Il primario Baiano va in pensione, il reparto di Chirurgia nella mani di Viola

(Giovanni Baiano)

Nel reparto di Chirurgia del “Dono Svizzero” di Formia si volta pagina. Il dottor Giovanni Baiano, nato a Napoli il 26 dicembre 1951, dopo 40 anni di servizio che hanno fatto seguito al conseguimento, a soli 24 anni, della laurea con il punteggio di 110 e lode, lascia l’incarico per raggiunti limiti di età imposti dal regolamento dell’azienda Asl.


A destra, il dottor Viola

A lui succede, quale responsabile facente funzione del reparto, il dottor Vincenzo Viola, originario di Formia, cresciuto a Sperlonga, proveniente da esperienze di grande spessore professionale presso nosocomi del nord Italia, oltre che, ultimamente, dalla Chirurgia Laparoscopica dell’Eccellenza del “Monaldi” di Napoli. E già componente di quella tanto celebrata equipe che a suo tempo aveva caratterizzato il reparto di Chirurgia dell’ospedale “San Giovanni di Dio” a Fondi, meta di pazienti che raggiungevano, da tutta Italia, oltre che dall’estero, il nosocomio di via san Magno per affidarsi alle mani quasi “miracolose” della squadra messa su proprio dall’allora primario Baiano. Quest’ultimo, peraltro, continuerà la sua opera di chirurgo presso la clinica “Salvator Mundi”, al viale delle Mura Gianicolensi a Roma, presso la clinica “Casa del Sole” di Formia, e presso una terza struttura terapeutica in quel di Terracina.

Qualcuno, in occasione del commiato di Baiano, ha voluto sottolinearne anche l’impegno sociale, riprendendo le sue stesse parole, riportate nell’ultima (pagina) di copertina del libro da lui scritto nel 2008, dal titolo “Storie di divina miseria” (Marcus Edizioni), i cui proventi vengono devoluti per una causa più che nobile e cui fa riferimento lo stesso autore nel chiosarne l’epilogo: “Gli amici mi chiamano gianni (rigorosamente in minuscolo, n.d.r.) ho 56 anni (erano i primi mesi del 2008, n.d.r.), da trenta e più faccio il chirurgo; sono nato a causa di una indigestione di capitoni il 26 dicembre; ho una moglie e un figlio e da poco anche una nuora, sul nipote per ora (ricordiamo di stare nel 2008, n.d.r.) solo speranze. Tutte le mie esperienze “letterarie” sono dettate dalla necessità di raccogliere fondi per scopi umanitari; confido pertanto negli amici sparsi nel mondo e nei miei pazienti per realizzare il progetto ‘malaria’. Nel 2007 per la prima volta è stato realizzato un farmaco antimalarico di fascia pediatrica, ‘Asaq’. Il farmaco costa appena un euro, essendo il brevetto no profit. Ogni trenta secondi muore in Africa un bambino di malaria: basterebbe quell’euro a salvargli la vita. Ci vogliamo dare da fare?”.