Non vogliono cambiare tetto, bagarre tra richiedenti asilo a Fondi

AGGIORNAMENTO – Ancora una bagarre con protagonisti richiedenti asilo, a Fondi. Si è registrata nella tarda serata di martedì, poco prima della mezzanotte, nella sede di via Roma della cooperativa “La Ginestra”, con tre migranti nigeriani ospiti della struttura che stavano andando in escandescenza per un cambio di tetto che proprio non gradivano: erano stati spostati in un altro stabile gestito dalla stessa coop per far posto, in un’unica stanza appositamente allestita nella struttura principale, a delle altre ospiti incinte giunte in città di recente.

migranti-in-subbuglio-2Trasferimento che, mettendo da parte ogni spirito di cavalleria o semplice tatto, ha portato a un deciso “niet”. Da cui nell’arco di non molto è scaturita una situazione ad alta tensione, anche con gli altri ospiti, che condannavano l’atteggiamento dei migranti protagonisti della vicenda. Tutto risolto prima che si degenerasse – c’erano numerosi richiedenti asilo in strada – dall’intervento dei carabinieri della Tenenza locale, fatti convergere dai vertici de “La Ginestra” assieme alla polizia.


Un episodio fortunatamente finito senza particolari strascichi, con nessuna denuncia nei confronti dei “rivoltosi”, che comunque hanno i giorni contati in città: la struttura che finora li ha accolti sta avviando le procedure per l’espulsione. Desolati, a margine dell’accaduto, dalla coop fondana: “Riguardo l’episodio dell’altra notte chiedo scusa all’intera comunità a titolo personale, a nome del mio staff e di tutti gli altri ospiti non coinvolti, ringraziando le forze dell’ordine”, ha detto il responsabile. Che, probabilmente anche per via delle crescenti polemiche nate tra la cittadinanza di fronte alla massiccia presenza di richiedenti asilo, ha colto l’occasione per rimarcare la propria veduta: “La Ginestra da due anni ad oggi ha creato tanti posti di lavoro in città, e stiamo raccogliendo altri curriculum (è possibile inviarli a info@laginestraonlus.it, ndr). Non bisogna vivere il fenomeno come fosse un problema, ma come un’opportunità”.