Coletta minaccia: “Chi si compra la Ecoambiente pagherà la bonifica”. Ma perché non si fa pagare subito?

La discarica di Borgo Montello
Fabio Altissimi

La dura nota che il Comune ha indirizzato in pratica alla “Paguro S.r.L.” sostanzialmente afferma che il patron di Rida Fabio Altissimi spreca soldi acquistando il 51% della Ecoambiente. In effetti la spesa è alta, perché oltre ai 2,5 milioni di euro ci sono anche altri 4 milioni di euro per la ricapitalizzazione, che sembreranno pure tanti, ma sono poca roba in confronto ai più di 150milioni di euro in ballo sulle 100mila tonnellate di rifiuti l’anno che si potrebbero riversare su Borgo Montello. Il Comune è stato molto spiccio e risoluto nel suo comunicato affermando che: “Le ragioni per le quali l’imprenditore Fabio Altissimi abbia deciso di spendere 2,5 milioni di euro per acquistare le quote di maggioranza di una società che, allo stato attuale, è priva di futuro, se non per le attività di post-gestione”. “La richiesta di ampliamento dell’ultimo invaso gestito dalla Ecoambiente infatti (i cui volumi si sono esauriti nell’estate del 2016) – si legge nella nota – è ferma in Regione da circa tre anni e risulta ancora ‘sospesa in attesa di pronuncia della Valutazione d’Impatto Ambientale (Via)’. Ma tale Via non potrà che essere negativa perché la bonifica che Ecoambiente si era impegnata a realizzare sul sito, anche per conto della Indeco Srl, in cambio di tutte le autorizzazioni ottenute nel tempo, non è stata mai completata. Pertanto, essendo per legge il Comune il responsabile ultimo degli interventi di bonifica, l’Amministrazione comunale, di concerto con la Provincia e l’Ufficio Bonifiche della Regione, scaduto il termine per l’esercizio del diritto di prelazione, intimerà alla nuova proprietà l’ultimazione immediata delle opere di bonifica concordate, stabilite e approvate da tutti gli enti interessati nell’ormai lontano 2009. In assenza di tali interventi il Comune potrà agire di propria iniziativa (alcuni fondi regionali sono ancora disponibili) rivalendosi in danno della società”.

Tutto molto bello, molto giusto. Passerebbe la voglia a chiunque di mettere mano in un simile vespaio, non v’è dubbio. Però una domanda, se si va oltre i tifosi e i detrattori di Lbc o di Rida Ambiente si potrà pure fare:


Ma visto che il Sindaco può intimare, giustamente, la bonifica alla società che potrebbe sopraggiungere, perché non obbliga anche la Ecoambiente a farla, questa bonifica? 

Perché non ha mai chiesto che gli invasi chiusi di indeco ed Ecombiente vadano finalmente ed ufficialmente in post gestione (e non quella di cui ogni tanto impropriamente parla l’assessore Lessio e che non è mai esistita nemmeno su Urano)? 

Senza contare che la cosiddetta “bonifica” avviata dalla Ecoambiente e che lo stesso sindaco dice sia “in corso” non è mai esistita. La società Ecoambiente stessa vi dirà che hanno fatto una “messa in sicurezza operativa” che consiste in:

  1. l’immissione dentro la falda acquifera di percarbonato di sodio, che è sostanzialmente un sostitutivo naturale alla varechina e che comunemente si usa per sbiancare gli abiti. Questo al fine di “bloccare l’inquinamento organico”.
  1. Allo stesso scopo si procede, dal 2015 all’immissione in falda di acqua ossigenata, va detto che questo trattamento è del tutto sperimentale e che non esiste alcun esempio di “bonifica” definita tale fatta in questo modo, ma se un invaso è chiuso e coperto, più o meno nel tempo, tende ad “inertizzarsi”. 
  1. La copertura, con appositi teli, di alcuni invasi, per ora parziale che ha lo scopo di impedire alle acque piovane di immettere nuovi liquidi e quindi nuovi pericoli rappresentati dai percolati.

Questo è ciò che viene definita “bonifica” anche se poi in realtà è più precisamente una “messa in sicurezza”, un contenimento per intenderci, giacché non esistono evidenze tali da poter affermare che queste procedure possano ripristinare lo stato dei luoghi, non più di quanto il tempo non farebbe già di suo. In ogni caso, non si sa di quale “bonifica” vada parlando il sindaco di diversi mesi a questa parte, specialmente considerando un fatto non irrilevante: la Ecoambiente, proprio per la questione dell’inquinamento ambientale dovuto a diversi vecchi invasi è sotto processo per inquinamento ambientale. Loro sono arrivati dopo, è vero, prima della Ecoambiente c’erano altre società. Ma comunque il Tribunale ha rinviato a giudizio il vecchio amministratore dell’azienda Bruno Landi, definito un braccio destro di Cerroni in un altro procedimento, quello appunto contro il numero uno delle discariche laziali Manlio Cerroni.

Il sindaco di Latina Damiano Coletta

E allora il sindaco, visto che c’è e si è svegliato decisionista, perché non comincia subito a chiedere l’immediata chiusura definitiva e la post gestione degli invasi di Indeco ed Ecomabiente, disinteressandosi così dei giochi di potere dei signori dei rifiuti e mettendo mano ad una tematica che nessun sindaco sembra aver mai osato chiedere? E, visto che c’è, perché non verificare quali coperture assicurative ha in seno in questo momento la Ecoambiente e quali garanzie porterebbe il suo nuovo padrone eventualmente? E’ in base a quelle che si garantisce la bonifica integrale e reale, non attraverso gli esperimenti, né potrà facilmente essere la Regione a pagare per conto delle aziende come a volte è stato ipotizzato. Certo, sarà sempre la Regione a decidere, ma il Sindaco di una città, massima tutela della salute pubblica, qualcosa potrà pure dire in merito. O forse questa ed altre mosse sono riservate solo per creare meccanismi deterrenti ad imprenditori (a torto o a ragione) sgraditi? Anche perché, se si fa una rapida ricerca di precedenti, si scopre che tra le responsabilità di un sindaco ci sono anche la vigilanza dello stato d’attuazione della gestione e della post gestione della discarica. Questa vigilanza, come possiamo vedere, viene rivendicata a seconda di chi sia il proprietario dell’azienda. Il che, se non altro, è in interessante. La bonifica a Montello manca da decenni, non da domani.