrebbero goduto di aiuti particolari, essendo tenuti a sostenere gli esami come tutti gli altri candidati, mentre era a conoscenza che la situazione era diversa per gli iscritti alle autoscuole di Spaziani e Rossini (entrambi ora arrestati e rinchiusi in carcere ndr), i quali facevano sostenere gli esami ai loro candidati quando c’era come esaminatrice la funzionaria della Motorizzazione Antonella Cianfoni (anche lei arrestata e in carcere ndr). Parole confermate dal marito della titolare dell’autoscuola di Sabaudia, “specificando che nelle sedute delle autoscuole di Spaziani e Rossini, presiedute dalla Cianfoni, i candidati erano per lo più di origine indiana”.


POLIZIA operazione autoscuoleIl titolare di un’autoscuola di Latina ha sostenuto che aveva trovato difficoltà nel preparare gli stranieri agli esami e che alcuni abbandonavano i corsi, rivolgendosi ad altre autoscuole.

Il titolare di un’autoscuola di Terracina ha invece specificato che, dinanzi al calo degli iscritti e dei tanti che vedeva rivolgersi ad altre attività aveva fatto delle verifiche, apprendendo che “a talune sessioni di esami di teoria partecipano quasi esclusivamente le autoscuole di Rossini, Spaziani e Tosti (altro indagato ndr) e che l’esaminatore della Motorizzazione è sempre Antonella Cianfoni o Pietro Lestingi (arrestato e in carcere ndr). Il testimone ha anche aggiunto che “dato che la prenotazione per gli esami avviene solo on-line e che la procedura viene aperta d’ufficio dalla Motorizzazione, accade che tutte le sedute del terzo turno, ovvero quello che inizia a chiusura degli uffici aperti al pubblico verso le 11.45-12.30, sono prenotate esclusivamente dalle suddette autoscuole e i funzionari della Motorizzazione sono sempre Cianfoni e Lestingi”. E ancora: “Prima dell’inizio della seduta d’esame, Spaziani entra nell’aula e invita i propri candidati a sedersi in determinate postazioni, mentre i dipendenti delle autoscuole di Rossini si posizionano all’entrata dell’aula, in modo da non essere inquadrati dalla telecamera interna, e suggeriscono le risposte dei quiz”.

Il titolare di un’altra autoscuola terracinese, ha parlato anche di quanto a lui riferito da una candidata: “Alcuni copiavano le risposte ai quiz dal manuale, altri si scambiavano informazioni tra loro, altri ricevevano suggerimenti dalle finestre e dalla vetrata che affaccia sulla sala d’attesa”. Il titolare di un’altra autoscuola di Latina, evidenzia il sostituto Monaco, ha affermato di subire “da anni una concorrenza sleale da parte di un gruppo di autoscuole – quella di Rossini, Francesco Spaziani, Ronconi, Ciavardini, Tosti e Onnelli – che usavano metodi illeciti, attraverso la complicità dei dipendenti della Motorizzazione, al fine di favorire il superamento dell’esame a candidati impreparati o che non capivano nemmeno la lingua italiana o inglese”. Il testimone, in particolare, ha riferito che “i suoi allievi stranieri bocciati anche due volte, anche per la non conoscenza della lingua, ritiratisi e iscritti presso le autoscuole degli indagati, superavano l’esame al primo tentativo”.

Infine il titolare di autoscuole di Latina Scalo e Norma, che ha confermato quanto sostenuto dagli altri colleghi.

Per gli inquirenti testimonianze preziose.

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