Caso Azienda speciale, l’appello della Caponnetto dopo le condanne dei giudici contabili

Nei giorni scorsi la Corte dei conti, sezione giurisdizionale del Lazio, ha condannato la direttrice dell’Azienda speciale di Terracina Carla Amici ‘a titolo di dolo’, ed in via sussidiaria e in solido tra loro altre nove persone – tra ex dirigenti della medesima azienda, revisori dei conti e ex amministratori, tra cui spiccano l’ex sindaco di Terracina Roberta Tintari e l’ex assessore Emanuela Zappone – al risarcimento di circa 163mila euro circa, più interessi e rivalutazioni di legge e spese legali da liquidare separatamente.

Un procedimento avviato dalla Corte dei conti su esposto dell’associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie ‘Antonino Caponnetto’, e arrivato a tale sentenza, ricordano dal sodalizio “sulla base della riconosciuta illegittimità degli incarichi aggiuntivi conferiti alla direttrice quale consulente in materia fiscale, tributaria e del lavoro della medesima Azienda da lei diretta, sebbene dette materie fossero statutariamente riconducibili al ruolo di direzione dalla stessa ricoperto e ‘pur a fronte dei chiari rilievi della Ragioneria generale dello Stato'”.


Vittorio Marzullo

“Pur esprimendo soddisfazione per il positivo esito del nostro esposto, riteniamo comunque parziale il risultato raggiunto”, sottolineano però dalla Caponnetto attraverso il referente pontino Vittorio Marzullo e la segretaria nazionale Simona Ricotti. “L’ulteriore questione da noi sollevata, peraltro fatta propria dal Procuratore Generale Abbondanza nelle sue richieste di condanna, relativa all’applicazione dell’esoso Contratto di Lavoro auto-applicatosi dalla Direttrice, non ha trovato accoglimento dalla Corte. Auspichiamo però che nel proseguo dell’iter giudiziario da parte della Corte d’appello venga valutato anche questo aspetto.

Inoltre auspichiamo, ed agiremo in tal senso, che vengano alla luce anche gli ulteriori aspetti di questa vicenda che determinano, a nostro avviso, un danno all’erario pubblico, quali, ad esempio, l’incompatibilità rispetto al CCNL applicato, dei diversi ed esosi contratti individuali che l’ Azienda Speciale Terracina ha stipulato con il proprio direttore, dove sono stati accordati superminimi individuali di 500,00 euro mensili, maggiorazioni di stipendio non legate ad alcuna contrattazione sindacale che preveda obiettivi verificabili, etc.

Certo è – continuano dalla Caponnetto – che dopo le vicende demanio, giostre, area Stella Polare, Pro Infantia, dopo i sequestri demaniali sul lungomare, l’inchiesta Free Beach, le indagini ancora aperte della Procura di Latina e della DDA di Roma come riportato dal quotidiano la Repubblica, ed infine, ma non per importanza, delle presenza ormai alla luce del sole della malavita organizzata nelle sue diverse articolazioni, Terracina rappresenta tristemente un territorio da tenere costantemente sotto osservazione.

In questo senso facciamo appello alla Procura della Repubblica di Latina e alle forze di Polizia Giudiziaria affinché si intensifichi l’attenzione e il monitoraggio dei movimenti di capitale, e dei continui cambi di proprietà di attività commerciali e di pubblici esercizi. Così come facciamo appello alle autorità inquirenti affinché le indagini, ormai da troppo tempo in corso, trovino al più presto uno sbocco definitivo nell’interesse sia della Giustizia che delle persone oggetto d’indagini”.