Ospedale Santa Maria Goretti, é emergenza sanitaria: arriva l’esposto in Procura

La sigla sindacale Usb ha inviato una informativa alla Procura della Repubblica di Latina per mettere a conoscenza gli organi inquirenti circa quanto accade all’offerta sanitaria del capoluogo, precisamente nell’ambito dell’ospedale Santa Maria Goretti, e oramai fuori dai parametri di legge, per verificare se ci siano gli estremi utili a sviluppare indagini per l’accertamento di reati e responsabilità che, nonostante i solleciti ad enti ed istituzioni varie, non sono mai state accertate.

L’esposto pone l’accento su alcune situazioni ben precise. Vediamo quali sono riportando il passaggio dedicato alle criticità segnalate:


  1. Assenza di formazione specifica e relativo addestramento del personale così come previsto dalle normative vigenti.
  2. Assenza di adozione di adeguate soluzioni strutturali e logistiche:

L’attività di Triage non è provvista di idonee sale visita che permettano il corretto espletamento della valutazione infermieristica e il rispetto della privacy del paziente. Infatti, tale zona è adiacente all’ingresso del pronto Soccorso e della sala di attesa dei parenti e degli utenti.

Tale area presenta una posizione tutt’altro che strategica. Infatti non permette un’adeguata sorveglianza e osservazione di tutti gli utenti durante la gestione della loro attesa.

  1. Assenza di personale adibito alla vigilanza (guardie giurate e/o forze dell’ordine) che garantiscano l’incolumità e l’operatività del personale nel Pronto Soccorso così come previsto dal DM n°269/10. Attualmente tale attività viene espletata da personale con contratto da “receptionista”.
  2. Assenza di personale di supporto (amministrativo e O.S.S.). Il personale presente, inoltre, durante l’attività di emergenza viene impegnato a svolgere anche compiti che esulano delle proprie competenze. Infatti chi svolge attività di Triage deve nel contempo inviare fax, aggiornarsi telefonicamente sulla situazione dei posti letto disponibili nella struttura, dare ripetutamente informazioni di ogni genere per mancanza di una cartellonistica informativa adeguata (accesso reparti, orari prestazioni ambulatoriali, ubicazione bar, bagni, etc.). Nelle sale visita invece l’assenza di Operatori Socio Sanitari nel P.S., comporta un impegno supplementare del personale dedito all’emergenza come l’attività alberghiera (cure igieniche del paziente, alimentazione dei non autosufficienti, etc.), distogliendolo dall’ attività prioritaria (emergenza).
  3. Assenza di spazi idonei che consentano l’isolamento di casi potenzialmente infetti e la presa in carico di problematiche situazioni sociali (homeless). Si registra, inoltre, l’assenza del triage rosa (aggressioni fisiche e verbali nonché violenza sessuale sulle donne). Di contro canto si è privilegiata l’apertura di due stanze di rappresentanza, riservate al Primario ed al suo sostituto, a scapito delle priorità suddette.
  4. A fronte di periodi di estremo affollamento del pronto soccorso, non si registrano reazioni organizzative codificate che sospendano le normali programmazioni dei ricoveri e dispongano posti letto sufficienti alle necessità dei pazienti in emergenza, il tutto a fronte di tempi di degenza dei reparti spesso esuberanti e comunque non in linea con le indicazioni regionali e nazionali in tema di degenza media. Così come va richiamata la mancanza di dimissioni ospedaliere dai reparti dell’ospedale nelle giornate festive.
  5. In questo contesto, le direttive aziendali che si sono susseguite negli ultimi tempi, non sono venute incontro a quelle che sono le esigenze logistiche organizzative del Pronto Soccorso. Inoltre rendiamo noto come con la chiusura del reparto psichiatrico (SPDC) si sia deciso di cedere una stanza all’interno del P.S per necessità del suddetto reparto. Lo stesso è avvenuto per il reparto di Osservazione breve (OBI): un’altra stanza di 6 P.L. è stata dedicata a questo servizio usufruendo del personale del Pronto Soccorso.

Un capitolo a parte merita la gestione dei pazienti pediatrici.

La carenza di personale pediatrico dirigente ha prodotto da parte della Direzione un ordine di servizio in cui le consulenze pediatriche, fatte salve le emergenze, avvengono in determinate fasce orarie. Questo determina affollamento di pazienti pediatrici che, non avendo una sala d’attesa a loro dedicata, sostano con i propri congiunti nel corridoio antistante la stanza visita dove sono presenti pazienti adulti barellati in attesa di ricovero e/o accertamenti. Inoltre, essendo il corridoio una zona di passaggio, i bambini a volte assistono a situazioni a loro non idonee: transito di pazienti in codice rosso o che presentano situazioni estremamente critiche. La direttiva in questione, prevede che la gestione del paziente pediatrico sia di competenza del medico chirurgo in servizio presso la stanza chirurgica del Pronto soccorso e dell’infermiere addetto a quella stanza. Da questo ne sussegue un ulteriore aggravio del carico di lavoro del suddetto personale.

  1. Nei periodi di sovraffollamento si determina all’interno delle stanze visite una presenza di pazienti al di fuori di ogni regola, determinando l’impossibilità di attenersi alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro e la mancanza di quei fattori che garantiscano l’incolumità della salute dei pazienti e degli operatori.

 

Di seguito il testo integrale dell’esposto alla Procura. (esposto procura)

Insomma la situazione appare piuttosto grave sotto i profili delle garanzie di sicurezza e corretta gestione della prassi medica. E non sono servite neanche le segnalazioni alla Regione Lazio e al ministero dell’ambiente per trovare una soluzione all’emergenza. L’Usb lo racconta ancor più dettagliatamente nel comunicato stampa che correda l’invio dell’esposto in Procura.

Questo il comunicato:“ Il giorno mercoledì 29/04/2015 la scrivente O.S. ha depositato alla Procura della Repubblica, in allegato alla presente, formale denuncia / querela al fine di verificare le gravi difficoltà lavorative presenti al pronto soccorso dell’ ospedale S. Maria Goretti!

Le motivazioni che hanno indotto a richiedere l’intervento della Procura della Repubblica, sono state dettate dalle gravissime situazioni che da tempo sono presenti nel PS del nosocomio della Provincia, puntualmente denunciate ai vari livelli istituzionali competenti ma senza mai trovare soluzioni e risposte! Eppure queste criticità si ripercuotono direttamente sulla salute del cittadino, anzi di tutti i cittadini che si rivolgo alla struttura per le cure del caso, che trovano invece nonostante l’impegno di tutto il personale sanitario operante all’interno del su richiamato reparto, livelli assistenziali inadeguati.

Nonostante il piano sanitario regionale che prevede un indice di 3,5 posti letto per acuti per 1000 abitanti, nella provincia di Latina il rapporto è al di sotto del 2,7, causato da anni di scelte politiche regionali folli, che hanno visto la chiusura di interi complessi ospedalieri come Cori, Sezze e Priverno e alla continua riduzione di posti letto negli Ospedali rimasti.

L’effetto di queste scelte scellerate è il sovraffollamento del P.S. da parte dei pazienti in attesa del ricovero che sostano anche 24-48 ore alle quali va data assistenza sanitaria! Ma il personale sanitario è insufficiente a coprire l’emergenza e i pazienti stabilizzati in attesa di ricovero, determinando ritmi e carichi di lavoro enormi con conseguente stress correlato per gli operatori presenti e svolgimento di inadeguata assistenza per gli utenti!

Il personale presente, inoltre , durante l’attività di emergenza viene impegnato a svolgere compiti che esulano dal proprio compito, come quello di inviare fax, fare da centralista per la ricerca dei posti letti disponibili nella struttura, dare informazioni di ogni genere per mancanza di adeguati cartelloni informativi (accesso reparti, orari prestazioni ambulatoriali, ubicazione bar, bagni, etc.).

Ancora, gli operatori, a causa della mancanza di personale OSS, viene distolto dall’emergenza anche per soddisfare i bisogni fondamentali dei pazienti come la cura igienica, l’alimentazione dei non autosufficienti ecc. ecc. .L’organico presente nel reparto del P.S. risulta avere su 20 medici di cui 16 con contratto tempo determinato e su 45 infermieri 30 sono contratto determinato. Capita, che in caso di malattia o ferie, il personale infermieristico è insufficiente alla copertura dei turni!

Anche la struttura non è adattata per ospitare tutti i pazienti, tant’è che non sono rispettate le basilari regole sulla sicurezza, le barelle vengono sistemate nei corridoi, davanti gli ascensori, in stanze da quattro ci sono quasi il doppio dei degenti, non c’è divisione tra uomini e donne con gravi ostacoli! Nemmeno la sala d’attesa è idonea in quanto, nell’atrio, si uniscono gli utenti con i parenti contrastando con quanto prevede la privacy! Insomma, un lazzaretto che molte volte ha visto atti inurbani gravi, dovuti alla disperazione degli ammalati costretti per giorni a sostare in attesa del posto letto!

Una disorganizzazione gestionale voluta e segnalata agli uffici dell’Assessorato Regionale alla Salute nella Persona del Commissario Regionale e del Direttore del Dipartimento del Servizio Sanitario Regionale, l’Ufficio Territoriale di Governo competente per la Città di Latina e, non ultimo il Ministero della Salute nella Persona del Ministro, presente ad una visita programmata in Ospedale”.