Truffa all’Ue con l’ortofrutta dei poveri: tre arresti anche in provincia di Latina

AGGIORNAMENTO – Una folta schiera di indagati sparsa per buona parte dello stivale, cinquanta perquisizioni, sequestri e dodici arrestati, tra i quali tre imprenditori residenti in provincia di Latina. Questo, il bilancio della maxi-operazione condotta martedì mattina dai carabinieri del Nas, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Lodi su una truffa milionaria ai danni dell’Ue: almeno 13mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli acquistati con i contribuiti della comunità europea per poi essere distribuiti gratuitamente ai bisognosi, finendo in realtà in maniera sistematica rivenduti a scopo di lucro. Altro che a Caritas, Croce Rossa o banchi alimentari. Invece che nella pancia dei poveri, frutta e verdura finivano in vendita nei più disparati mercati rionali e all’ingrosso. Il profitto? Più di 4 milioni di euro, stando agli accertamenti posti in essere.

La frode è legata è doppio filo ai fondi europei ricevuti da ignari agricoltori e coltivatori per destinare gratis il raccolto in eccedenza – che altrimenti sarebbe stato destinato alla distruzione – a enti benefici. A fare da tramite nella donazione una onlus in provincia di Lodi, la “Sei per Secu”: falsificando gli attestati di consegna, inviava alle associazioni benefiche e di volontariato solo una minima quantità della merce ricevuta, mentre dalle fatture risultava che venisse invece donato, come da prassi, tutto il carico. I prodotti distratti venivano successivamente immessi sul mercato a prezzi concorrenziali, venendo distribuiti sia all’ingrosso sul territorio nazionale che sui mercati dell’Est Europa, in primis Croazia e Romania.


I radar delle forze dell’ordine si sono attivati la scorsa estate, partendo da degli “strani” contenitori per frutta rinvenuti in alcuni mercati all’ingrosso del Nord Italia: sulle targhette era scritto a chiare lettere che il prodotto era destinato unicamente alla donazione. Da qui, lo stop di un carico intercettato a Gorizia e pronto a passare oltreconfine, seguito da una serie di accertamenti andati a coinvolgere 19 province. Arrivando a documentare in pochi mesi qualcosa come 900 transazioni illecite, e a sequestrare la bellezza di 13mila tonnellate di merce. Fino a chiudere il cerchio con dodici arresti, mettendo in campo oltre 150 carabinieri.

I RISVOLTI PONTINI

Parte integrante dell’associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla ricettazione alimentare – queste le contestazioni a vario titolo a carico degli indagati, di cui alcuni rimasti a piede libero – secondo gli investigatori anche tre pontini. A cominciare, dice l’inchiesta, da Alfonso e Domenico Cioffi, padre e figlio rispettivamente di 51 e 24 anni. Originari della provincia di Salerno, dal 2005 trasferitisi a Fondi per esigenze commerciali con l’azienda di famiglia, “L’oro della costiera”. Una realtà leader soprattutto nella compravendita del Limone di Sorrento, andata a insediarsi in viale Piemonte, nell’ambito del Mof, per forza di cose “sfiorato” dalle indagini. Alfonso Cioffi si trova ristretto nella casa circondariale di Latina, con il figlio posto invece in regime di arresti domiciliari. Terzo e ultimo pontino arrestato, Giampaolo D’Angelis, 44enne imprenditore nativo di Formia ma rintracciato a Itri, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.