Fondi, aggressioni e minacce: l’interminabile sequela di “una bomba ad orologeria”

L'intervento in forze dei giorni scorsi, per l'ultimo "blitz" dell'uomo al Bar Napoli

Che sia di primo mattino o a notte fonda, quando non va girovagando con fare spettrale e apparentemente senza meta continua spesso e volentieri a seminare il panico per Fondi. Protagonista di un’interminabile sequela di episodi che ha messo e mette a repentaglio la sua e l’altrui incolumità. Senza che si riesca a trovare un modo concreto per frenarlo – e nel contempo aiutarlo – davvero. Una sorta di bomba ad orologeria con le sembianze di un uomo scarnito, dallo sguardo vitreo e dall’andatura incerta, il 47enne fondano Gianpaolo D.N., una vita ai margini. Disoccupato, pregiudicato, con un passato fatto anche di tossicodipendenza. Ma soprattutto con sulle spalle pesanti problemi psichici. A volte sembra innocuo. Altre, dal nulla, diventa una belva.

L’ultima bagarre – almeno rimanendo a quelle note – giusto qualche sera fa. Fino a poco prima era in piazza, a torso nudo tra la folla, in solitaria, eppure pacifico. E’ bastato qualche minuto per ritrovarlo fuori di sé mentre, urlando e subito bloccato dall’intervento di polizia e carabinieri, tentava di entrare nel “Bar Napoli”, lungo via Appia lato Itri, a non molta distanza dalla sua abitazione. Lo stesso bar in cui la notte prima, nel corso dell’ennesima irruzione, il 47enne aveva tentato di aggredire – tanto per cambiare – uno dei titolari: senza alcun motivo se non la mancanza di lucidità, ha tentato a più riprese di prenderlo a bottigliate. Paradossalmente, quasi una quisquilia rispetto a tanti altri episodi che lo hanno visto protagonista.


il forcone utilizzato ultimamente per minacciare gli agenti fondani
Il forcone utilizzato ultimamente per minacciare gli agenti fondani

Verso la metà di giugno, in rapida sequenza, aveva fatto irruzione presso il centro diurno per disabili “L’Allegra Brigata” terrorizzando operatrici ed ospiti, messo ko un ultraottantenne incontrato casualmente in strada e minacciato di infilzare con un forcone di un paio di metri gli agenti del Commissariato che erano andati ad identificarlo. Venne arrestato, ritenuto in quei momenti capace d’intendere e di volere, messo in carcere per una manciata di giorni e quindi liberato. Per il resto, gli “show” di volta in volta sono seguiti da trattamenti sanitari obbligatori. Per tornare a ripetersi puntualmente, anche a distanza di ore dalla soluzione-tampone.

A febbraio, panico tra l'Appia e l'area del castello.
A febbraio, panico tra l’Appia e l’area del castello.

Continuando a ricordare i fatti più eclatanti degli ultimi tempi, a marzo 2015 in una sola sera il 47enne ha ad esempio sfiorato la doppia aggressione di medici e infermieri del “San Giovanni di Dio”; a dicembre ha sfondato a calci la porta del Cim di via Roma perché pretendeva delle sigarette; a inizio 2016 si è presentato un’altra volta a creare scompiglio al centro per disabili; a febbraio, da autostoppista, ha seminato il panico lungo il tratto d’Appia nel centro urbano, prendendo tra l’altro a calci i mezzi in transito.

Di tutto e di più. Elenco parziale quanto indicativo di una situazione che si regge palesemente su equilibri precari, ma che pare perpetuarsi all’infinito a causa delle sabbie mobili della burocrazia.