Malori in sequenza, la Chirurgia di Fondi senza chirurghi. E il turno rimane scoperto

L'ospedale di Fondi

Un malore dietro l’altro, in rapida sequenza, uno dei quali in corsia, e la Chirurgia dell’ospedale di Fondi rimane senza medici per poter coprire il turno pomeridiano. E dunque assistere i pazienti ricoverati, lasciati al solo personale infermieristico fino al successivo soccorso giunto dalla vicina Medicina.

Il cortocircuito, indicativo della situazione limite raggiunta dal morente reparto del “San Giovanni di Dio”, si è verificato sabato, in concomitanza col cambio del turno. Ed è la dimostrazione di come, con un’equipe chirurgica sempre più ristretta, ormai ridotta ad operare una sola volta la settimana e costretta a una continuata spola per coprire i turni dei colleghi di Terracina, si sia arrivati a non poter garantire nemmeno il minimo indispensabile, in un reparto da 24 posti letto. Basta qualche imprevisto, e si va in tilt. Come appunto sabato, giornata di malesseri, certificati e nervi tesi.


Alle 14, vista la solita, cronica carenza di personale e i ripetuti addii, a Fondi doveva prendere servizio un medico proveniente da Terracina. Sfortuna ha voluto che, giusto non molto prima dell’inizio del turno, sia giunta la comunicazione di un sopraggiunto malore. Chi a sostituire il sostituto fino alle 20? Bella gatta da pelare. Non essendoci nessun altro, l’onere sarebbe toccato in extremis al chirurgo in servizio nel reparto durante il turno mattutino. Il quale, d’un colpo, è però andato ko. Pure lui. Secondo forfait. E qui l’eventuale malasorte c’entra fino ad un certo punto. E’ entrato in gioco qualcos’altro. Semplicemente, in servizio dalle 8 del mattino e da mesi costretto nei noti travagli del reparto, il professionista che avrebbe dovuto fare il doppio turno si è preso un’arrabbiatura tale che, pare, per poco non arrivava al collasso. Talmente forte, lo stato d’agitazione, che al culmine della crisi di nervi il camice bianco è finito al pronto soccorso del suo stesso ospedale. Ipertensione. E, certificato alla mano, (giusta) esenzione dal turno “maledetto”. Rimasto vacante fino a quando dal reparto non ci si è interfacciati col medico in servizio a Medicina. Riproponendo difficoltà già palesatesi in diverse occasioni, l’ultima volta appena un giorno prima.

Difficile il contrario, con una Chirurgia senza quasi più chirurghi. Al reparto sono rimasti unicamente il primario Bertolini, e i dottori Roberto Iudicone, Paolo Piovanello e Giampaolo Costa. Col secondo che si occupa solo di mansioni di reparto, il terzo che mancherà per tutto marzo per motivi di salute, l’ultimo finora delegato al servizio di Endoscopia, pronto ad essere chiuso per dirottarlo nuovamente all’attività chirurgica. Fino a qualche giorno fa, tra i “superstiti” c’era anche Massimo Diana, con la valigia in mano, come comunicato all’Asl pontina: l’ennesimo precario pronto ad emigrare in un’altra Azienda sanitaria.