***video***OPERAZIONE DELLA SQUADRA MOBILE CONTRO L'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, AVVOCATO AL VERTICE DI UNA BANDA


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*Un momento della conferenza stampa*

AGGIORNAMENTO – Nella mattinata odierna, la Squadra Mobile di Latina, in collaborazione con personale del Commissariato di P.S. di Cisterna di Latina, ha eseguito una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Roma che ha disposto una custodia cautelare in carcere e dieci arresti domiciliari nei confronti dei componenti di una organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed al falso documentale.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina, scaturiva dalla denuncia presentata in Questura nel febbraio del 2012 da un’ impiegata dello Sportello Unico per l’Immigrazione di Latina, che segnalava la falsità di un nulla osta al lavoro subordinato rilasciato ad un cittadino indiano.


Sulla base degli elementi di riscontro, venivano avviate intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali emergeva l’esistenza di un’articolata associazione per delinquere operante in questa provincia da diversi anni, la cui base operativa veniva individuata preso lo studio legale di un avvocato del foro pontino, V. A. di anni 37. Era questi a  fornire documentazione falsa a cittadini di origine indiana, per consentire loro l’ingresso sul territorio nazionale attraverso assunzioni fittizie o finti ricongiungimenti familiari, dietro un compenso che variava tra i 6000 ed i 7000 euro nel primo caso, intorno ai 1000 euro nel secondo. La prima tranche veniva versata in India ad un intermediario locale e la seconda all’ottenimento del nulla osta che veniva spedito o consegnato a mano da un corriere.

polizia-questura-volanteL’avvocato aveva creato una struttura ben organizzata in cui i singoli componenti svolgevano mansioni predeterminate e concatenate fra di esse per il perseguimento di un unico scopo. I datori di lavoro compiacenti richiedevano fittiziamente manodopera in cambio di un corrispettivo pari a 3000 euro per ogni pratica a buon fine; una ragioniera si occupava della falsificazione di tutti i documenti necessari al rilascio del nulla osta dietro un corrispettivo pari a circa 200 euro per straniero; due dipendenti dello Sportello Unico per l’Immigrazione erano stati corrotti con somme di denaro per agevolare l’iter burocratico necessario al rilascio del nulla osta; alcuni intermediari indiani erano addetti al reclutamento di stranieri nel Paese di origine.

Un consolidato meccanismo fraudolento che ha permesso all’organizzazione di far entrare sul territorio nazionale innumerevoli cittadini extracomunitari, per un giro di affari quantificabile in centinaia di migliaia di euro.
Nel corso dell’indagine, è emersa anche una collaborazione tra l’avvocato e un dipendente della Polizia di Stato, già sospeso dal servizio da oltre due anni per analoghe vicende. Quest’ultimo, collaborando con un’agenzia di servizi a favore di extracomunitari, forniva all’organizzazione un contributo informativo e  la disponibilità di altri intermediari per il reclutamento.

Oltre agli arrestati odierni, risultano indagati nove soggetti tra italiani e stranieri, le cui posizioni verranno vagliate nei prossimi giorni dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.