LATINA, FALLIMENTO MIDAL: LA GUARDIA DI FINANZA ARRESTA CINQUE PERSONE

logo_midal***AGGIORNAMENTO***Nella mattinata odierna è stata data esecuzione ad un’ordinanza cautelare in carcere emessa, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina Dott. Costantino De Robbio ed eseguita dal  Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Latina, nei confronti delle seguenti persone:

1.IZZI Rosanna, nata a Napoli il 28/03/1952;
2.LUCARELLI Ivo, nato a Rocca Massima (LT) il 03/11/1954;
3.BARBERINI Paolo, nato a Napoli il 13/10/1959;
4.GASBARRA Sergio, nato a Cisterna di Latina (LT) il 24/03/1949;


Nella stessa mattinata è stata inoltre eseguita un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di  SILENZI Sandro, nato a Frosinone il 04/05/1940.

Gli indagati associati in carcere sono stati attinti dalla misura cautelare poichè, a vario titolo ed in qualità di Presidente e componenti del consiglio di Amministrazione e dell’organo di controllo della MIDAL s.p.a (nota società operante nel settore della grande distribuzione alimentare), dissimulando sin dal 2005 lo stato di gravissima difficoltà (e, poi, di dissesto) della società e compiendo dissennate operazioni gestorie, con la complicità degli organi di controllo, hanno distratto dall’attivo della società (dichiarata fallita con Sentenza del Tribunale di Latina del 20.01.2012) ingentissime somme di denaro quantificate in oltre dieci milioni di euro, in pregiudizio dei creditori.

Agli stessi sono contestati, infatti, più ipotesi di bancarotta fraudolenta per distrazione, documentale e preferenziale, previste dagli artt. 216 e 223 della legge fallimentare e di ricorso abusivo al credito (art. 218 L.F.).

Le indagini, svolte anche attraverso una minuziosa ricostruzione contabile del CTU di questa Procura, hanno consentito di accertare che le distrazioni avvenivano attraverso variegate condotte:

pagamenti per oltre 4 milioni di euro, eseguiti dalla MIDAL a favore di società di diritto estero, a fronte di fatture per operazioni inesistenti per prestazioni di servizi (consulenze per l’apertura di nuove sedi commerciali) mai eseguite dalle società straniere;

ripetute falsificazioni dei bilanci della società fallita, artatamente “gonfiati” con l’indicazione di voci attive insussistenti per oltre 40 milioni di euro;

acquisto da parte della MIDAL di immobili di proprietà di IZZI Rosanna, a prezzi più che raddoppiati rispetto ai valori di mercato, drenando così ulteriori liquidità dalla società;

acquisto, da parte della MIDAL di un complesso immobiliare in Latina Scalo per un prezzo di 10 milioni di euro di proprietà di una sua controllata (COAL) che, a sua volta, ha acquistato per pari importo azioni di una società (RIZ ONE s.r.l.) che, di lì a poco, sarebbe stata anch’essa dichiarata fallita con conseguente annullamento del valore delle azioni;

cessione, in prossimità del dichiarato fallimento della MIDAL, di immobili della società e di rami d’azienda di controllate con immediato successivo versamento del ricavato su conti correnti personali.

Sono state inoltre appurate condotte di bancarotta fraudolenta preferenziale, avendo la MIDAL proceduto a regolare posizioni debitorie nei confronti di taluni creditori, per oltre un milione di euro, in danno degli altri creditori della società.

Le investigazioni hanno consentito inoltre di accertare che la MIDAL, dissimulando lo stato di dissesto e poi di insolvenza, ha ottenuto ingenti finanziamenti (quasi 9 milioni di euro) da un istituto di credito ignaro di tale situazione.

Ulteriore circostanza che ha concretamente contribuito al dissesto societario è stata quella della ripetuta corresponsione, di elevatissimi compensi agli amministratori ed ai consulenti (taluni dei quali anche in evidente conflitto di interesse) per svariati milioni di euro, da parte della MIDAL, in epoca di avanzato stato di dissesto artificiosamente dissimulato attraverso la falsificazione dei bilanci.

Il G.I.P. ha infine condiviso la prospettazione di questa Procura circa le gravi responsabilità anche del revisore contabile della società che, avallando i predetti artifizi contabili, ha contribuito così in maniera determinante alla commissione delle condotte di reato ascritte. Ne è discesa l’emissione della misura degli arresti domiciliari nei confronti dello stesso.

Le misure cautelari sono state eseguite in Roma, Latina e Cisterna di Latina