DIA SEQUESTRA BENI PER 100MLN DI EURO NEL BASSO LAZIO

La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di sequestro di beni ai sensi della normativa antimafia nei confronti dei pregiudicati Gennaro DE ANGELIS, 67enne di Casal di Principe;
Aladino Saidi, 33enne di Sora; AntonioDI GABRIELE, 65enne di Crispano.
Il provvedimento – che dispone anche la sorveglianza speciale di p.s. con obbligo di soggiorno per tre anni – è stato adottato dal Tribunale di Frosinone – Sez. Misure di Prevenzione a seguito di una articolata proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal Direttore della D.I.A., Generale dei Carabinieri Antonio GIRONE sostenuto nel dibattimento di prevenzione dal P.M. presso la Procura di Frosinone, Dr Tonino DI BONA.
L’operazione ha consentito di sottrarre al sodalizio criminale, contiguo al “clan dei casalesi”, un patrimonio del valore stimato in oltre 100 milioni di Euro, costituito da beni localizzati a Castrocielo, Cassino, Aquino, Frosinone, Formia, Gaeta, Roma e l’Aquila e consistenti in 17 società, 2 ditte individuali; 31 fabbricati; 14 terreni; 16 autovetture; 118 rapporti finanziari.In particolare Gennaro DE ANGELIS, stanziatosi nel basso Lazio all’inizio degli anni ’70, ha rappresentato, per lungo tempo, un punto di riferimento del “clan dei casalesi” fino a diventarne “caporegime”, dapprima nell’organizzazione di Antonio Bardellino e, successivamente alla scissione, nel gruppo camorristico capeggiato da Francesco Schiavone “Sandokan” con il quale è imparentato. Secondo quanto emerso dalle attività della D.I.A., il DE ANGELIS, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dalla sua appartenenza al citato sodalizio, aveva formato un proprio ed indipendente gruppo criminale di tipo mafioso, definito “Deangelisiano”, realizzando,  nella propria  ”zona” d’influenza  la  commissione  sistematica  di  numerosi  reati,
come estorsioni, truffe, riciclaggio, ricettazione e, soprattutto, importazione da altri Paesi dell’Unione Europea di autovetture, in regime di evasione d’IVA.

Per un periodo ha svolto anche la funzione di “procacciatore” e “fornitore di armi” al clan dei casalesi durante la storica guerra intestina che ha visto contrapposti i casalesi di “Sandokan” ai “bardelliniani”. Ha partecipato alle attività estorsive nella zona di influenza attraverso l’indicazione al clan, quali obiettivi contro cui destinare le richieste estorsive, delle attività economiche più fiorenti nel territorio sud‑pontino.
Per le capacità imprenditoriali e di intermediazione bancaria, il DE ANGELIS si era accreditato, in seno al clan, come “incaricato” dal boss “Sandokan” ad operare investimenti in Italia ed all’estero dei capitali illecitamente accumulati dall’organizzazione criminale;
Saidi è ritenuto organico al sodalizio camorristico deangelisiano. Socio di Gennaro DE ANGELIS sotto un profilo finanziario ed economico, si impegnava, in particolare, nella articolazione della frode all’Erario. Allo stesso sono state contestate diverse imputazioni per trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante prevista per i reati connessi ad attività mafiose e per associazione a delinquere finalizzata alle truffe ed altri reati contro il patrimonio;
Antonio DI GABRIELE, è ritenuto un uomo di fiducia e prestanome del DE ANGELIS, con precedenti per reati di natura associativa, trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante prevista per i reati connessi ad attività mafiose, fittizie intestazioni di beni, nonché reati  contro la persona, il patrimonio, in materia di armi ed altro.