“Guarito dal tumore grazie a Sant’Antonio”, la storia di un uomo di Fondi su Rete 4

La storia della prodigiosa guarigione del fondano Antonio Cataldi in prima serata su Rete 4, nel corso dell’ultima puntata de “La strada dei miracoli”, il programma di approfondimento religioso condotto dalla giornalista pontina Safiria Leccese. L’emozionante testimonianza di un qualcosa a cui la scienza non ha saputo dare risposte, quella offerta da Cataldi, 55enne albergatore titolare nel centro storico di Fondi dell’Hotel dei Fiori, una moglie e tre figli: aveva un tumore inoperabile, magicamente svanito dopo un pellegrinaggio.

Cataldi miracolatoIncredibile ma vero. Nessuna suggestione. A testimoniarlo, del resto, ci sono pile di documenti sanitari. Tanto che nessuno, tra camici bianchi e luminari che si sono imbattuti nel caso, a partire dal fratello medico di Cataldi, ha saputo dare una spiegazione razionale, che non andasse a toccare le corde dell’indefinibile. Un miracolo tout court. Storia conosciuta, dai compaesani di Antonio. Che nell’autunno del 2007 scoprì quasi casualmente di avere un carcinoma maligno al fegato. Un male come anticipato giudicato inoperabile, sia secondo la diagnosi dei medici del “San Giovanni di Dio” che dei colleghi del policlinico “Gemelli” di Roma. Una condanna. Messa alle spalle in maniera sorprendente.


Ad ottobre 2008 il fondano si recò a far visita alla tomba di Sant’Antonio da Padova, cui era devoto per tradizione familiare, pur non essendosi mai recato in pellegrinaggio per rendergli omaggio. Poggiò le mani sulla lastra di marmo, d’un colpo sentì un intenso bruciore dall’inguine alla testa. Soli pochi giorni, ed ecco l’insperata fine di un incubo: esami clinici e radiografie dicono che il tumore non c’è più. Sparito senza chemioterapia, né altre cure. Da lasciare di sasso. Tanto che, dal “Gemelli”, decisero di trattenere Cataldi per ulteriori accertamenti. Quasi un mese di ricovero, poi le dimissioni: non sapeva spiegarselo nemmeno il primario di Oncologia, ma anche tutti i nuovi esami avevano dato riscontro negativo. Il fondano era salvo. Una “guarigione divina”, che da allora lo porta una volta all’anno ad immergersi in preghiera nella basilica che ospita le spoglie del santo francescano.